Pensione di reversibilità, addio per questi contribuenti: la sentenza della Cassazione cambia tutto

Niccolò Mencucci Niccolò Mencucci - 30/09/2025 10:15

Pensione di reversibilità, addio per questi contribuenti: la sentenza della Cassazione cambia tutto

Dalla Suprema Corte arriva una sentenza destinata a creare un precedente significativo per molti beneficiari della pensione di reversibilità.

Al centro della vicenda c?è un ricorso dell?INPS, che aveva negato il trattamento a una donna che chiedeva la reversibilità del padre pensionato.

Vediamo meglio la storia, e perché questa sentenza potrebbe diventare un problema per molti pensionati.

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Pensione di reversibilità, addio per questi contribuenti: il caso

La vicenda ha inizio nel 2009, quando la figlia di un pensionato INPS ha presentato domanda per la pensione di reversibilità del defunto genitore, morto 19 anni prima.

Stando alla norma, in quanto figlia del de cuius e inabile, le spettava almeno il 70% della sua pensione.

Tuttavia, l?INPS negò inizialmente il diritto alla reversibilità, poiché la domanda era stata presentata molti anni dopo il decesso del titolare della pensione.

La figlia fece ricorso, ottenendo una vittoria sia in primo grado sia in appello. La Corte d?appello di Catanzaro confermò infatti la sentenza di primo grado, riconoscendo il diritto della richiedente e giudicando dimostrati i requisiti di totale inabilità, vivenza a carico e limite reddituale.

I giudici avevano respinto l?eccezione di prescrizione sollevata dall?INPS, ritenendola generica in quanto priva dell?indicazione puntuale del dies a quo, ossia del giorno da cui far decorrere i termini.

Alla fine, però, con l'ordinanza n. 23352/2025 (depositata il 16 agosto 2025) la Corte di Cassazione ha ribaltato la sentenza dei giudici d'appello, riconoscendo l?avvenuta prescrizione e la correttezza della richiesta dell?INPS.

Il caso infatti tocca un aspetto spesso sottovalutato della pensione di reversibilità: il temine di prescrizione.

Pensione di reversibilità e prescrizione: la svolta della Cassazione

Pochi sanno che il diritto alla reversibilità è prescritto dopo 10 anni, pertanto è necessario da parte dell'erede che può beneficiare del trattamento presentare domanda entro un decennio dalla morte del de cuius.

Per quanto riguarda il dies a quo, la Cassazione chiarisce che la mancata indicazione del giorno iniziale non rende generica l?eccezione di prescrizione: una volta sollevata, spetta al giudice individuare d?ufficio il momento iniziale sulla base degli elementi acquisiti nel processo.

In altre parole, non è necessario che l?INPS specifichi il giorno di decorrenza dei termini: basta solo che eccepisca l?avvenuta prescrizione per poter avviare i termini.

Ciò non implica che eventuali istanze successive siano automaticamente nulle: spetterà sempre all?INPS valutare la domanda e, se necessario, opporre l?eccezione di prescrizione in un eventuale giudizio civile.

Pensione di reversibilità, cosa fare in futuro e cosa evitare

Con questa sentenza, tutti coloro che in futuro potranno beneficiare della pensione di reversibilità dovranno prestare particolare attenzione alla questione della prescrizione.

Da ora l?INPS potrà eccepire la prescrizione in modo più semplice, senza dover indicare la decorrenza dei termini.

In pratica, si ha tempo 10 anni per fare domanda, termine che può essere interrotto da istanze amministrative, dall?avvio di un giudizio o da altri atti notificati.

Inoltre, d?ora in avanti, sarà il giudice a stabilire, sulla base degli elementi presentati in causa, quali ratei sono dovuti e quali sono prescritti, in caso di ricorso contro l?INPS.

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