Pensioni 2026, con la rivalutazione solo questi pensionati avranno 100 euro in più

Niccolò Mencucci Niccolò Mencucci - 17/12/2025 10:15

Pensioni 2026, con la rivalutazione solo questi pensionati avranno 100 euro in più

Per il 2026 la rivalutazione annua non si preannuncia favorevole per tutti i pensionati. Secondo le ultime stime, solo alcuni titolari di pensione potranno contare su un aumento complessivo di almeno 100 euro.

Un risultato che pesa ancora di più se si considera che gli incrementi avrebbero potuto essere più consistenti non solo nel 2026, ma anche negli anni precedenti, se non fosse in vigore una precisa legge.

Vediamo dunque quali pensionati riceveranno almeno 100 euro in più nel 2026 e perché sarebbero potuti essere di più i soldi derivanti dalla rivalutazione annua.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di La tua Pensione.

Pensioni 2026, con la rivalutazione solo questi pensionati avranno 100 euro in più

Come annunciato il mese scorso dal MEF, nel 2026 la rivalutazione ordinaria degli assegni pensionistici sarà pari all?1,4%. Un aumento contenuto, soprattutto se confrontato con quanto avvenuto in passato: nel 2022, infatti, la rivalutazione arrivò all?8,1%, spinta dall?impennata inflattiva che ha colpito il Paese.

Nonostante il rallentamento dell?inflazione, l?Italia continua a scontare gli effetti cumulati dell?aumento dei prezzi dell?ultimo quinquennio, stimato complessivamente attorno al 17%.

Proprio per attenuare l?impatto del caro vita sui redditi più bassi, il governo Meloni ha confermato anche per i prossimi anni una rivalutazione straordinaria. In pratica un extra, che va ad affiancarsi a quella ordinaria. Ma solo per chi detiene una pensione di importo pari o inferiore al trattamento minimo INPS.

Come riporta Money.it, nel 2024 la pensione minima era pari a 598,61 euro mensili, che grazie a una rivalutazione del 2,7% è salita a 614,77 euro. Nel 2025, invece, la quota base è fissata a 603,40 euro, che con l?ulteriore incremento arriva a 616,67 euro al mese.

Nel 2026, applicando la rivalutazione ordinaria dell?1,4%, la base della pensione minima salirà a 611,85 euro. Con l?aggiunta della rivalutazione straordinaria dell?1,3%, l?importo complessivo raggiungerà 618,94 euro mensili.

Guardando al valore nominale del beneficio, nel complessivo vengono dunque garantiti circa 8 euro in più al mese rispetto a quanto sarebbe spettato senza la maggiorazione. A livello annuale, si tratta di un incremento di poco superiore ai 100 euro.

Pensioni 2026, rivalutazione tagliata a causa del meccanismo dei coefficienti

Pochi sanno, però, che la rivalutazione non funziona in modo lineare come potrebbe sembrare. A prima vista, con un aumento dell?1,4%, si potrebbe pensare che partire dal 1 gennaio 2026, per ogni 100 euro lordi di pensione, si ottenga 1,4 euro in più al mese.

In realtà, questo vale solo fino a un certo livello di reddito pensionistico. A causa di quanto stabilito dall'articolo 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, la rivalutazione subisce una rimodulazione quando vengono superate determinate soglie.

In concreto, la rivalutazione è applicata al 100% per le pensioni fino a 2.413 euro, pari a quattro volte il trattamento minimo. Per le pensioni comprese tra 2.413 e 3.017 euro l?aumento è ridotto al 90%, mentre per gli assegni superiori a 3.017 euro, oltre cinque volte il minimo, l?incremento scende al 75%.

Questo significa che chi percepisce una pensione di 3.000 euro non riceverà 42 euro in più, ma 37,8 euro (il 90% di 1,4%). Allo stesso modo, chi ha un assegno di 5.000 euro non otterrà 70 euro di incremento, ma poco più di 51 euro (il 75% di 1,4%).

Pensioni 2026, rivalutazione ridotta (anche) per addizionali e IRPEF

Va considerato, inoltre, che l?aumento determinato dalla rivalutazione può essere a sua volta eroso dal Fisco. Secondo l?ultima analisi tecnica condotta dagli Uffici Previdenza della CGIL nazionale e dello SPI CGIL, gli incrementi previsti risultano già oggi drenati dall?IRPEF e dalle addizionali locali.

Nonostante gli assegni lordi siano cresciuti del 16,46% tra il 2022 e il 2026, l?incidenza fiscale media è a sua volta aumentata sensibilmente:

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    per una pensione di 800 euro l?aliquota è salita dal 5,38% nel 2022 all?8,78% nel 2026;

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    per una pensione di 1.000 euro dal 10,19% al 12,91%;

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    per un assegno di 2.000 euro lordi dall?17,07% al 18,42%.

In pratica, dei potenziali aumenti significativi sono diventati delle semplici migliorie, se non dei veri e propri incrementi simbolici.

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