Novità Riforma Pensioni! Il Governo sta lavorando per il 2026 a nuove opzioni per l?uscita anticipata dal lavoro, anche in sostituzione di quelle che potrebbero non essere rinnovate in sede di Manovra di Bilancio.
Ossia Quota 103 e Opzione Donna: due soluzioni sempre meno richieste dai lavoratori in odor di pensione.
Vediamo nel dettaglio tutte le ipotesi in campo per le pensioni del 2026.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Ciao Elsa - TFR e pensioni spiegati facili.
Pensioni 2026, addio a Quota 103 e Opzione Donna
Da anni si parla della possibile cancellazione di Quota 103 e Opzione Donna, e il 2026 potrebbe essere l?anno decisivo.
Parliamo di due misure che consentono l?uscita anticipata solo a chi ha maturato molti anni di contribuzione e alcuni requisiti specifici.
Nel caso di Quota 103, occorrono 62 anni d'età e 41 di contributi per ritirarsi prima, mentre Opzione Donna offre alle lavoratrici che hanno dai 59 ai 61 anni l'uscita anticipata con 35 anni di contributi (a patto di rientrare nelle categorie sociali previste dalla norma).
Proprio a causa dei requisiti piuttosto stringenti, entrambe le misure hanno registrato poche domande negli ultimi anni.
Secondo gli ultimi dati dell?INPS, nel 2024 le pensioni con Quota 103 sono state appena 1.153, circa un decimo delle richieste presentate nel 2023, pari a 15mila domande.
Per quanto riguarda Opzione Donna, nel primo semestre 2025 sono state concesse appena 1.134 pensioni, quasi un terzo di quelle erogate nel 2024 (circa 3.590).
Considerando che le richieste totali di pensione anticipata nel 2024 sono state circa 150.642 tra gennaio e settembre, si parla a malapena del 2% delle erogazioni.
Numeri che rendono sempre più plausibile la sostituzione delle due misure in sede di Manovra di Bilancio. Oppure un loro rinnovo, ma solo in assenza di alternative valide.
Pensioni 2026, nuove misure al vaglio: tutte le ipotesi
Una delle alternative più valide potrebbe essere la cosiddetta "pensione a 64 anni per tutti?.
Una proposta previdenziale che punterebbe a garantire a tutti i lavoratori l'accesso alla Pensione Anticipata Contributiva.
Per chi non la conoscesse, si tratta di un trattamento che consente il pensionamento anticipato a chi ha 64 anni di età e 25 anni di contributi. A patto però di maturare con i propri contributi un assegno pari o superiore a 3 volte il trattamento minimo (circa 1.600 euro) o tra 2,6 e 2,8 volte se a richiederlo sono lavoratrici con figli.
Attualmente, questa misura riguarda solo i lavoratori contributivi puri, ossia chi ha versato contributi a partire dal 1 gennaio 1996.
Stando a Sky TG24, l'Esecutivo sta valutando di estenderla anche ai lavoratori del sistema misto, cioè a chi ha versato i contributi anche prima del 1996.
In parallelo, si sta lavorando a un rafforzamento della previdenza complementare, permettendo, ad esempio, di utilizzare il TFR girato all?INPS come rendita per aumentare l?assegno e favorire l?uscita a 64 anni.

Pensioni 2026, quali saranno le soluzioni disponibili
Qualora non dovessero essere più disponibili Quota 103 e Opzione Donna nel 2026, non mancherebbero comunque le soluzioni per andare in pensione il prossimo anno.
Nel 2026 i lavoratori potrebbero fare domanda per la Pensione Anticipata, ritirandosi addirittura a 59 anni con 41-42 anni e 10 mesi di contributi.
Oppure potrebbero richiedere l'Ape Sociale, che permette il ritiro a 63 anni e 5 mesi a fronte di 30-36 anni di contributi versati (ma solo per chi appartiene a determinate categorie sociali).
Altrimenti potrebbero richiedere la Pensione di Vecchiaia, garantita a 67 anni per chi ha 20 anni di contributi versati.
bene ricordare che i requisiti della Pensione di Vecchiaia e Anticipata rimarranno stabili fino al 31 dicembre 2026.
Salvo nuove disposizioni del Governo, a partire dal 1 gennaio 2027 questi due trattamenti subiranno un nuovo innalzamento dei requisiti, e chi vorrà andare in pensione tra qualche anno dovrà attendere altri tre mesi.