La Manovra 2026 promette di portare più soldi nelle tasche dei lavoratori italiani. Dopo anni di rincorse all’inflazione e stipendi stagnanti, il Governo punta a rilanciare il potere d’acquisto con un pacchetto di misure fiscali mirate. Si va dal taglio dell’Irpef per i redditi medio-alti, alla detassazione dei rinnovi contrattuali e degli straordinari, fino al bonus mamme lavoratrici potenziato e all’aumento dei buoni pasto elettronici.
L’obiettivo è chiaro: restituire respiro economico a famiglie e dipendenti, stimolare i consumi e ridurre il divario tra reddito reale e costo della vita. Tuttavia, gli effetti non saranno uguali per tutti. Gli incrementi varieranno in base alla fascia di reddito e al tipo di contratto.
Ma quanto cresceranno davvero gli stipendi nel 2026? Chi beneficerà di più della Manovra? E quali categorie vedranno il maggiore aumento netto in busta paga? Scopriamolo insieme.
Prima però vi lasciamo al video YouTube di Canale Notizie come cambiano gli stipendi con la Manovra 2026.
Stipendi 2026, taglio Irpef e più soldi in tasca al ceto medio
Tra le novità più attese della Manovra c’è il taglio della seconda aliquota Irpef, che scende dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro. L’intervento punta a rafforzare il potere d’acquisto del cosiddetto “ceto medio”, la fascia più numerosa ma anche più colpita dall’aumento del costo della vita.
Il risparmio varia in base al reddito. Un lavoratore con 29.000 euro annui potrà contare su circa 20 euro netti in più all’anno, mentre chi guadagna 40.000 euro arriverà a 240 euro di vantaggio. Per i redditi da 50.000 euro, il beneficio sale fino a 440 euro annui.
Si tratta di cifre modeste, ma che in combinazione con le altre misure fiscali possono portare un incremento complessivo più visibile. Per i redditi oltre 200.000 euro, invece, entra in gioco un meccanismo di sterilizzazione delle detrazioni al 19%, che riduce progressivamente il vantaggio fiscale, mantenendo un equilibrio tra equità e sostenibilità dei conti pubblici.
L’intervento sull’Irpef rappresenta uno dei pilastri della politica fiscale del 2026. Il Governo intende proseguire nel percorso di semplificazione e riduzione delle aliquote, con l’obiettivo di rendere il prelievo più leggero e trasparente per i lavoratori dipendenti, che costituiscono la fetta più consistente della base imponibile.
Rinnovi contrattuali, straordinari e buoni pasto: le misure che aumentano gli stipendi 2026
Oltre al taglio dell’Irpef, la Manovra introduce una serie di interventi fiscali mirati a valorizzare il lavoro e premiare la produttività.
Particolare attenzione è riservata ai rinnovi contrattuali, che potranno beneficiare di una tassazione agevolata del 5% sugli aumenti di stipendio riconosciuti nel 2026. La misura è destinata ai lavoratori con reddito annuo fino a 28.000 euro, e si applica agli incrementi retributivi derivanti da contratti firmati nel 2025 o nel 2026. In pratica, gli aumenti ottenuti attraverso i rinnovi saranno tassati meno, trasformandosi in un vero bonus in busta paga.
Un’altra novità riguarda gli straordinari notturni e festivi, che saranno tassati al 15% invece che con le aliquote ordinarie. L’agevolazione è pensata per i lavoratori con redditi fino a 40.000 euro e punta a compensare l’impegno extra, spesso necessario in settori come la sanità, la logistica o il commercio.
Sul fronte welfare aziendale, la Manovra interviene anche sui buoni pasto elettronici, che diventano più vantaggiosi: la soglia di esenzione fiscale passa da 8 a 10 euro al giorno. Le aziende potranno così offrire benefit più generosi senza oneri aggiuntivi, e i lavoratori godranno di un valore netto maggiore, spendibile in bar, ristoranti e supermercati.
Nel 2026 incrementato anche il Bonus Mamme
Tra gli interventi più attesi del 2026 figura il bonus mamme lavoratrici, confermato e potenziato nella nuova Manovra. Il contributo passa da 40 a 60 euro al mese, ed è destinato a madri dipendenti o autonome con redditi fino a 40.000 euro annui, con esclusione delle lavoratrici domestiche.
Il bonus sarà riconosciuto a chi ha almeno due figli, fino ai 10 anni di età del più piccolo, e si estenderà fino ai 18 anni in presenza di tre o più figli. Viene erogato in un’unica soluzione nella busta paga di dicembre, rappresentando un aiuto concreto a fine anno, quando le spese familiari tendono ad aumentare.