Il mese di ottobre si preannuncia particolarmente intenso per il mercato obbligazionario italiano. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha infatti diffuso il calendario ufficiale delle prossime aste dei Titoli di Stato 2025, offrendo agli investitori l’opportunità di scegliere tra strumenti a breve, medio e lungo termine. Dal collocamento dei BOT ai BTP a 5 e 10 anni, fino ai titoli indicizzati all’inflazione europea, il mese offrirà diverse occasioni per chi intende diversificare il proprio portafoglio con strumenti considerati tra i più sicuri del panorama finanziario.
Le domande che molti risparmiatori si pongono riguardano la struttura delle aste: quali saranno le date ufficiali? Cosa aspettarsi dai BOT rispetto ai BTP Short Term? E che ruolo avranno i BTP€i in un contesto di inflazione ancora da monitorare? Scopriamolo insieme.
Prima però vi lasciamo al video Youtube di Lexplain su come investire, quanto rendono, pro e contro di BOT, BTP e CCT.
Titolo di Stato 2025: le aste BOT di ottobre e il ruolo dei Buoni Ordinari del Tesoro
Il primo appuntamento di ottobre con il Titolo di Stato 2025 riguarda i BOT, i Buoni Ordinari del Tesoro. Si tratta di titoli a breve termine, privi di cedole, che garantiscono il rendimento attraverso lo scarto di emissione, ossia la differenza tra il prezzo pagato all’asta e il valore rimborsato a scadenza. Le aste BOT si terranno il 10 e il 29 ottobre 2025, entrambe relative a titoli con durata semestrale e annuale.
Questi strumenti restano tra i preferiti da chi cerca un impiego sicuro e veloce della liquidità, grazie alla loro natura a breve scadenza. Non è raro che le richieste superino di gran lunga l’offerta, a dimostrazione dell’interesse ancora vivo nei confronti di strumenti percepiti come stabili, soprattutto in momenti di incertezza sui mercati. Inoltre, il Tesoro ha la possibilità di introdurre collocamenti straordinari di BOT a 3 mesi in base alle esigenze di cassa, elemento che rende il calendario potenzialmente più dinamico.
I BTP Short Term e i BTP€i: cosa offrono agli investitori a ottobre 2025
Il 28 ottobre sarà invece la giornata dedicata a due strumenti particolarmente seguiti: i BTP Short Term e i BTP€i. I primi hanno preso il posto dei CTZ dal 2021 e rappresentano un’opportunità intermedia tra i BOT e i BTP tradizionali, con scadenze comprese tra i 18 e i 36 mesi. Offrono cedole fisse semestrali e possono risultare interessanti per chi cerca un titolo che coniughi durata contenuta e stabilità dei flussi cedolari.
Accanto a loro ci saranno i BTP indicizzati all’inflazione europea (BTP€i), strumenti pensati per chi vuole proteggere il capitale dall’erosione del potere d’acquisto. Le cedole e il rimborso finale vengono infatti rivalutati in base all’andamento dei prezzi nell’area euro. Non è un caso che, in contesti di inflazione incerta, questi titoli siano spesso al centro dell’attenzione, poiché permettono di bilanciare il rischio legato alle oscillazioni del costo della vita.
Le aste BTP a medio-lungo termine: le date da segnare in agenda
Il calendario di ottobre si completa con due aste dedicate ai BTP a medio-lungo termine, fissate per il 14 e il 30 ottobre 2025. In queste occasioni, il Tesoro metterà sul mercato titoli a 5 e 10 anni, strumenti che rappresentano la colonna portante della gestione del debito pubblico italiano.
I Buoni del Tesoro Poliennali offrono cedole semestrali fisse e la certezza del rimborso a valore nominale alla scadenza. Il loro appeal deriva non solo dal rendimento, ma anche dalla possibilità di scegliere tra diverse durate, che vanno dai 3 fino ai 50 anni, a seconda delle esigenze del mercato. Per gli investitori istituzionali e retail, i BTP restano un punto fermo per costruire strategie di lungo respiro, soprattutto quando il differenziale di rendimento rispetto ad altri titoli europei offre un vantaggio competitivo.