La giornata di contrattazioni del 9 settembre 2025 si è chiusa con un clima di cautela e prudenza nei principali mercati azionari europei, influenzati dalla crisi politica in Francia. Dopo la recente sfiducia al governo del premier François Bayrou, il paese si trova in una fase di grande incertezza, con il presidente Macron chiamato a nominare un nuovo primo ministro o a indire elezioni anticipate. Questa instabilità ha pesato sull’umore degli investitori, frenando l’apertura dei listini e attenuando i guadagni.
Un quadro europeo contrastato
Il principale indice europeo Stoxx 600 è rimasto praticamente stabile, mentre alcuni mercati hanno mostrato andamenti divergenti: Francoforte ha chiuso in calo dello 0,47%, Parigi ha registrato un modesto rimbalzo dello 0,31%, e Milano si è distinta con un rialzo dello 0,32%, sostenuta principalmente dal settore media (+3,50%) e da alcune azioni bancarie come Monte dei Paschi (+4,02%), favorita dall’offerta pubblica su Mediobanca. Settori come alimentare e manifatturiero hanno invece segnato un passo indietro.
L'influenza della la crisi francese sul Mercato Azionario Italiano
La crisi politica in Francia genera un clima di incertezza che si riflette anche sui mercati azionari italiani, dati i forti legami economici e finanziari tra i due Paesi. L’instabilità francese aumenta la percezione di rischio nell’Eurozona, portando a una maggiore volatilità e a una cautela degli investitori nei confronti delle azioni italiane.
In particolare, settori molto esposti al contesto europeo, come le banche e i media, possono subire oscillazioni più accentuate a seguito delle notizie negative da Parigi. Tuttavia, la Borsa Italiana spesso reagisce con dinamiche differenziate: ad esempio, mentre i titoli bancari possono essere influenzati dalle tensioni generali, alcune azioni come Monte dei Paschi hanno mostrato resilienza grazie a fattori specifici legati a operazioni societarie.
In generale, la crisi francese spinge gli investitori a preferire asset più difensivi o a spostare i capitali verso approdi considerati sicuri, aumentando la domanda di titoli a basso rischio e favorendo la volatilità sui listini più sensibili. Questa situazione invita a un approccio più prudente con un’attenta valutazione dei rischi geopolitici e macroeconomici.
I Titoli di Stato resistono
Nonostante l’instabilità politica e fiscale in Francia, la domanda di titoli di Stato francesi (OAT) rimane stabile. Questo è dovuto principalmente agli spread con il debito tedesco, che già prezzano la situazione fiscale difficile della Francia e alcuni dei rischi emersi dopo la recente mozione di sfiducia.
Gli spread non hanno mostrato cambiamenti significativi dopo il voto di sfiducia, e gli investitori ora guardano alla nomina di un nuovo primo ministro. Se il nuovo leader riuscirà a superare le divisioni politiche e ad approvare un bilancio fiscale solido, la resilienza dei mercati dovrebbe continuare.
Attesa per decisioni Fed e focus su materie prime e rendimenti
Nonostante la tensione in Francia, l’attenzione degli investitori si è concentrata anche sulla possibile politica monetaria della Federal Reserve, che potrebbe procedere con tagli più drastici dei tassi di interesse entro fine anno. Questa attesa tiene banco sui mercati e alimenta la volatilità, insieme ai dati in arrivo sulla produzione industriale di vari paesi.
Sul fronte materie prime, l’oro ha raggiunto nuovi massimi, mantenendosi sui 3.647 dollari l’oncia, segnale di crescente interesse verso asset rifugio in una fase complessa. Il petrolio ha mostrato un moderato rialzo sopra i 63 dollari al barile, mentre l’euro si è indebolito nei confronti del dollaro.
(Redazione)
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