Dalla Germania al Giappone fino agli Stati Uniti, i numeri macroeconomici di agosto e del secondo trimestre 2025 raccontano una storia fatta di sorprese e sfide per cittadini, imprese e mercati.
Germania: record di debito nascosto
La Generationenbilanz 2025 svela un buco da 19,5 trilioni di euro nei conti tedeschi, pari a oltre 450% del PIL reale. Un debito implicito che va ben oltre il 63% ufficiale e che rischia di gravare sulle nuove generazioni. Pensioni, sanità e sussidi hanno alimentato un’ondata di spesa invisibile, che senza riforme strutturali potrebbe trasformarsi in una pressione fiscale insostenibile. Secondo gli esperti, servono interventi selettivi e trasparenti per evitare uno scontro con questo “iceberg finanziario”.
Giappone: crescita PIL sopra le attese nel secondo trimestre
In Asia, il Giappone sorprende con un PIL rivisto al rialzo: +0,5% nel secondo trimestre 2025 e +2,2% su base annualizzata. La spinta arriva dai consumi privati e dalle scorte, mentre investimenti e export risentono di prudenza delle imprese e dazi statunitensi ancora in evoluzione. La politica interna resta un’incognita: la stabilità dei governi locali sarà cruciale per trasformare questo rimbalzo in crescita sostenibile.
spinta in particolare da consumi privati in ripresa e investimenti solidi. Questo dato rafforza le aspettative di una ripresa lenta ma costante, anche se persistono rischi derivanti da tensioni commerciali e incertezze geopolitiche.
USA: mercato del lavoro in rallentamento
Dall’altra parte dell’Atlantico, il bollettino di agosto segnala una frenata inattesa: soli 22.000 nuovi posti di lavoro creati (indice JOBS - offerte di lavoro) e disoccupazione salita al 4,3%. I settori più colpiti sono manifattura, commercio all’ingrosso e parte del pubblico impiego. Il rallentamento apre spazio a una possibile politica monetaria più accomodante da parte della Fed, con mercati azionari che scommettono su tassi più bassi e minori rischi di inflazione.
Cosa significa per gli investitori?
Questi dati macroeconomici indicano che i mercati si trovano in una fase di attesa e cautela.
La sostenibilità del debito tedesco potrebbe alimentare tensioni sui titoli di Stato e influenzare i mercati obbligazionari europei, aumentando la volatilità e i timori di rallentamento economico nell’Eurozona.
Il dato positivo del PIL giapponese può sostenere la fiducia nelle economie asiatiche, ma richiede attenzione alle tensioni internazionali che potrebbero trattenere i flussi di investimento.
Il dato JOBS USA più debole favorisce l’aspettativa di un allentamento della politica monetaria suggerisce un mercato del lavoro che si sta raffreddando, favorendo l’aspettativa di un allentamento della politica monetaria e aumentando le probabilità di tagli ai tassi d’interesse da parte della Fed, con un impatto positivo su asset rifugio come l’oro e una possibile stabilizzazione o rallentamento delle vendite nei mercati azionari, in quanto si riducono i rischi di recessione derivanti da una stretta troppo aggressiva.
Politicamente i governi dovranno affrontare debiti e squilibri, le economie avanzate dipendono sempre più dai consumi interni e la politica monetaria resta un fattore dominante per sostenere crescita e stabilità.
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(Redazione)
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