Detrazioni familiari a carico 2025 è una delle espressioni più ricercate all’inizio di quest’anno fiscale. A partire dal 1° gennaio, infatti, sono entrate in vigore importanti modifiche che coinvolgono l’articolo 12 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), ridefinendo il perimetro delle persone che possono essere considerate fiscalmente a carico e, quindi, detraibili ai fini IRPEF.
La Legge di Bilancio 2025, approvata con la legge n. 207 del 30 dicembre 2024, ha aggiornato criteri, soglie di reddito e condizioni di convivenza per accedere ai benefici fiscali. L’intento è quello di semplificare il sistema e renderlo coerente con misure già in vigore come l’Assegno Unico, ma al tempo stesso anche di ridurre il rischio di sovrapposizioni e abusi.
Ma cosa significa tutto questo per chi ha figli, genitori o altri familiari a carico? Chi ha ancora diritto alla detrazione nel 2025? Quali limiti di reddito si applicano? E cosa devono fare i lavoratori dipendenti per non incorrere in errori nella dichiarazione fiscale? Scopriamolo insieme.
Quando spetta la detrazione familiari a carico: cosa dice la Legge
Il nuovo impianto normativo prevede un cambiamento radicale per quanto riguarda le detrazioni IRPEF sui figli. La norma distingue chiaramente tra figli minorenni, ormai interamente coperti dall’Assegno Unico Universale, e figli adulti, per i quali resta invece possibile ottenere una detrazione fiscale, ma solo in presenza di determinate condizioni.
A partire dal 2025, la detrazione spetta per i figli di età compresa tra i 21 e i 30 anni non compiuti, a patto che non superino un reddito annuo di 2.840,51 euro. Per i figli più giovani, fino a 24 anni, la soglia sale a 4.000 euro. In ogni caso, l’importo massimo della detrazione riconosciuta è pari a 950 euro annui per ciascun figlio fiscalmente a carico.
Resta invece sempre valida, senza limiti di età, la detrazione per i figli con disabilità, purché risultino fiscalmente a carico del contribuente. Un’attenzione particolare è riservata anche ai figli del coniuge deceduto, che continuano a rientrare tra i soggetti detraibili, a condizione che convivano con il genitore superstite.
L’obiettivo della riforma è chiaramente quello di evitare che lo stesso familiare sia coperto contemporaneamente da due forme di sostegno fiscale: da un lato l’Assegno Unico, dall’altro la detrazione IRPEF. Il nuovo sistema punta quindi a un approccio più razionale e mirato.
Quali familiari si possono detrarre nel 2025
Le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio non riguardano solo i figli. A essere ridefinite sono anche le categorie di familiari diversi dai discendenti per i quali è possibile usufruire delle detrazioni. Non sono più ammessi, infatti, soggetti come il coniuge legalmente separato, i fratelli e le sorelle, i nipoti (discendenti dei figli), i generi, le nuore e i suoceri.
Rimangono invece detraibili i genitori e i nonni, ma solo se conviventi con il contribuente. La detrazione prevista in questi casi è pari a 750 euro annui per ciascun ascendente, e va ripartita tra tutti i figli conviventi che ne abbiano diritto.
Anche per questi familiari si applica il limite di reddito complessivo pari a 2.840,51 euro lordi annui. Superata questa soglia, il familiare non può più essere considerato fiscalmente a carico, e dunque decade il diritto alla detrazione.
Una nota importante riguarda i familiari residenti all’estero. Da quest'anno, i contribuenti che non sono cittadini italiani o di un Paese membro dell’Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo non possono più detrarre i familiari residenti fuori da questi territori. Fanno eccezione solo i casi disciplinati dalla normativa Schumacker, che continua a restare in vigore.
Cosa cambia per i lavoratori dipendenti
Uno degli aspetti più delicati delle nuove detrazioni familiari a carico 2025 riguarda la posizione dei lavoratori dipendenti. È responsabilità del contribuente comunicare tempestivamente eventuali variazioni al proprio datore di lavoro o all’ente previdenziale di riferimento, come l’INPS. Questo vale sia per l’attivazione delle detrazioni, sia per la loro revoca, in caso di perdita dei requisiti.
È fondamentale, ad esempio, aggiornare i dati se un figlio supera i limiti di reddito previsti, se un genitore smette di convivere con il contribuente, oppure se il familiare non è più a carico per altre ragioni. La mancata comunicazione può comportare spiacevoli sorprese, come un conguaglio a debito nel modello 730 dell’anno successivo, con l’obbligo di restituire quanto indebitamente detratto, maggiorato degli interessi.
Per questo motivo, è consigliabile verificare periodicamente la propria situazione familiare e fiscale, soprattutto in vista della dichiarazione dei redditi, per evitare errori e sanzioni.