Gli ultimi dati Eurostat ci informano che le emissioni di gas serra provenienti dall'attività economica nell'Unione Europea nel primo trimestre 2025 sono stimate in 900 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, in crescita del 3,4% rispetto alle 871 milioni di tonnellate dello stesso periodo dell'anno scorso. Nello stesso periodo il PIL della UE ha fatto segnare un incremento di appena l'1,2% a/a. Le stime trimestrali sulle emissioni di gas serra completano la serie di dati socio-economici - come PIL e occupazione - pubblicati da Eurostat.
I due settori responsabili dei maggiori incrementi annui di emissioni di gas serra sono quelli della produzione di elettricità, gas, vapore e aria condizionata (+13,6%) e delle famiglie (+5,6%). Tre settori hanno registrato variazioni negative delle emissioni, ovvero quello manifatturiero (-0,2%), trasporto e stoccaggio (-2,9%) e agricolo, forestale e della pesca (-1,4%).
Nel primo trimestre dell'anno sono stati 20 i Paesi UE per i quali si stimano incrementi delle emissioni di gas serra, mentre i rimanenti 7 hanno fatto registrare decrementi. Sei Paesi hanno visto crescere le emissioni di oltre il 5%: Bulgaria, Cechia, Cipro, Polonia, Ungheria e Grecia.
Le maggiori riduzioni di emissioni sono quelle stimate di Malta (-6,2%), Finlandia (-4,4%) e Danimarca (-4,3%). Da segnalare che tra i 7 Paesi con emissioni in calo, tre hanno registrato anche una flessione del PIL, ovvero Estonia, Lettonia e Lussemburgo. Le altre quattro (Danimarca, Finlandia, Malta e Svezia) sono state capaci di incrementare i rispettivi PIL pur riducendo le emissioni di gas serra.