Gas in crisi ma occhio al petrolio: OPEC+ taglia produzione

05/09/2022 17:10

Gas in crisi ma occhio al petrolio: OPEC+ taglia produzione

Il gas torna a puntare verso l'alto dopo lo stop deciso da Gazprom

Gazprom decide di non riavviare domenica scorsa il gasdotto Nord Stream 1, come annunciato in precedenza, ma di prolungare la chiusura a tempo indeterminato. Il prezzo del gas in mattinata ha sfiorato i 285 euro/MW, oltre +30% dai 215 della chiusura di venerdì.
Sale il rischio di razionamento dell'energia in Europa, uno scenario pessimo per l'economia continentale, scenario cui i mercati finanziari hanno reagito facendo scivolare a inizio mattinata l'euro sul minimo da fine 2002 contro dollaro.

L'OPEC+ riduce la produzione

Ma non è tutto.

Anche le prospettive del petrolio sono molto incerte. Oggi l'OPEC+, ovvero l'OPEC (il gruppo dei paesi esportatori di petrolio) più i Paesi esportatori non membri dell'OPEC (la Russia è di gran lunga il più importante, produce quanto l'Arabia Saudita), ha deciso di ridurre la produzione di 100 mila barili al giorno per il mese di ottobre, cancellando quindi l'incremento stabilito un mese fa e valido solo per settembre.
Il limitato recupero delle quotazioni visto nella seconda metà di luglio si è rivelato effimero: il greggio è scivolato infatti sui minimi da inizio anno e l'OPEC+ è immediatamente corsa ai ripari per sostenere le quotazioni. L'associazione ha anche concordato che riunioni d'emergenza potrebbero tenersi in qualsiasi momento prima del prossimo meeting in programma il 5 ottobre.

La Russia dietro il taglio OPEC+?

L'OPEC+ conferma quindi il proprio atteggiamento aggressivo sui prezzi.

Questa impostazione è basata su alcune convinzioni. Per prima cosa il rischio recessione un USA ed Europa: è molto probabile che le mosse sui tassi di Fed e BCE producano un forte rallentamento della congiuntura con conseguente riduzione della domanda di greggio e calo del prezzo. Si potrebbe obiettare che i tagli alla produzione dovrebbe essere decisi nel momento in cui effettivamente la domanda subisca una flessione.
L'altra argomentazione riguarda la capacità di offerta dei produttori. Quest'ultima è ancora penalizzata delle limitazioni causate dalla pandemia del 2020. Anche qui: se l'offerta è già penalizzata da fattori strutturali non si vede la necessità di tagliare volontariamente la produzione. La sensazione quindi è che siamo di fronte a una strategia "suggerita" dalla Russia per alimentare le tensioni sui mercati delle materie prime energetiche.

 

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© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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