NVIDIA ha ordinato ai suoi fornitori di sospendere la produzione del chip H20, progettato specificamente per l'intelligenza artificiale del mercato cinese, a seguito di una nuova direttiva proveniente da Pechino.
Secondo The Information, l'azienda ha richiesto ai fornitori Amkor Technology e Samsung Electronics di fermare i lavori sul chip. Inoltre, Reuters ha riportato che Nvidia ha chiesto a Foxconn di interrompere la manifattura dell'H20. Nel frattempo, il CEO Jensen Huang ha visitato la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (Tsmc), il principale produttore di semiconduttori al mondo.
Questo stop rappresenta un capitolo clou nella dura contesa tra Stati Uniti e Cina nel settore dei semiconduttori, cuore pulsante dell’industria tecnologica globale.
Perché questo stop?
La mossa di NVIDIA arriva in un contesto di tensioni commerciali e geopolitiche sempre più accentuate. Gli USA, preoccupati dall’uso militare e tecnologico avanzato dei chip da parte della Cina, hanno imposto nel 2022 restrizioni all’export di semiconduttori ad alte prestazioni, aggravate poi da tariffe e da una tassa del 15% sui ricavi generati dalle vendite in Cina.
Inoltre Washington ha autorizzato la vendita dei chip H20, precedentemente bloccata dall’amministrazione Trump, Pechino ha subito invitato le aziende locali a non utilizzare i prodotti NVIDIA, soprattutto in contesti legati a enti governativi.
Secondo fonti di Bloomberg, la Cyberspace Administration of China (CAC) ha convocato NVIDIA a fine luglio per chiarire eventuali rischi legati agli H20 e verificare se fosse possibile eludere i controlli di sicurezza. NVIDIA ha negato categoricamente la presenza di backdoor nei suoi chip, ma persistono dubbi: alcune fonti sostengono che i chip americani possano includere funzionalità come lo “spegnimento remoto” via backdoor hardware.
NVIDIA aveva tentato di aggirare queste barriere con il chip H20, studiato per non superare i limiti tecnici imposti dalle autorità americane, salvaguardando però prestazioni competitive per il mercato asiatico. Tuttavia, dopo l’ultima direttiva cinese, la produzione è stata bloccata, cancellando ordini per miliardi di dollari e creando una perdita pesante per l’azienda americana.
La vicenda non provoca scosse a Wall Street
Oltre alle preoccupazioni di sicurezza, la Cina ha criticato gli H20 anche dal punto di vista tecnologico e ambientale, considerandoli non all’avanguardia e poco sostenibili. Sul fronte dei mercati, NVIDIA ha chiuso la seduta di ieri giovedì 21 agosto al in calo dello 0,24%.
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Cosa cambia per il mercato globale?
Questa situazione sottolinea quanto il settore dei chip sia ormai un campo di battaglia strategico tra potenze mondiali, con pesanti ripercussioni su catene di fornitura e innovazione tecnologica. NVIDIA, leader mondiale, si trova nel mezzo di un gioco geopolitico delicato, dove decisioni politiche influenzano direttamente il business e la disponibilità di tecnologie chiave in Cina e non solo.
(Redazione).
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