19 agosto 2025 - Standard & Poor’s ha confermato il rating “AA+” degli Stati Uniti con outlook stabile, segnalando solidità economica grazie a due fattori chiave: la capacità di intervento della Fed nei momenti di crisi (come ad esempio la crisi del 2008 e la pandemia COVID-19) e il ruolo del dollaro come valuta di riserva globale.
Nonostante il giudizio positivo, S&P lancia un avvertimento: il debito pubblico supererà il 100% del Pil entro tre anni, aumentando la vulnerabilità del Paese in caso di shock economici futuri.
Outlook confermato nonostante dazi e debito
S&P ha evidenziato come i ricavi generati dai dazi imposti dal governo siano ora un fattore che contribuisce a mitigare l’impatto fiscale di recenti aumenti della spesa pubblica, bilanciando in parte il deficit crescente. Questa dinamica è vista come un elemento di controllo e stabilità fiscale nel breve e medio termine.
- Ricavi da dazi e fonti di entrata straordinarie: Le entrate generate dai dazi americani contribuiscono a mitigare l’impatto dell’aumento della spesa pubblica, bilanciando in parte il deficit fiscale e fornendo un margine di controllo nei conti pubblici.
- Resilienza economica e politica fiscale: Nonostante l’alto livello del debito, il sistema economico americano mostra robustezza nella sua crescita e nella capacità di generare entrate fiscali, permettendo di sostenere il debito su basi solide e con una gestione coerente del quadro macroeconomico.
Cosa significa per gli investitori?
Per gli investitori globali, la conferma del rating con outlook stabile rappresenta un segnale rassicurante sulla capacità degli Stati Uniti di gestire le proprie finanze pubbliche pur in un contesto di incertezze economiche e geopolitiche. Rimane comunque una vulnerabilità rappresentata dall’alto livello di debito, che sarà una chiave di attenzione nelle valutazioni future.
La cautela di Moody’s
Moody’s, più cauta, ha già declassato il rating da AAA ad Aa1, segnalando un peggioramento delle condizioni fiscali dovuto all’aumento significativo del debito pubblico e ai deficit elevati che superano da anni i 1.000 miliardi di dollari annui. Inoltre stima che il rapporto debito/Pil possa arrivare al 130% entro il 2035, con i costi del debito che potrebbero assorbire fino al 30% delle entrate fiscali. Il declassamento di Moody’s deriva anche dai rischi geopolitici e le tensioni commerciali, come la guerra dei dazi, che rappresentano una minaccia per il credito sovrano Statunitense.
(Redazione)
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