Europa al top, la Cina perde nove posizioni

21/04/2022 16:00

Europa al top, la Cina perde nove posizioni

Le turbolenze politiche e di mercato causate dall’invasione russa dell’Ucraina hanno provocato un acceso dibattito sugli investimenti sostenibili, specialmente intorno alle scelte relative alle esclusioni (settore delle armi e combustibili fossili, soprattutto).
Tuttavia, come ha ben chiarito il direttore della ricerca sulla sostenibilità di Morningstar Jon Hale, tali critiche sono spesso superficiali e non supportate dai dati. Per la maggior parte, queste affermazioni riflettono una totale mancanza di comprensione della eterogeneità delle cosiddette strategie ESG.

La grande lezione di questo conflitto, invece, è che l’investimento in Paesi dove la politica può condizionare fortemente la libera attività economica e dove la corporate governance di molte aziende è influenzata dalle regole stabilite da chi comanda è un rischio che deve essere gestito.

Alla fine, quando si tratta di investire in Paesi autocratici come la Russia, le normali regole di scelta di azioni e obbligazioni, come le valutazioni o le prospettive fondamentali di una società, possono essere rese irrilevanti da un giorno all’altro.

Nonostante tutte le sfide del momento, i risultati di lungo termine per le strategie sostenibili rimangono incoraggianti.
Il fatto che i filtri ESG abbiano mostrato resilienza durante la pandemia di coronavirus, guidati dalla relazione tra sostenibilità e attributi come la qualità aziendale e la salute finanziaria, supporta l’opinione che il concetto di “rischio ESG” sia rilevante.

Secondo l’ultima edizione del Morningstar Sustainability Atlas, i Paesi europei, in particolare quelli del Nord, guidano la classifica dei mercati azionari più sostenibili.

Fin qui nessuna novità, queste nazioni sono da sempre un passo avanti su questo fronte, ma non sono le uniche a presentare profili di sostenibilità eccezionalmente solidi. I consulenti finanziari e i gestori patrimoniali possono utilizzare questi dati per individuare i paesi che offrono le migliori opportunità di investimento ESG, nonché i maggiori rischi.

Nell’ultima edizione dell’Atlas, Morningstar valuta i profili di sostenibilità di 48 mercati azionari globali analizzando i vari costituenti dei suoi indici Paese.

I punteggi assegnati a ciascuna società sono tratti da Sustainalytics, che fornisce anche i dati per elaborare il Morningstar Sustainability Rating?dei fondi.

Quello olandese è il mercato azionario più sostenibile al mondo. Ecco la classifica.

I Paesi Bassi si aggiudicano (di nuovo) il titolo di campioni del mondo in termini di sostenibilità.
Titoli importanti del benchmark olandese, come Adyen (società di pagamenti) e soprattutto il produttore di semiconduttori ASML Holding, sono considerati molto poco esposti ai rischi ESG.

Rispetto alla scorsa edizione, la Finlandia scavalca la Francia al secondo posto. Il mercato scandinavo può contare su titoli come Nokia (leader ESG nel settore dell'hardware tecnologico globale) e KONE (leader ESG nel settore dei macchinari).

Per quanto riguarda la Borsa di Parigi, invece, nomi importanti come il leader mondiale del lusso LVMH, L’Oréal o il fornitore di apparecchiature elettriche Schneider Electric hanno, secondo l’analisi di Sustainalytics, una bassa esposizione ai rischi ESG.

Hong Kong è l’unico mercato extraeuropeo nel primo quintile.
Secondo Sustainalytics, la compagnia assicurativa AIA Group combina una contenuta esposizione ai rischi ESG e una solida gestione.

Gli Stati Uniti si classificano al sedicesimo posto su 48. Da un lato, aziende come Apple, Microsoft o Berkshire Hathaway  sono considerate leader dal punto di vista della sostenibilità; dall’altro, il livello di rischio ESG affrontato da grandi nomi come Amazon, Meta o Exxon Mobil  è classificato come “alto”.

Questo è principalmente dovuto al livello di controversie in cui queste aziende sono state coinvolte.

La Cina, dal canto suo, scivola in fondo al quarto quintile, posizionandosi al 39° posto su 48 mercati, e perdendo nove posizioni rispetto all'anno scorso. Tencent è il nome più grande all'interno dell'indice, seguito da Alibaba.
Entrambe le aziende hanno un ESG Risk Rating “medio” e un serio coinvolgimento in controversie.

L’Italia, dal canto suo, si piazza dodicesima.

Rischio carbonio: Olanda, Svizzera, Danimarca, Francia e Usa i meglio posizionati

Un altro punto fondamentale è il cambiamento climatico.

Nonostante i progressi fatti alla COP26 - la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021 - con nuovi impegni relativi al finanziamento di diverse iniziative, le nazioni sviluppate non hanno ancora raggiunto la soglia dei 100 miliardi di dollari all’anno per la lotta contro il climate change decisa nel 2009.
Allo stesso tempo, i leader mondiali devono ancora finalizzare le regole necessarie per concretizzare l’accordo di Parigi.

Il cambiamento climatico rappresenta anche un rischio economico poiché potrebbe minacciare le risorse fisiche o i modelli di business delle aziende, le quali rischiano di essere colpite da politiche o regolamenti volti a ridurre le emissioni di gas serra, i loro asset legati a combustibili fossili potrebbero essere bloccati, o il cambiamento nella percezione popolare riguardo a queste tematiche potrebbe danneggiare i loro marchi.

Morningstar usa il Carbon Risk Score per valutare il grado in cui il valore di una società è a rischio a causa della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

Da questo punto di vista, tra i mercati meglio posizionati troviamo parecchi Paesi europei occidentali.
I primi posti sono occupati da Olanda, Svizzera, Danimarca, Francia, Stati Uniti e Belgio. Bene anche Taiwan che si piazza nel primo quintile.

Gli Usa – secondo Paese al mondo per emissioni di carbonio dopo la Cina – possono contare su un mercato azionario debolmente esposto ai rischi che derivano dalla transizione verso un’economia a basse emissioni.

Questo è dovuto al peso molto importante nell’indice dei settori tecnologico e della salute, mentre quelli dell’energia e delle utility sono marginali.

Situazione opposta per il Pakistan, con il 60% del suo indice esposto a titoli energetici, utility o di materiali di base.
Anche i mercati ad alta presenza di aziende energetiche come l’Arabia Saudita, la Repubblica Ceca e il Qatar hanno mostrano un Portfolio Carbon Risk elevato.

L’Italia, invece, apre il quarto quintile della classifica al trentesimo posto, un risultato mediocre.

Nota importante: Alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina e delle conseguenti sanzioni emesse da Stati Uniti, Unione Europea e Regno Unito, Morningstar ha riclassificato il mercato azionario russo dallo status di “mercato emergente” a quello di “non classificato”.

Dal 18 marzo 2022 tutti i titoli azionari della Russia, compresi gli ADR e i GDR, sono stati rimossi dalle famiglie di indici Morningstar Global Markets e Morningstar Target Market Exposure ad un prezzo pari a zero. Questo riflette il fatto che molti investitori non possono più negoziare questi titoli.
Di conseguenza, il mercato azionario russo non è stato preso in considerazione per questa analisi.

Di Valerio Baselli

Autore: Morningstar Fonte: News Trend Online

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