Future Eurostoxx 50 sulla parità, il Covid non molla la presa

30/12/2021 09:30

Future Eurostoxx 50 sulla parità, il Covid non molla la presa

Future Eurostoxx 50 sulla parità questa mattina (+0,16% a 4273 punti) dopo una seduta in calo ieri (-0,81%). Dopo un'altra seduta contrastata per Wall Street (in negativo dei tre principali indici newyorkesi il solo Nasdaq, deprezzatosi comunque di appena lo 0,10% mercoledì), alla riapertura degli scambi in Europa la tendenza mista è proseguita.
Si avvia alla chiusura un 2021 in cui li investitori sono stati incoraggiati dalla crescita dei profitti delle aziende e dallo sviluppo di vaccini e trattamenti per il coronavirus. D'altra parte la nuova ondata della pandemia, rafforzata dall'emergere della variante Omicron, continua a registrare record di contagi, un po' in tutto il mondo.

Secondo i dati del New York Times, in Usa la media giornaliera dell'ultima settimana è stata superiore ai 267.000 contagi, contro il precedente record di 251.232 registrato nel gennaio di quest'anno. In Italia record nei nuovi casi balzati ieri a 98.030. Record di casi anche in Francia (208.000 nuovi contagi da Covid-19 nelle ultime 24 ore, un nuovo massimo a livello nazionale ed europeo, contro i 180.000 di del giorno prima), Gran Bretagna, Spagna, Portogallo, Grecia e Malta.
Il rischio che la pandemia in accelerazione comporti nuove chiusure non riguarda solo i paesi occidentali. Il focolaio di Covid-19 nella città di Xi'an, il più grave quest'anno in Cina, e le conseguenti restrizioni imposte da Pechino dallo scorso 23 dicembre potrebbero causare un duro colpo all'industria dei chip, in questo caso nel segmento delle memorie.

A Xi'an, infatti, hanno importanti siti produttivi sia Micron Technology che Samsung Electronics. E questa frenata verrebbe a tarpare le ali ad una ripresa bene avviata. Negli USA soffre ancora il settore del trasporto aereo, penalizzato dalla raffica di cancellazioni a causa del boom di contagi.
A novembre la produzione industriale è salita in Corea del Sud del 5,9% annuo, in accelerazione rispetto al 4,5% di ottobre e contro il rialzo del 3,2% del consensus di Reuters. Le vendite retail sono invece cresciute del 4,6% annuo, contro il 7,4% precedente e il 5,0% previsto dagli economisti e la reazione si è subito vista con il calo dello 0,52% del Kospi in chiusura.

Il Covid è tornato a prendersi la scena ma non per questo le altri gravi problematiche che gravano sui mercati finanziari sono state risolte, come ad esempio quelle che riguardano il settore immobiliare cinese. Ennesimo crollo a Hong Kong per China Evergrande, che perde oltre l'8% in intraday dopo che Reuters ha riportato che il colosso delle costruzioni sarebbe di nuovo in ritardo nei pagamenti.
Evergrande non avrebbe pagato 255 milioni di dollari di cedole sui bond in scadenza nel 2023 e nel 2025, il cui rimborso era previsto per martedì. Evergrande aveva aperto la settimana in rally dopo avere comunicato domenica che i lavori erano ripresi in oltre il 90% dei suoi progetti residenziali.

In agosto il gruppo aveva annunciato lo stop dopo non essere riuscita a rispettare le scadenze sul rimborso del suo debito e per ottobre la gran parte delle sue attività era stata costretta a fermarsi. E restano pesanti gli indizi relativi alla crescita dell'inflazione, un fenomeno che parte dall'andamento dei prezzi alla produzione e che in alcuni casi appare fuori controllo.
Secondo quanto comunicato dal Centraal Bureau voor de Statistiek (Cbs, l'Ufficio centrale di statistica olandese), in novembre i prezzi alla produzione sono rimbalzati del 20,9% annuo, in marginale accelerazione rispetto al 20,5% di ottobre (17,2% in settembre) e nel decimo mese consecutivo di espansione.

Sempre in Olanda, probabilmente a causa dell'impennata del Covid, scende la fiducia delle aziende. In dicembre l'indice della fiducia dei produttori dell'Olanda ha segnato un calo a 10,2 punti dai 12,7 punti di novembre (12,3 punti in ottobre), quando aveva toccato i massimi dal 1985, anno in cui si era iniziato a elaborare la statistica.
L'indice si conferma comunque sopra alla media di 0,7 punti degli ultimi 20 anni (il valore più basso di -28,7 punti era stato toccato nell'aprile 2020). Tornando all'inflazione, secondo quanto comunicato dalla Rosstat, l'agenzia ufficiale di statistica di Mosca, in dicembre il tasso d'inflazione è rimasto invariato in Russia sull'8,4% annuo già registrato in novembre (8,1% in ottobre), contro l'8,2% del consensus di Reuters.

Il dato si conferma sui massimi dal 9,8% del gennaio 2016. Su base mensile, rettificata stagionalmente, l'indice dei prezzi è invece salito dello 0,8% contro l'1,0% precedente (1,1% in ottobre). Il grafico del future Eurostoxx 50 parla chiaro: il rimbalzo visto dal minimo del 30 novembre a 3995 punti per adesso ha ritracciato i 2/3 circa della discesa precedente e si è sviluppato in tre segmenti (rialzo dal 30/11 al 08/12, ribasso fino al 20/12, poi nuovamente rialzo) e ha quindi tutte le caratteristiche di una fase intermedia di una correzione più complessa, un "flag" (porzione di grafico contenuta da due linee parallele che si dimostra una congiunzione tra due movimenti di direzione opposta alla sua) o un'onda B di un terzetto ABC per dirla con la terminologia della teoria di Elliott.

Per il momento quindi il quadro prospettico è ribassista e troverebbe conferma sotto area 4060-4015, media mobile esponenziale a 200 giorni e base del "flag". Nel breve supporti intermedi a 4210 e a 4110. In caso di violazione di area 4015 i prezzi potrebbero scendere fino a 3600 circa, obiettivo del potenziale testa spalle ribassista disegnato a partire dal picco del 6 settembre (la "neckline" del testa spalle praticamente coincide con la base del "flag").
La rottura di area 4335, anticipata dal superamento di 4310, renderebbe invece meno credibile lo scenario ribassista che necessiterebbe però di una netta rottura di 4410, top di novembre, per essere cancellato.

(AM - www.ftaonline.com)

Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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