L'analisi del Ftse Mib
Nuova seduta in rialzo per il Ftse Mib che, in linea con quanto accaduto nella sessione di mercoledì, anche ieri si è spinto in avanti, salendo da solo in Europa.
L'indice delle blue chips ha guadagnato lo 0,56%, fermandosi a 22.169 punti, dopo aver toccato nell'intraday un nuovo massimo dell'anno a 22.270 punti.
Il mercato continua a mostrare più forza delle altre Borse europee, beneficiando di un contesto favorevole sul fronte obbligazionario, con lo spread BTP-Bund fermatosi ieri al di sotto dei 200 punti base.
Tanto basta per dare sostegno ai bancari che contribuiscono a spingere in avanti il Ftse Mib, riportatosi velocemente sopra i 22.000 punti dopo le incertezze tra la fine della scorsa settimana e gli inizi di quella che si conclude oggi.
Dal punto di vista tecnico sarà importante ora il superamento confermato in chiusura di sessione di area 22.200 per poter assistere ad un allungo in primis verso la soglia dei 22.500 punti.
Oltre questo livello si avranno ulteriori segnali di forza che proietteranno il Ftse Mib verso l'area dei 23.000 punti, con possibili estensioni rialziste fin verso i 23.150/23.200 punti.
Dal lato dei supporti sarà importante in primis la tenuta di area 22.000, visto che un ripiegamento al di sotto della stessa potrebbe condurre l'indice ad un nuovo test dei minimi delle ultime sedute in area 21.800.
L'eventuale cedimento di questa soglia aprirà le porte ad una flessione più ampia verso i 21.500 punti, dove è atteso un ritorno degli acquisti.
Se ciò non dovesse accadere bisognerà mettere in conto discese verso i 21.250/21.200 punti prima e in seguito in direzione di area 21.000.
Intesa Sanpaolo: potenziale di recupero ancora interessante
Ancora un segno più per Intesa Sanpaolo che dopo la conclusione positiva di mercoledì ha continuato a spingersi in avanti ieri, salendo dell'1,21% a 2,055 euro.
Il titolo, al pari di quanto poi vedremo anche per Unicredit, è più indietro rispetto al Ftse Mib, basti pensare che quest'ultimo è su nuovi massimi dell'anno, mentre Intesa Sanpaolo è ancora lontano oltre il 10% dai top 2019 segnati ad aprile in area 2,35 euro.
C'è un ritardo di linea piuttosto singolare, considerando che insieme all'altro big del comparto, Intesa Sanpaolo è uno dei pilastri del Ftse Mib, con un peso peraltro non indifferente.
Ad appesantire l'andamento del titolo ha contributo senza dubbio anche lo stacco del dividendo, peraltro corposo, che ha avuto un impatto diretto sulle quotazioni e in parte anche sul sentiment, rimuovendo almeno nell'immediato quell'appeal legato proprio alla forte cedola pagata da Intesa Sanpaolo.
Dal punto di vista tecnico il titolo ha difeso con le unghie la soglia degli 1,8 euro, dove ha aggiornato i minimi dell'anno nel mese di giugno e dove è stato disegnato una sorta di quadruplo minimo.
Da questa soglia Intesa Sanpaolo si è ripreso riportandosi dapprima in area 1,9 euro e dopo una fase di consolidamento a poca distanza da questa soglia ha ulteriormente allungato il passo oltre quota 2 euro.
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Nuovi rialzi per Intesa Sanpaolo si potranno concretizzare al superamento confermato dei 2,05/2,06 euro, con primo target in area 2,1 euro.
Oltre questa soglia il titolo si candiderà ad una salita verso i 2,15/2,16 euro, andando a chiudere il gap down legato allo stacco cedola avvenuta lo scorso 20 maggio.
Ulteriori indicazioni di forza si avranno oltre i 2,15/2,16 euro, con prima proiezione a 2,25 euro e successiva in area 2,35 euro, sui massimi dell'anno.
Un ritorno di Intesa Sanpaolo sotto area 2 euro allontanerà qualsiasi scenario rialzista nel breve, con il rischio di un ripiegamento verso quota 1,92/1,9 euro.
Importante sarà la tenuta di questa soglia per evitare approfondimenti ribassisti verso gli 1,85 euro prima e in seguito in direzione dei minimi dell'anno a quota 1,8 euro.
Unicredit alle prese con una barriera importante.
Rialzo finito?
Unicredit ieri si è mosso sostanzialmente in linea con Intesa Sanpaolo, salendo per la terza seduta di fila e mettendo a segno un progresso dell'1,15%.
Il titolo ha mostrato maggiore forza del Ftse Mib, beneficiando, al pari dell'intero settore bancario, dei notevoli segnali di distensione sul fronte obbligazionario.
Lo spread BTP-Bund ieri è sceso al di sotto dei 200 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni è calato all'1,723%.
Questo contribuisce a favorire gli acquisti su Unicredit che, in linea con quanto accaduto agli altri bancari, si è accodato in ritardo al recupero del Ftse Mib avviato da fine maggio.
Una dimostrazione di ciò giunge dal fatto che mentre l'indice delle blue chip proprio in queste sedute sta aggiornando i massimi dell'anno, Unicredit è ancora al di sotto del top 2019 toccato ad aprile appena sopra i 13 euro.
Dopo aver trovato un valido sostegno ad un passo dai 9,8 euro tra fine maggio e inizio giugno, il titolo ha avviato un forte recupero che nella seduta di venerdì scorso è stato fermato da area 11,8 euro.
Da questo livello è partito un ripiegamento fino agli 11,15 euro, con successiva ripresa degli acquisti che hanno riportato ieri Unicredit in area 11,6 euro.
Per una prosecuzione dell'uptrend in atto il titolo dovrà spingersi subito oltre gli 11,8 euro, superati i quali si confronterà con la soglia psicologica dei 12 euro prima e in seguito con l'area dei 12,2 euro, andando così a colmare il gap-down del 6 maggio scorso.
Ulteriore forza sopra i 12,2 euro spingerà Unicredit verso i 12,5 euro prima e i 12,65 euro, con proiezione successiva sui massimi dell'anno a 13,06 euro.
La mancata riconquista di area 11,8 euro potrebbe imporre una pausa del rialzo, con possibili ritorni del titolo verso gli 11,2/11,15 euro.
Sarà l'abbandono degli 11 euro ad aprire nuovi scenari ribassisti con primo target a 10,8/10,7 euro e obiettivo successivo a 10,5 euro, sotto cui si rischierà una rapida accelerazione verso i 10/9,8 euro.
Fonte: News
Trend Online