L'analisi del Ftse Mib
Nuova seduta in rialzo ieri per il Ftse Mib che dopo il deciso progresso registrato nella giornata di martedì si è spinto ancora in avanti, salendo dello 0,41% poco oltre i 21.200 punti.
L'indice domestico continua a mostrare maggiore forza relativa rispetto agli altri listini europei e conferma i segnali positivi delle ultime sessioni, portando avanti il recupero partito dai minimi di fine maggio in area 19.500.
Dopo aver colmato il gap del 20 maggio scorso in area 21.100, il Ftse Mib potrebbe puntare ora a coprire un altro vuoto lasciato dai prezzi lo scorso 6 maggio in area 21.650/21.700.
Prima di raggiungere questo livello l'indice dovrà lasciarsi alle spalle area 21.200/21.250 e puntare ad un approdo in area 21.500, superata la quale l'indice allungherà il passo verso i 21.700 punti, ultimo ostacolo da abbattere prima di un nuovo test dei massimi dell'anno in ara 22.000/22.050.
Dopo il rialzo delle ultime tre sedute il Ftse Mib potrebbe anche rifiatare un po' prima di nuovi progressi e non saranno da escludere eventuali ripiegamenti che non dovranno essere molto corposi per evitare di mettere in pericolo il recupero in atto.
Discese fino ad area 21.000/20.900 non andrebbero a modificare l'attesa di ulteriori salite nel breve, mentre al di sotto della soglia appena segnalata il Ftse Mib potrebbe scendere a mettere sotto pressione la soglia dei 20.700, precedente resistenza e ora supporti.
La rottura di questo livello aprirà le porte ad una prosecuzione del ribasso in direzione dei 20.500/20.400 punti, violati i quali l'indice potrebbe scivolare fin verso la soglia psicologica dei 20.000 punti.
Unicredit supera un primo ostacolo di rilievo.
I prossimi target
Al pari di quanto accaduto per il Ftse Mib, anche Unicredit ieri ha esteso il rally della vigilia, mettendo a segno un ulteriore progresso dell'1,64% e riportandosi a ridosso di quota 10,66 euro, livello che non si vedeva ormai dall'inizio dell'ultima decade di maggio.
Il titolo è stato sostenuto ieri anche dalle ipotesi elaborate da Bloomberg secondo cui Unicredit sarebbe nella posizione ideale per dare vita ad una fusione con Commerzbank e Societè Generale.
Dal punto di vista tecnico Unicredit tra fine maggio e inizio giugno ha trovato un valido supporto in area 9,8 euro, la cui tenuta ha favorito un ritorno dei corsi sopra i 10 euro prima e in seguito oltre la soglia dei 10,5 euro.
Con conferme al di sopra di tale soglia il titolo potrà allungare il passo ora verso i 10,8 euro prima e gli 11 euro in seguito.
Ulteriori segnali di forza si avranno con la violazione di questa soglia psicologica che porterà Unicredit a quota 11,2 euro, con proiezione successiva in area 11,5 euro.
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Sarà questo l'ostacolo intermedio da superare per un'estensione rialzista in direzione dei 12 euro, senza escludere allunghi fino ai 12,2 euro segnati a inizio maggio.
Segnali di incertezza con ritorni al di sotto dei 10,5 euro, preludio ad un test dei 10,25 euro in primis e dei 10 euro in un secondo momento.
Ancor più rilevante sarà la tenuta dei recenti minimi in area 9,8 euro, visto che una rottura della stessa potrebbe portare ad un'accelerazione ribassista in direzione dei minimi a 9,57/9,54 euro toccati da Unicredit tra fine 2018 e inizio 2019.
Intesa Sanpaolo: segnali di risveglio.
Area 2 euro nel mirino?
Intesa Sanpaolo ieri ha vissuto una seduta quasi identica a quella di Unicredit, con un rialzo dell'1,8% a quota 1,9072 euro.
Da diverse settimane il titolo mostra una minore forza relativa rispetto all'altro big del comparto bancario, basti pensare che Intesa Sanpaolo ha aggiornato i minimi da inizio anno, scendendo su valori di prezzo che non si vedevano più ormai da oltre tre anni.
In area 1,8 euro il titolo ha disegnato una sorta di triplo minimo che ha favorito un ritorno degli acquisti con una reazione più decisa di quella vista nelle ultime sedute.
Intesa Sanpaolo si è riportato così al di sopra di area 1,9 euro, inviando un segnale rialzista interessante che dovrà trovare conferme nelle prossime giornate.
Con la tenuta di quota 1,9 euro il titolo potrà estendere il recupero in atto verso gli 1,94/1,95 euro, superati i quali dovrebbe risultare agevole un test di area 2/2,02 euro.
Su questa soglia di prezzo troviamo un'importante resistenza che potrebbe anche respingere Intesa Sanpaolo verso il basso, ma se ciò non dovesse accadere allora sarà più credibile l'ipotesi di un allungo che porti a coprire il gap del 20 maggio, con un'estensione del rialzo fino ad area 2,15/2,16 euro.
Difficilmente per il momento ipotizzare scenari rialzisti oltre i target appena segnalati, il raggiungimento dei quali rappresenterebbe già un grande successo per Intesa Sanpaolo.
Da tenere presente che la tendenza si conferma al momento ribassista e questo quindi induce a non escludere nuove incursioni da parte dei venditori.
Con ritorni al di sotto degli 1,9 euro il titolo potrebbe scendere nuovamente a quota 1,85 euro, violata la quale metterebbe sotto pressione il minimo degli 1,8 euro.
Molto negativo sarà lo sfondamento di questo supporto che aprirà le porte a ripiegamenti più ampi verso gli 1,7 euro, persi i quali aumenterà sensibilmente il rischio di rivedere Intesa Sanpaolo sui minimi del 2016 in area 1,55 euro.
Fonte: News
Trend Online