Calo dei voli, 2020 disastroso

29/01/2021 15:45

Calo dei voli, 2020 disastroso

Come è cambiato il comparto aeroportuale in questo ultimo 2020? Quanto ha inciso la pandemia negli spostamenti degli italiani e a quale effetto ha avuto il calo dei voli nel settore?

Il 2020 possiamo scriverlo nero su bianco, è stato un anno disastroso per il sistema aeroportuale italiano.

Italiani, popolo di viaggiatori si diceva.

In effetti lo siamo stati, ma la situazione nell’ultimo anno è molto cambiata.

Se i primi anni Duemila, hanno visto la scelta dell’aereo come uno tra i mezzi di spostamento preferiti dagli italiani, e gli ultimi dieci anni sono stati dal dopoguerra ad oggi gli anni d’oro del comparto, il 2020 è stato invece l’anno che ha registrato il dato più negativo di sempre.

Il forte aumento del traffico aereoportuale che era stato registrato in costante crescita nell’ultimo ventennio sia a livello nazionale, internazionale che europeo, è oggi ai minimi storici.

Facciamo un’analisi con dati alla mano di quali volumi stiamo parlando a livello globale.

Secondo Airports Council International (ACI) il numero di passeggeri che dal 2000 al 2007 ha viaggiato con l’aereo in tutto il mondo è passato da 3,6 miliardi nel 2000 a 4,8 miliardi nel 2007. 

Ben 1,2 miliardi di passeggeri hanno scelto di spostarsi con l’aereo. 

Le principali mete che hanno attratto gli spostamenti hanno avuto come destinazione, le tratte emergenti

Concentrandoci su Asia-Pacifico: sono state Cina, India e Emirati Arabi Uniti le più gettonate.

Anche Medio Oriente e Africa hanno avuto un aumento in percentuale tra l’11,2% e il 13,4%. 

Tra i Paesi con un’economia in crescita, l’Europa ha perfezionato - solo tra il 2006 e il 2007 - il 31% dei passeggeri trasportati in tutto il mondo, seconda solamente al Nord America che ha generato il 32%.

Numeri da capogiro hanno interessato anche il settore cargo, il cui trasporto merci ha dominato prevalentemente l’America Latina.

I risultati che ne derivano possono essere letti in una scala macroeconomica come il miglioramento generale dell’evoluzione economica di questi Paesi.

Associati all’incremento del potere di acquisto e ad un basso tasso di inflazione hanno permesso l’incremento del PIL del 6,5% annuo nei paesi emergenti, rispetto a un 2,5% registrato nei paesi avanzati, ad esempio gli Stati Uniti.

I volumi di merci e di servizi e il trasporto che da essi ne è derivato ha notevolmente incrementato la domanda di trasporto aereo.
Pensiamo solo alle persone che per lavoro hanno dovuto spostarsi, o alle merci ordinate online che hanno visto i primi timidi sviluppi di diffusione.

Il traffico delle merci tra il 2001 e il 2007 è cresciuto con una media annua del 6,26%.

Il dato di come il comparto dei voli generi volumi di traffico non solo aereo, è dato anche dalla crescita del valore finanziario.

Lo stimolo verso investimenti e sviluppo dei consumi ha portato i paesi emergenti ad essere i maggiori destinatari di flussi di capitali privati determinando una crescita del PIL tra 1 e il 5 %.

L’aumento dei viaggi per lavoro unito a quello del flusso turistico ha generato il miglior andamento dell’industria aeroportuale, a cui sono seguite 94 operazioni di fusione e acquisizione con un picco nel 2007 di 42, un picco mai più verificatosi.

Se ci siamo fatti un’idea di che cosa viaggiare voglia dire, abbiamo un’idea di che cosa il Covid-19 e lo stop degli spostamenti abbia invece prodotto a livello nazionale e globale?

Solo 3 italiani su 10 hanno volato

Secondo Assaeroporti per colpa del Covid-19 e delle restrizioni operate nei confronti degli spostamenti, ben 7 italiani su 10 nel 2020 hanno rinunciato a volare.

Il calo è drammatico, parliamo di 140 milioni di passeggeri in meno rispetto al 2019

Il dato è certo.

Sono stati 193 milioni i passeggeri italiani che nel 2019 hanno volato prevalentemente all’estero verso mete extra europee. 

Il 2020 ne ha registrato solo 53 milioni. Sono stati persi 140 milioni di viaggi.

Difficoltà oggettive, lockdown parziali e totali, blocchi nazionali ed internazionali sia per entrare che per uscire dal paese, hanno creato un arresto.
Se aggiungiamo la mancanza di controlli fattibili in breve tempo come tamponi o prelievi sierologici (arrivati solo sul finire dell’anno) tutto è rimasto bloccato. 

Una paralisi dei voli

Una paralisi totale, difficile da gestire e scoraggiante per chiunque avesse solo l’idea di mettersi in viaggio.

Pensiamo a un viaggiatore che per motivi turistici avesse voluto recarsi in Grecia durante il periodo estivo.

Se in Grecia potevi entrare a fronte di un basso tasso di contagi rispetto alla media Europea, dall’Italia non potevi uscire. Se dall’Italia ad un certo punto potevi uscire, ecco partire il lockdown in Grecia con l’obbligo di sms per le uscite di casa anche solo per andare a fare la spesa.
E così in tutti i paesi dell’Unione Europea, perché di partire per un paese extra europeo non ci si è nemmeno posti il dubbio. 

Confusione tanta, regole molte. Paesi che compaiono nella lista dei più pericolosi e poi dopo due settimane di quelli raggiungibili.

Dpcm a sequenza e negli italiani un solo stato d’animo, che faccio? Posso uscire? Posso andare in vacanza? 

Ok, facciamo crescere l’economia turistica italiana, quest’anno vacanze in Puglia! Con il Salento straripante come ogni anno, mascherine assenti e distanziamento sociale azzerato sotto il solleone d’agosto.
E poi? Ricaduta. Inevitabile, lo avevano previsto tutti, scienziati e non. E quindi nuovo lockdown questa volta a colori Rosso, Arancione, Giallo. Ma di semaforo Verde neanche un breve barlume.

Persi 140 milioni di voli

Nel 2020 con questo andamento sono stati persi 140 milioni di voli, il 72,6% del traffico aereo

Un meno - 81,2% di traffico aereo verso le destinazioni internazionali, -77,5% con destinazione Europa, -61,3% per i voli nazionali.

Gli unici che hanno retto. Ma certamente dovendosi spostare in Italia, gli italiani che hanno potuto spostarsi, complice anche la crisi economica, hanno scelto la macchina. Migliore sicurezza, distanziamento zero e costi sopportabili. 

Dunque Aeroporti vuoti, voli vuoti, un sogno potremmo dire.
Nessuna fila d’attesa al check-in o al controllo bagagli, nessuna fila al controllo passaporti. In compenso una burocrazia complicatissima per entrare o uscire a seconda del periodo. Tampone si, tampone, no. Si ma se fatto prima delle 72 ore, si ma solo se stampato in lingua inglese. No non serve, tanto lo fanno random in aeroporto. 

Quarantena si, quarantena no.

Si, da 14 giorni, no solo da 10 gg, oppure ne bastano 7. Il sito di Viaggiare Sicuri promosso dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale come riferimento, con la Home page che a caratteri cubitali recita la disciplina degli spostamenti durante la pandemia, ma pone attenzione ai richiami ai singoli paesi, unico faro per capirci qualcosa, e comunque si capisce poco.

Secondo il presidente di Assaeroporti (Associazione italiana Gestione Aeroporti) Fabrizio Palenzona, la situazione è pesantissima. 

Se come abbiamo definito il calo dei voli ha un peso ineguagliabile a livello di macroeconomia interessando moltissimi indotti, le sue affermazioni pongono in essere che la crisi ha generato un altrettanto ineguagliabile danno:

"Il Governo si è mosso su sollecitazione di Assaeroporti, che ha trovato nella ministra De Micheli un'interlocutrice attenta e sensibile, e ha messo in campo misure sia di natura economica per la compensazione dei danni subiti dai gestori aeroportuali, sia in materia di ammortizzatori sociali.

La situazione rimane però pesantissima".

Pensiamo solo agli investimenti che tutti i gestori hanno messo in campo per migliorare la sicurezza dei viaggiatori. Il focus deve essere la ripartenza è chiaro. 

Palenza sostiene: “… è necessario accelerare l'erogazione delle risorse già stanziate a favore degli aeroporti e prevedere la proroga della cassa integrazione per tutelare i livelli occupazionali.” Vanno considerate tutte le opzioni: “Non vanno perse le opportunità offerte dal Recovery Fund, tenuto conto che gli aeroporti sono strategici per la ripresa dell'economia, del turismo e per la connettività del Paese". 

I dati occupazionali

Secondo i dati Istat sul trasporto aereo del Maggio 2020, nel 2017 operavano in Italia 193 imprese, sia del settore passeggeri che merci.

Il che ha prodotto la realizzazione di un fatturato di 9,4 miliardi di Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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