Nuovo massimo storico dello Stoxx600!

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 16/12/2019 16:38

Finalmente sfondata la resistenza che ha contenuto le borse europee nel 2000, 2007 e 2015. In ritardo rispetto allo S&P500, che analoghi ostacoli se li è lasciati alle spalle nel lontano 2013: quasi raddoppiando di valore da allora.

A pochi giorni dalla fine del decennio, il bilancio per gli investitori non potrebbe essere più roseo. Lusinga il fatto che simili performance siano state conseguite in condizioni di volatilità tutt'altro che impegnative: Bloomberg rileva come lo Sharpe ratio per Wall Street si collochi per gli anni Dieci sopra l’unità.  Un risultato mai conseguito dal Dopoguerra ad oggi; un guadagno neanche tanto difficile da conseguire, se si considera che – per rimanere all’indice S&P500 – il segnale bullish di lungo periodo che abbiamo proposto ad aprile 2009, nel frattempo non è stato mai neutralizzato: è tuttora in essere. Suggestivo il confronto fra indice dell’incertezza geopolitica e VIX: mentre il primo assumeva una traiettoria ascendente, la volatilità rimaneva sempre contenuta.

A conferma del fatto che gli spauracchi dipinti da media e analisti in cerca di rivalsa – dal flash crash di maggio 2010 alla crisi del debito delle economie periferiche dell’Eurozona conclusasi nel 2012; dal crollo del petrolio e rallentamento del 2015-16 alla “guerra” commerciale fra Stati Uniti e Cina degli ultimi 24 mesi – non sono mai mancati; ma questi non si sono mai tradotti in reali minacce per il mercato azionario, malgrado la proliferazione di non pochi profezie di sventura. Così, celebriamo in sequenza nuovi massimi storici. Ora è la volta dell’indice MSCI delle borse mondiali, che si aggrega ai benchmark americani nel raggiungere vette inesplorate; e dello Stoxx600 europeo, che finalmente si lascia alle spalle una barriera che perdurava da quasi 20 anni.

Sono 85, i trilioni di dollari di valore di mercato raggiunti; 3.7 trilioni aggiunti soltanto la settimana scorsa, grazie anche all’IPO di Saudi Aramco. E l’ottava corrente promette ulteriori progressi: se è vero che negli ultimi trent’anni la settimana di scadenze tecniche di dicembre è stata positiva soltanto in 21 occasioni; se ci limitiamo ai casi in cui si giunge a questo appuntamento con una performance mensile positiva, la frequenza benigna migliora in modo confortante. L'attenzione a questo punto si rivolge al 2020, alle possibilità di replicare simili entusiasmanti performance, ai mercati dove posizionarsi per garantirsi maggiori probabilità a proprio favore; ed infine, alla mappatura temporale dei mercati. Tutti temi che saranno doverosamente affrontati nel prossimo 2020 Yearly Outlook.

Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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