Le speranze degli Orsi sono riposte nella trimestrale di Nvidia

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 29/05/2025 12:39

Sullo sfondo resta un rialzo che va convergendo ormai verso i due mesi di anzianità, e che risulta ancora avversato dalla maggioranza. Come d’altro canto sempre occorso negli ultimi cinque anni dopo il conseguimento dei minimi.

La mera “proposta” di dazi doganali sulle importazioni dall’Unione Europea, poi rientrata dopo colloqui fra Washington e Bruxelles, favorisce una brillante ripartenza dei listini azionari americani, incoraggiati anche da una dinamica confortante sul fronte macro.
Gli ordini di beni durevoli in effetti flettono meno del previsto. La fiducia dei consumatori rimbalza vistosamente a maggio, soprattutto nella componente delle aspettative, con le attese di inflazione delle famiglie americane che fanno registrare una vistosa contrazione, divergendo dal dato polarizzato politicamente sfornato dall’Università del Michigan. Goldman Sachs ne ha tratto lo spunto per rivedere a +2.3% la crescita annualizzata del Q2: con il timido ripiegamento del primo quarto che risulterebbe episodio isolato.
Approfittando della stagionalità favorevole dell’ultima settimana di maggio, segnalata ieri, lo S&P500 mette a segno un vivace rimbalzo, capitalizzando al meglio la sollecitazione della media mobile a 200 giorni. Inconsueta la disamina dei fattori più premianti ieri per gli investitori: azioni dalla volatilità più pronunciata, basso momentum ma anche bassa qualità nonché small cap, hanno guidato i maggiori progressi.

Sullo sfondo resta un rialzo che va convergendo ormai verso i due mesi di anzianità, e che risulta ancora avversato dalla maggioranza. Come d’altro canto sempre occorso negli ultimi cinque anni dopo il conseguimento dei minimi: con il successivo recupero sempre prontamente etichettato come irrilevante rally correttivo; prima di un nuovo, puntuale breakout.
Il Bullish Sentiment Index si colloca tuttora in posizione sub-mediana, ben distante dai livelli di eccessivo ottimismo che hanno anticipato i massimi di inizio 2022 e dello scorso febbraio. Lo scetticismo prevale, se non domina.

La già citata Goldman Sachs segnalava in un recente rapporto l’impennata delle azioni vendute al ribasso dalla speculazione professionale: al 2.3% della capitalizzazione complessiva, trattasi dell’esposizione più pronunciata sul lato corto del mercato, degli ultimi cinque anni.
Non bastasse, ad aprile gli hedge fund sono risultati venditori netti di ETF azionari al ritmo più consistente mai registrato nella storia. Se tutti o quasi sono venditori, chi fornirà l’apporto necessario per piegare le quotazioni verso il basso? Agli Orsi, non resta che confidare in una trimestrale poco brillante da parte di Nvidia, questa sera dopo la chiusura dei mercati.

Gaetano Evangelista - www.ageitalia.net

Le informazioni contenute in questo sito non costituiscono consigli né offerte di servizi di investimento. Leggi il Disclaimer »

Dello stesso argomento:

MERCATI

Newsletter

Newsletter settimanale

Ricevi ogni venerdì notizie e approfondimenti sui principali argomenti di borsa e finanza della settimana, comodamente nella tua casella di posta.