La tendenza giornaliera

Se la correlazione fra mercato azionario e rendimenti obbligazionari fosse rimasta quella consueta; a quest’ora lo S&P500 avrebbe ripiegato da tempo verso livelli meno esaltanti

Il +30.6% messo a segno dallo S&P500 dal minimo di marzo e le incertezze di Piazza Affari ed Eurostoxx. Il declino di ieri, però, ora deve conoscere una immediata e definitiva conferma.

Nonostante il saldo positivo di ieri, crescono oltre le 100 unità le società del NYSE su nuovi minimi annuali. Cosa implica questo comportamento per le settimane a venire?

Ieri lo S&P 500 è stato pesantemente respinto dall’orbita della media mobile a 200 giorni, su cui i ribassisti ripongono le loro speranze.

Vedremo se la borsa italiana esprimerà un ultimo sussulto fra oggi e lunedì, prima di soccombere alle prescrizioni di modello previsionale basato sulle opzioni che, ad evidenza, da diversi mesi si fa ben rispettare.

Simili compressioni dell’ampiezza di mercato, sono state registrate prima delle recessioni del 1990 e del 2008

L’incertezza non risparmia la speculazione professionale: nell’ultimo mese tre fondi hedge su quattro denunciano un risultato negativo

Il rapporto fra Equity e Bond pare aver definitivamente abbattuto la linea di sostegno che ha così elegantemente definito la tendenza dell’ultimo decennio.

Ora che la Fed si impegna ad inondare il sistema di liquidità, ci si meraviglia che i prenditori potenziali non si presentino allo sportello.

L’anatomia dei bear market storici induce a ritenere che da questi livelli si possa sviluppare una reazione, un rimbalzo: inutile tanto per i trader – a meno che si ragioni nel brevissimo – quanto per i malcapitati investitori.

L'unico confronto storico sensato con l'esperienza delle ultime tre settimane; rimane l'andamento di ottobre 2008. I market rilevati nelle ultime settimane non hanno tradito.

Dunque ha avuto ragione il Panic-Euphoria model (PEM) di Citi, nel rilevare una settimana fa condizioni di ottimismo analoghe a quelle di gennaio e di settembre 2018.

Wall Street ha più che corretto la traiettoria, dopo l'esuberanza di inizio anno.

Ampiezza di mercato, modello ciclico-stagionale e ora Regression Indicator: tutto cospira a sfavore della borsa italiana.

In ciascuno degli ultimi sette anni gli investitori hanno portato a casa in media una performance annua superiore al 10%.

Nel frattempo l’afflusso di nuove sottoscrizioni verso fondi ed ETF obbligazionari è senza precedenti, se si considerano le ultime quattro settimane, gli ultimi tre e dodici mesi.

Molti investitori si sono lasciati persuadere dai presunti motivi per cui ogni momento fosse stato buono per vendere, senza chiedersi se mai ci fosse stato un momento in cui era opportuno comprare.

L'aspetto spiacevole consiste nella percezione che i mercati azionari siano immunizzati al peggio.

Questa finestra temporale di 7 sedute vanta una performance media del +1.3%, salvo anticipare annate non particolarmente memorabili per gli investitori, allorquando chiude con segno negativo.

Mancano ormai una manciata di sedute alla fine di un decennio a dir poco memorabile per gli investitori