Analisi Settimanale Mercati Finanziari - 09 Agosto 2025

Michele Clementi Michele Clementi - 09/08/2025 07:22

Caos dazi, mercati e paura: il filo conduttore che non c'è

Devo fare una ammissione: ho perso il filo conduttore dei dazi di Trump.
Chi li ha? Chi li sta ancora trattando? Quali sono le aliquote vere, presunte o minacciate? Quale paese è stato più penalizzato? Quando entreranno in vigore?

Forse è proprio questo il filo conduttore: nessuno ci capisce più niente.
L'ultima novità di Trump sono i dazi al 39% sull'oro importato dalla Svizzera. In effetti sembrava che in questo turbinio gli elvetici fossero rimasti neutrali, ma forse è stata una svista del Tycoon, poi qualcuno deve averglielo fatto notare e subito ha trovato una soluzione che facesse notizia.

E se l'incertezza è nemica dei mercati finanziari, l'ignoranza chiude gli occhi, tappa le orecchie, e si va avanti come se niente fosse accaduto.

Infatti, in questo contesto l'oro è sui massimi — e questo, in genere, accade quando gli investitori sono spaventati.
Ma la domanda sorge spontanea: spaventati da cosa?

L'economia americana corre al 2%, la disoccupazione è al 4,3%, e ora si scommette con certezza che a settembre verranno tagliati i tassi di interesse, accontentando Trump.
Gli indici azionari, di conseguenza, come l'oro, sono sui massimi. E non solo in America: anche le cryptovalute viaggiano a gonfie vele.

Il motivo di tutto questo? La paura.
Ancora oggi molti investitori — sia privati che istituzionali — sono fuori dal mercato, se non addirittura scommettono su un potenziale ribasso che li sta facendo impazzire.

Ma la storia è sempre la stessa:
i mercati finanziari salgono arrampicandosi su un muro di paura.

L'estate è al termine.
Tra poco più di un mese inizia l'autunno, e con esso si chiude anche il semestre meno generoso dell'anno.
Chi ha venduto a maggio — o peggio, ad aprile — si starà leccando le ferite.

I ribassisti però non sono soli.
Sono in compagnia di chi ha visto opportunità nel mercato obbligazionario.

Come spesso si legge — o come mi piace dire a chi mi segue:

I mercati azionari sono rischiosi nel breve termine, ma è ancora più rischioso non averli nel lungo termine.

Vertice Trump–Putin in arrivo: escluso Zelensky, ma Washington rilancia

L'incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin si farà. A confermarlo, dopo giorni di indiscrezioni, è stato il Cremlino, poco dopo l'annuncio giunto da Washington. Sebbene data e sede siano ancora in fase di definizione, forse il 15 agosto in Alaska.

Sarà il primo faccia a faccia tra i due leader dal 2021, quando l'allora presidente americano Joe Biden incontrò Putin a Ginevra e non fu un successo diplomatico, da li a poco scoppiò la guerra. Ma l'attuale vertice assume un peso ben diverso: si inserisce in un contesto di conflitto armato ancora in corso in Ucraina, sanzioni inasprite e pressioni diplomatiche crescenti.

Roma sfuma, Mosca dice no a Zelensky

Nei giorni scorsi, Trump aveva sondato la premier italiana Giorgia Meloni per ospitare a Roma un possibile vertice trilaterale tra lui, Putin e Volodymyr Zelensky.

Ma il Cremlino ha posto il veto: Mosca ha rifiutato l'Italia come sede del vertice, ritenendola troppo schierata a favore dell'Ucraina.

Pressioni e ultimatum

L'annuncio del vertice bilaterale tra Trump e Putin è arrivato alla vigilia della scadenza dell'ultimatum americano: 8 agosto, il presidente USA avrebbe dovuto annunciare nuove sanzioni secondarie contro Mosca in caso di mancato dialogo.

Alcuni analisti leggono quindi l'apertura russa come un tentativo tattico di guadagnare tempo. Lo stesso Trump, parlando con i giornalisti, ha espresso frustrazione nei confronti di Putin:

"Dipenderà da Putin. Sono molto deluso da lui", ha dichiarato.
"Sentiremo quello che ha da dire, ma dipende da lui."

Fonti USA: Trump non incontrerà Putin senza Zelensky

Nonostante l'annuncio russo, fonti della Casa Bianca, citate da New York Post e Politico, rilanciano:

"Trump acconsentirà all'incontro con Putin solo se il presidente russo accetterà anche di vedere Zelensky."

Questa condizione, se confermata, rimetterebbe in discussione il formato del vertice, aprendo la possibilità a un nuovo negoziato trilaterale. Tuttavia, ad oggi, il Cremlino resta fermo sulla sua posizione: nessun colloquio con il leader ucraino.

Prospettive e incognite

Le divergenze tra le parti restano profonde, e l'esclusione (per ora) di Zelensky rischia di svuotare di significato qualsiasi accordo di pace.

Putin vuole l'Ucraina orientale, Trump annunci possibili scambi di territori e Zelensky?

Conclusione

L'annuncio del vertice fra Trump e Putin segna un ritorno alla diplomazia personale in un contesto globale sempre più polarizzato. Ma se davvero l'obiettivo è porre fine alla guerra in Ucraina, l'assenza di Zelensky dal tavolo dei negoziati potrebbe rendere il tutto un'occasione mancata.

Curiosità:

Reddito pro capite: i paesi più ricchi e quelli più poveri del mondo

Il reddito pro capite è uno degli indicatori più utilizzati per misurare la ricchezza media di un cittadino in un paese, ed è calcolato dividendo il PIL (Prodotto Interno Lordo) per il numero di abitanti. Questo indicatore non tiene conto della disuguaglianza interna, ma fornisce comunque un utile punto di riferimento per confrontare il benessere economico tra le nazioni. Per prima cosa è doveroso riportare quello Italiano di 40 mila dollari per abitante che diventa di 24 mila dollari se si fa riferimento a quello dichiarato.

 I Paesi con il Reddito Pro Capite più Alto (2025)

Secondo i dati più recenti del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca Mondiale, i paesi con i redditi pro capite più alti sono, nella maggior parte dei casi, piccoli stati sviluppatigrandi centri finanziari o nazioni con risorse naturali abbondanti:

  1. Lussemburgo
    • Reddito pro capite: oltre $130.000 USD
    • Fattori: centro bancario, alta produttività, popolazione piccola.
  2. Irlanda
    • Reddito pro capite: circa $120.000 USD
    • Fattori: sede di multinazionali tecnologiche e farmaceutiche, forti investimenti esteri.
  3. Singapore
    • Reddito pro capite: oltre $100.000 USD
    • Fattori: porto strategico, finanza, innovazione, commercio.
  4. Qatar
    • Reddito pro capite: circa $90.000 USD
    • Fattori: riserve di gas naturale e petrolio, popolazione ridotta.
  5. Svizzera
    • Reddito pro capite: circa $85.000 USD
    • Fattori: finanza, industria farmaceutica, qualità della vita.

Altri paesi che figurano tra i più ricchi includono Norvegia, Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, Danimarca e Paesi Bassi.

I Paesi con il Reddito Pro Capite più Basso

All'estremo opposto troviamo paesi colpiti da povertà cronica, conflitti interni, instabilità politica e mancanza di infrastrutture. Queste nazioni si trovano soprattutto in Africa subsahariana e alcune aree dell'Asia.

  1. Burundi
    • Reddito pro capite: circa $250 USD
    • Fattori: instabilità politica, guerra civile passata, agricoltura di sussistenza.
  2. Sudan del Sud
    • Reddito pro capite: circa $300 USD
    • Fattori: conflitti armati continui, economia dipendente dal petrolio.
  3. Malawi
    • Reddito pro capite: circa $350 USD
    • Fattori: scarsità di risorse naturali, clima avverso, alta densità di popolazione.
  4. Mozambico
    • Reddito pro capite: circa $500 USD
    • Fattori: catastrofi naturali, disoccupazione diffusa, investimenti esteri limitati.
  5. Repubblica Democratica del Congo
    • Reddito pro capite: circa $550 USD
    • Fattori: enorme potenziale minerario ma instabilità cronica, corruzione.

Cosa ci dice il Reddito Pro Capite?

Il reddito pro capite non è un indicatore perfetto: non riflette le disuguaglianze interne (un paese con pochi super-ricchi e molti poveri può comunque avere un valore medio elevato) e non misura la qualità della vita (come istruzione, sanità o libertà civili). Tuttavia, offre una panoramica utile dello sviluppo economico.

Conclusioni

Il divario tra i paesi con il reddito pro capite più alto e quelli più basso resta enorme. Ridurre queste disuguaglianze globali resta una delle grandi sfide del nostro tempo. Investimenti in istruzioneinfrastrutturegovernance trasparente e cooperazione internazionale sono fondamentali per favorire uno sviluppo più equo e sostenibile.

LA SETTIMANA IN BORSA

Dopo la fine della settimana scorsa che sembrava l'inizio di una fase di rallentamento dei prezzi, i listini di tutto il mondo si sono ripresi e sono nuovamente in prossimità dei massimi storici con grande delusione dei ribassisti.

L'Europa festeggia quando le attenzioni sono rivolte altrove

Ad inizio di settimana Trump aveva detto che voleva i 600 miliardi dall'Europa e ne avrebbe fatto ciò che gli pareva, poi con il passare dei giorni, la sua irruenza è passata verso altri paesi ed è difficile dire come e quali nel turbinio di notizie, certo è che i listini europei hanno festeggiato la mancanza di attenzioni.

Performance settimanali degli indici europei

I principali listini europei hanno chiuso in rialzo:

  • DAX (Germania): +3,21%
  • CAC 40 (Francia): +2,61%
  • FTSE MIB (Italia): +4,21%
  • FTSE 100 (Regno Unito): +0,30%
  • EURO STOXX 50: +3,58%
  • MSCI Europe: +2,61%

Apple investe come quanto dovrebbe investire l'UE

Trump ha annunciato che i semiconduttori importati nel suo paese saranno tassati al 100%, ad eccezione delle aziende che si sono impegnate a produrre negli Stati Uniti. L'AD di Apple Tim Cook ha risposto"Oggi siamo orgogliosi di incrementare i nostri investimenti negli Stati Uniti a 600 miliardi di dollari e di lanciare il nuovo American manufacturing program  che include nuove partnership e una collaborazione ampliata con dieci aziende in tutti gli Stati Uniti. Queste imprese producono componenti che vengono utilizzati nei prodotti Apple venduti in tutto il mondo".

Wall Street continua a correre

Anche i listini americani chiudono in positivo, con il Nasdaq a nuovi massimi storici:

  • S&P 500: +2,43%
  • Nasdaq: +3,87%
  • Russell 2000: +2,38%
  • MSCI World: +2,55%

La Fed taglierà i tassi a settembre?

Donald Trump ha scelto Stephen Miran, attuale presidente del consiglio dei consulenti economici, come membro ad interim del board della Federal Reserve fino al 31 gennaio 2026 dopo le dimissioni di Adriana Kugle tornata ad insegnare all'Università. Ora un taglio dei tassi a settembre è dato al 90% di probabilità.

Tecnica e valutazioni: i massimi chiamano nuovi massimi

I principali listini mondiali sono sui massimi dopo la deludente settimana scorsa, anche l'oro in una periodo che dovrebbe essere di debolezza anche per le notizie di dazi sulle importazioni statunitensi dalla Svizzera è sui massimi. Questo avviene in un contesto di scetticismo generale, se un investitore non guardasse i grafici e ascoltasse solo le notizie ne rimarrebbe sicuramente sorprese. Questo significa che le borse hanno forza e forza chiama forza, magari non immediata, ma non ci sono grandi nubi all'orizzonte.

Prospettive per la prossima settimana
Il recupero di questa settimana sembra essere un segnale che quando i listini arretrano i ritardatari ne approfittano per rientrare. Le prossime settimane, complici le ferie, sono in genere contraddistinte da bassi volumi e in questo contesto è facile creare volatilità, basta una notizia negativa o apparentemente negative per fare scendere i listini azionari. Ovviamente siamo nelle mani del market mover chiamato Trump, e l'incontro con Putin potrebbe essere il catalizzatore delle attenzioni da parte degli investitori.

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