La guerra tecnologica è iniziata?
ASML, il colosso olandese dei semiconduttori, ha investito 1,5 miliardi di dollari in Mistral, start-up francese di intelligenza artificiale, acquisendone l’11% e diventando il principale azionista. L’operazione, accolta con entusiasmo in Europa, è vista come un passo cruciale verso una maggiore sovranità tecnologica europea, in un settore oggi dominato da giganti statunitensi come OpenAI, Google, Microsoft e Meta.
ASML è un’azienda olandese che produce macchine per la litografia, cioè strumenti fondamentali per la produzione di microchip.
In pratica:
- Litografia significa “stampare” circuiti minuscoli su wafer di silicio, che poi diventano i processori e le memorie usati in computer, smartphone, auto, server, ecc.
- ASML è l’unica azienda al mondo capace di produrre i sistemi EUV (Extreme Ultraviolet lithography), macchine ultra-sofisticate e costosissime (oltre 150 milioni di euro l’una) necessarie per realizzare i chip più avanzati.
- I suoi clienti sono i grandi produttori di semiconduttori, come TSMC, Samsung, Intel.
Secondo esponenti politici come l’eurodeputata Stéphanie Yon-Courtin, l’accordo unisce la leadership europea nei semiconduttori con l’avanguardia dell’IA, rafforzando la sovranità digitale del continente e inviando un messaggio di indipendenza dai Big Tech americani.
Mistral, già sostenuta da fondi americani e valutata circa 12 miliardi di dollari, è considerata un “campione europeo” dell’IA. Leader politici come Macron, Merz e Draghi hanno più volte sottolineato la necessità per l’UE di ridurre la dipendenza tecnologica da USA e Asia.
Gli analisti notano che i benefici concreti dell’alleanza ASML-Mistral devono ancora emergere, ma l’operazione ha soprattutto un forte valore politico e simbolico, segnalando un cambio di mentalità in Europa nel valorizzare i propri asset strategici.
La Commissione europea sta spingendo affinché le start-up innovative rimangano in Europa e non migrino verso gli Stati Uniti, ma permangono ostacoli:
- la lentezza delle grandi aziende europee a sostenere le nuove realtà tecnologiche;
- una regolamentazione stringente.
In sintesi, l’accordo è percepito come un segnale di svolta per l’Europa nell’IA, ma il successo dipenderà dal supporto concreto delle istituzioni e dei governi nazionali.
Giorgio Armani
Il patrimonio
-Il valore del suo patrimonio è stimato tra 11 e 13 miliardi di euro, tenendo conto non solo del valore dell’azienda di moda ma anche di immobili di lusso (ville, attici), yacht, opere d’arte.
-Possedeva interamente le azioni di Giorgio Armani S.p.A. (99,9%) e vari investimenti in altre aziende, come una parte significativa in EssilorLuxottica.
I documenti
-Sono stati trovati due testamenti scritti di pugno da Armani, in forma segreta, conservati in busta sigillata. Uno datato 15 marzo 2025, l’altro il 5 aprile 2025.
-La “apertura” ufficiale del testamento (cioè la sua manifestazione pubblica) è avvenuta il 9 settembre 2025.
Ecco i punti chiave del testamento:
- Il patrimonio materiale (immobili, yacht, opere d’arte) verrà diviso tra famiglia e collaboratori stretti.
- Il 99,9% della società Giorgio Armani S.p.A. è di proprietà dell’eredità, insieme ad altre partecipazioni aziendali.
Il testamento contiene disposizioni precise sulla gestione dell’azienda dopo la sua morte:
-È prevista la vendita di una quota del 15% dell’azienda entro 18 mesi dal decesso.
-Successivamente, entro 3-5 anni, un’ulteriore quota compresa tra il 30% e il 54,9% deve essere venduta o trasferita allo stesso acquirente.
-Come alternativa alla vendita, il testamento prevede la possibilità di una Offerta Pubblica Iniziale (IPO), ovvero quotare l’azienda in borsa.
-I possibili acquirenti preferenziali indicati sono grandi gruppi del lusso come LVMH, L’Oréal, EssilorLuxottica oppure aziende con cui Armani aveva già rapporti commerciali.
Ruolo della Fondazione e dei familiari
- È stata confermata l’esistenza della Fondazione Giorgio Armani, istituita nel 2016, come uno dei soggetti centrali nella gestione e nel controllo dell’eredità dell’azienda.
- Vengono inclusi come eredi anche parenti stretti (sorella, nipoti) e collaboratori fidati (in particolare Leo Dell’Orco).
Implicazioni e scenari futuri
Il testamento di Armani segna un cambiamento significativo rispetto alla sua vita: mentre in vita egli ha mantenuto un controllo quasi totale sulla sua azienda, nel testamento ha predisposto una transizione graduale verso una struttura più aperta per garantire la continuità e la stabilità.
Curiosità:
L'articolo 5 del Trattato della NATO: cos'è e cosa comporta
- Premessa - In termini di personale militare, i 32 Paesi membri della NATO hanno a disposizione un totale di circa 5.810.000 effettivi, dei quali ben 3.358 000 sono soldati attivi. In Italia gli effettivi sono: 94 mila Esercito. 30.400 Marina Militare, 41.100 Aereonautica Militare e 109:500 l'Arma dei Carabinieri. Dall'abbandono della leva militare obbligatoria nel 2000 al modello professionale composto da volontari, le unità si sono dimezzate.
- L’articolo 4 prevede che qualsiasi membro dell’Alleanza, composta da 32 membri, può invocare formalmente per sottoporre una questione all’attenzione del Consiglio Nord Atlantico (Nac), l’organo decisionale della Nato. L’articolo prevede che “le parti si consulteranno ogni volta che, a giudizio di una di esse, sia minacciata l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle sue parti”.
L’Articolo 5 del Trattato di Washington (firmato nel 1949) è il nucleo della difesa collettiva dell’Alleanza Atlantica. In sintesi:
- Stabilisce che un attacco armato contro uno Stato membro in Europa o Nord America è considerato un attacco contro tutti i membri, che dunque sono tenuti ad assistere il Paese attaccato "con le azioni che ritiene necessarie, incluso l’uso della forza armata"
- Ogni Stato decide autonomamente come intervenire (militarmente, logisticamente o diplomaticamente), senza obbligo automatico di invio di truppe.
- Storicamente, è stato invocato una sola volta, subito dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, con operazioni come “Eagle Assist” e “Active Endeavour”.
- Negli anni più recenti, è stata estesa formalmente la sua applicabilità anche ad attacchi nello spazio (oltre ai domini tradizionali: terra, mare, aria, cyberspazio).
L’Articolo 5 rappresenta quindi la garanzia suprema di solidarietà tra alleati: un attacco contro uno è un attacco contro tutti, ma l'azione concreta dipende dalla volontà e capacità di ciascun membro.
I Paesi NATO con più soldati lungo il confine orientale con la Russia
- Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, le truppe NATO sotto comando diretto lungo il fianco orientale sono salite a circa 40.000 (da un iniziale ~4.650 nel 2021).
- I battlegroup multinazionali principali si trovano in Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia (l'esercito più grande in Europa con 210.000 soldati), con nuovi battlegroup attivi anche in Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria.
Le truppe Nato sono composte principalmente da USA (circa 90.000 soldati in Europa), Francia, UK, Germania, Turchia e altri.
In caso di attacco, secondo il "new force model" - firmato a Madrid ed entrato in vigore nel luglio 2024 - il Commander-in-Chief alleato (nome in codice: Saceur) avrà a disposizione "100mila uomini entro 10 giorni, 200mila tra 10 e 30 giorni, almeno 500mila tra 30 e 180 giorni". Ma questo vale per tutta l'Alleanza, non solo per il fianco est.
Conclusione
- Articolo 5 Nato: fondamento della difesa collettiva. Un attacco a un membro equivale a un attacco a tutti, ma la risposta concreta è decisa da ciascun alleato.
- Paesi con maggiore presenza militare al confine orientale: spiccano Polonia (con più di 210.000 militari nazionali e decine di migliaia di truppe NATO), seguita da Romania, Ungheria, Slovacchia, Bulgaria che ospitano battlegroup NATO variamente potenziati.
- Immaginiamo cosa sarebbe successo se il Qatar fosse stato nella Nato, dopo aver subito un bombardamento da parte di Israele, se dei droni russi nei territori polacchi hanno suscitato tanto scalpore.
LA SETTIMANA IN BORSA
Gli indici americani viaggiano di record in record ottenendo il 25esimo massimo storico da inizio anno e un rialzo di oltre il 30% dai minimi di Aprile e dire che la faccenda dazi che tanto aveva spaventato gli investitori è tutt'altro che risolta. La cosa sorprendente è che ci sono tante borse nel mondo che hanno fatto meglio, considerando che il world ex usa (il mondo senza gli Stati Uniti) sta sovraperfomando il classico world in cui i titoli statunitensi pesano per circa il 60% di oltre 8 punti.
Tensione sul debito francese
In Francia il voto di sfiducia ha fatto cadere il governo di Bayrou e il Presidente Macron ha proposto Sebastien Lecornu e subito sono iniziate le manifestazioni in Piazza, a volte i francesi cercano qualsiasi pretesto per spaccare qualche vetrina, ma il dato di fatto è che il debito francese è l'unico tra i paesi area euro, a non essere sceso di una virgola negli ultimi dieci anni, anche l'Italia ha effettivamente fatto meglio.
Performance settimanali degli indici europei
I principali listini europei hanno chiuso in rialzo:
- DAX (Germania): -0,48% %
- CAC 40 (Francia): +1,17%
- FTSE MIB (Italia): +2,02 %
- FTSE 100 (Regno Unito): +0,67 %
- EURO STOXX 50: +0,48 %
- MSCI Europe: + 0,48%
Trump contro tutti.
Trump sta cercando di avere un incontro con l'India e Modi, nel mentre i dazi rimangono al 50%. Sempre Trump, ha condannato l'attacco israeliano contro i funzionari di Hamas in Qatar per due motivi: il primo perché era stato lui a promuoverlo, il secondo perché il Qatar è un partner americano. Successivamente, ha attaccato i giudici brasiliani per aver condannato 27 anni di carcere Bolsonaro, l'ex Presidente, accusato di tentato colpo di stato, aggiungendo che porterà per questo i dazi al 100%. Forse perché Lula, l'attuale Presidente, si sta avvicinando sempre di più alla Cina.
Performance settimanale degli indici Usa e mondo
Oracle ha trainato i mercati con un rialzo del 30% dopo la pubblicazione dei suoi dati con un aumento del 360% degli ordini dal noleggio di server in cloud, ora è di fatto tra le dieci aziende più capitalizzate in America superando Walmart e JP Morgan.
- S&P 500: +1,59%
- Nasdaq: +2,03%
- Russell 2000: +0,25%
- MSCI World: +1,15%
- MSCI Emerging: +3,39%
- MSCI China: +3,07%
Dati macro:
L'indice dei prezzi alla produzione negli Stati Uniti è sceso a sorpresa dello 0,1% mentre gli analisti si aspettavano un rialzo dello 0,3% attestandosi al 2,6% su base annua, mentre l'Inflazione ai consumatori è cresciuta su base mensile dello 0,4% oltre le attese dello 0,3% attestandosi su base annua al 2,9%, livello non preoccupante secondo gli analisti per scongiurare un taglio dei tassi della Fed la prossima settimana.
Analisi tecnica e valutazioni:
Nonostante il mese di settembre in genere è avaro di rendimenti, gli indici mondiali viaggiano sui massimi. In alcuni casi c'è un potenziale ritorno alla media, in quanto, forse a causa di chi era uscito spaventato ed ora è rientrato, gli indici che sono cresciuti di più da aprile sono un pò tirati, ma come spesso dico, è più un segnale di forza che di debolezza. Ogni ribasso sembra essere una opportunità di entrata per chi è uscito spaventato e ora vuole rientrare.
Conclusioni
In attesa della riunione della Fed della prossima settimana si ha la certezza che Lisa Cook sarà parte del Fomc, la richiesta di dimissioni di Trump è stata bloccata da un giudice federale che ha definito le accuse di frode avanzate dal Presidente non sufficienti per la rimozione. Sarà interessante conoscere il suo voto, anche se il taglio è ormai scontato e si inizia a scommettere su quale sarà il target della nuovo politica monetaria espansiva della Fed: due tagli per la fine dell'anno e tre nei primi mesi del 2026?
La Bce invece nella riunione di questa settimana ha lasciato invariati i tassi di interesse come a Luglio, dopo 8 tagli consecutivi nelle riunioni precedenti.
Prospettive per la prossima settimana
Una pausa di consolidamento sarebbe rigeneratrice prima del rally di fine anno, mentre un proseguo del rialzo senza sosta come è facile immaginare non è sostenibile all'infinito. Cosa potrebbe fare scattare le prese di beneficio dopo un +35% da aprile? Difficile dirlo, considerate la tante potenziali cattive notizie che si leggono sui giornali e nonostante questo i mercati continuano a macinare performance positive trainate dall'intelligenza artificiale che sembra essere il cornino che sfreghiamo ogni qual volta succede qualcosa che può minare le nostre certezze di una vecchiaia serena.