![PIL - Prodotto Interno Lordo]()
Si prevede una sostanziale stabilità del PIL, nei prossimi trimestri. Considerando un’inflazione attesa dell’1,20%, la proiezione del PIL, per settembre 2026, indica una contrazione in termini reali pari a -0,04%. Questa flessione non è da attribuire propriamente alla conclusione della spesa per il PNRR, quanto alla politica economica volta a contenere i saldi di finanza pubblica per rispettare i vincoli europei. Questo impedisce un adeguato stimolo alla crescita, che potrebbe soffrire per la carenza di spesa privata, di imprese e famiglie, quanto meno ai livelli garantiti dal PNRR, in via di conclusione.
Tutte le principali Agenzie di rating hanno migliorato il giudizio sul debito pubblico italiano. Le stime a breve termine indicano una leggera diminuzione, in linea con il tipico andamento nominale di fine anno. Tuttavia, la proiezione per i primi mesi del 2026 è di un’ulteriore crescita, nonostante il contenimento della spesa pubblica rispetto all’andamento delle entrate.
![Debito pubblico italiano]()
Riguardo ai tassi di interesse, si osserva una riduzione per i Titoli di Stato a breve termine e un lieve aumento per quelli a lungo termine. I tassi bancari sui prestiti alle imprese sono scesi al di sotto di quelli praticati alle famiglie, segnalando una minore rischiosità stimata dagli istituti di credito nei confronti delle aziende.
![Tassi su prestiti a Famiglie e Imprese]()
I tassi sulle nuove erogazioni alle imprese sono infatti diminuiti, nell’ultimo anno, mentre quelli sulle nuove erogazioni per mutui sono rimasti sostanzialmente invariati.
![Tassi per nuove erogazioni - Famiglie e Imprese]()
Calma piatta in tutte le principali voci del PIL e nei principali aggregati di Contabilità Nazionale. Data la spesa del PNRR effettivamente intercorsa, la stasi dell’economia reale non promette nulla di buono.
![Contabilità nazionale]()
Nel mercato del lavoro, il numero di occupati ha raggiunto il massimo storico (oltre 24 milioni), con i disoccupati che si mantengono attorno a 1,5 milioni. I redditi percepiti mediamente da ciascun lavoratore dipendente, tuttavia, sono ancora più bassi di quattro anni fa.
![Salari reali per lavoratore dipendente]()
Quest’ultimo dato è spesso sottolineato ma ricordiamo che non può chiarire la distribuzione dei redditi fra i lavoratori. Inoltre, non fintanto che non si dispone di stime relative a quanta parte dei redditi conseguiti dalle imprese sia corrisposta ai famigliari, parenti e affini, dell’imprenditore o del proprietario dell’impresa, non si potrà stimare quanta parte del PIL, classificata come reddito da lavoro dipendente, sia in realtà una quota attribuibile al profitto.
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A cura di Gabriele Serafini - analisieconomica.it