USA: scadenza dazi 9 luglio tra incertezze economiche e mercati in attesa

Alice Annibali Alice Annibali - 26/06/2025 18:05

Il 9 luglio 2025 segna la fine della sospensione di 90 giorni nell’applicazione dei dazi statunitensi, una data che tiene in tensione i mercati e l’economia globale. I dati recenti confermano un fenomeno di pre-stoccaggio da parte delle imprese americane, con vendite al dettaglio a maggio in calo, soprattutto nel settore auto: le vendite complessive sono scese dello 0,9%, mentre escluse le auto la contrazione è più contenuta, solo dello 0,3%.

Dazi USA: impatto e attese

La sospensione temporanea dei dazi, decisa dall’amministrazione Trump, ha dato respiro a molti settori, ma il ritorno delle tariffe rischia di cambiare nuovamente gli equilibri. L’Unione Europea sarà colpita da dazi al 20%, mentre la Cina affronta tariffe che possono superare il 50%. Queste misure, oltre a colpire l’import-export, stanno spingendo a una riorganizzazione globale delle supply chain, con un aumento degli scambi verso Asia e America Latina.

Vendite auto USA: rallentamento in vista

Le vendite di auto negli Stati Uniti hanno mostrato una crescita del 2,9% nel primo semestre 2025, trainate da Toyota, General Motors e Honda. Tuttavia, il secondo semestre potrebbe vedere un rallentamento a causa di tassi d’interesse elevati, scorte abbondanti e incertezza legata ai dazi. Tesla e Stellantis, in particolare, segnalano difficoltà con cali significativi nelle vendite e problemi di gestione degli stock.

Politica monetaria e tassi Fed: prudenza fino a luglio

Le ultime proiezioni del FOMC mostrano un cambio di rotta, con una posizione meno favorevole a tagli imminenti dei tassi d’interesse. Mentre i mercati scontano due riduzioni entro fine anno, gli esperti sono più cauti e prevedono al massimo un taglio. L’incertezza rimane alta fino al 9 luglio e probabilmente oltre, in attesa di chiarimenti sul futuro dei dazi.

Oro e argento: mercati stabili, ETF in crescita

I metalli preziosi vivono una fase di stallo, con prezzi elevati che frenano gli acquisti retail di gioielli ma mantengono vivo l’interesse per gli investimenti in oro. Gli ETF sull’oro e sull’argento registrano afflussi record, soprattutto a giugno, segno di un interesse crescente da parte degli investitori istituzionali e retail.

L’argento, pur seguendo l’oro, mostra un rialzo limitato in attesa del possibile raddoppio dei dazi “sezione 232”, che potrebbero colpire alcune importazioni considerate a rischio per la sicurezza nazionale. I lingotti d’oro sono invece esenti, ma i mercati restano nervosi in vista della scadenza.

Riserve auree e banche centrali: aumento previsto e shift valutario

Il sondaggio annuale del World Gold Council rivela che il 95% delle banche centrali prevede di aumentare le riserve auree nel prossimo anno, con il 48% dei Paesi emergenti e il 29% delle economie avanzate pronti ad incrementare i loro stock. L’oro resta apprezzato come bene rifugio, per la sua capacità di conservare valore a lungo termine e diversificare i portafogli.

Un dato rilevante riguarda la valuta di riserva: il 62% delle banche centrali prevede un aumento del peso del renminbi nei prossimi cinque anni, mentre solo il 10% prevede un rafforzamento del dollaro, che il 73% vede in calo. Emergenti e paesi sviluppati mostrano differenze nelle priorità: inflazione e geopolitica sono fattori chiave soprattutto per i mercati emergenti, mentre la sostenibilità è più considerata nelle economie avanzate.

Conclusioni

L’economia globale e i mercati finanziari restano in attesa di sviluppi chiari dopo il 9 luglio, con i dazi USA e la politica monetaria al centro dell’attenzione. Il settore auto e i metalli preziosi mostrano segnali contrastanti, mentre le banche centrali rafforzano il loro ruolo nell’investimento in oro come asset strategico.

(Redazione)

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