Dal 1° gennaio 2026 l’Assegno Unico per i figli a carico si prepara a un nuovo aggiornamento. L’INPS adeguerà gli importi all’andamento dell’inflazione 2025, con un incremento stimato dell’1,7%. Si tratta di una rivalutazione che porterà un piccolo ma significativo aumento per milioni di famiglie italiane, già alle prese con un costo della vita in crescita.
Sebbene i dati ufficiali arriveranno solo con le tabelle INPS di fine anno, le stime diffuse lasciano intravedere un sostegno economico leggermente più consistente. A parità di ISEE, chi oggi percepisce 201 euro al mese potrà ricevere fino a 204, mentre chi rientra nella fascia più alta passerà da circa 57 a 59 euro. Un miglioramento contenuto, ma che conferma la volontà del Governo di mantenere stabile il potere d’acquisto delle famiglie.
Ma quali saranno le novità reali del 2026? Come cambieranno le soglie ISEE e cosa bisognerà fare per non perdere gli aumenti? Ecco cosa sapere, tra nuovi importi, regole aggiornate e rivalutazioni automatiche.
Prima però vi lasciamo al video YouTube di Bonus e Pagamenti sugli aumenti dell'Assegno Unico da gennaio 2026.
Rivalutazione Assegno Unico 2026: quanto aumentano gli importi
Ogni anno l’Assegno Unico viene rivalutato per tenere conto dell’inflazione, e il 2026 non farà eccezione. L’aumento stimato dell’1,7% andrà a modificare non solo gli importi mensili, ma anche le soglie ISEE utilizzate per calcolare il beneficio. Ciò significa che anche le famiglie che restano nella stessa fascia ISEE riceveranno un assegno leggermente più alto.
In termini pratici, le proiezioni parlano di importi mensili aggiornati che andranno da circa 204 euro per gli ISEE più bassi (sotto i 17.500 euro) fino a 59 euro per chi supera i 46.600 euro. Le fasce intermedie si muoveranno tra i 160 e i 183 euro, a seconda della composizione familiare e del reddito.
Il miglioramento sarà visibile per tutti, anche se contenuto, e si aggiungerà a un sistema già pensato per adattarsi alle diverse condizioni economiche dei nuclei familiari. L’Assegno Unico continuerà infatti a essere universale: spetta a tutte le famiglie con figli a carico fino ai 21 anni, indipendentemente dal reddito o dalla situazione lavorativa dei genitori.
Nuove regole ISEE: cosa cambia e chi deve aggiornare la DSU
Il 2026 porterà anche alcune modifiche sostanziali nel calcolo dell’ISEE, con effetti diretti sull’importo dell’Assegno Unico. Oltre all’esclusione dal calcolo dei titoli di Stato fino a 50.000 euro, che è stata pensata per favorire il risparmio e alleggerire la posizione di molte famiglie, allo studio del governo c’è l’ipotesi di escludere completamente la prima casa dal patrimonio considerato nell’ISEE, un cambiamento che potrebbe ampliare la platea di beneficiari con importi più elevati.
Per non perdere gli aumenti, sarà fondamentale presentare la nuova DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) aggiornata all’anno in corso. L’INPS, infatti, applicherà automaticamente gli importi minimi a chi non aggiorna la propria situazione entro il 30 giugno 2026. Tuttavia, chi invierà la DSU in tempo potrà ricevere anche gli arretrati a partire da gennaio.
La procedura resta semplice e digitale: il modello può essere compilato online, tramite CAF o patronato, con i consueti documenti relativi a redditi e patrimoni familiari. In ogni caso, aggiornare l’ISEE è indispensabile per garantire il corretto calcolo del beneficio.
Maggiorazioni e arretrati: tutti i dettagli sugli aumenti dell’Assegno Unico 2026
Oltre agli importi base, anche le maggiorazioni saranno oggetto di rivalutazione. Le famiglie con figli con disabilità, nuclei numerosi o madri under 21 riceveranno importi più alti rispetto al 2025. Le stime parlano di circa 122 euro per figli non autosufficienti, 111 euro per disabilità gravi e 99 euro per disabilità medie. Anche la maggiorazione per il secondo percettore di reddito e quella per i figli oltre il secondo cresceranno leggermente, arrivando rispettivamente a 35 e 99 euro nella fascia più bassa.
Gli aumenti entreranno in vigore con i pagamenti di febbraio 2026, mentre gli adeguamenti relativi al mese di gennaio saranno erogati a marzo come arretrati.