È in arrivo il Bonus Giorgetti. Dal 1° settembre 2025, chi ha già il diritto alla pensione ma decide di restare in servizio potrà contare su un aumento netto in busta paga, interamente esentasse. Una misura che sposta l’attenzione dal “quando andare in pensione” al “quanto conviene restare”. Un incentivo che parla direttamente alle tasche dei lavoratori prossimi all’uscita, ma che porta con sé regole precise, tempi diversi e anche qualche effetto sul futuro assegno pensionistico.
Ma chi potrà incassarlo e quando scattano i pagamenti? Come funziona? Prima di dare una risposta esauriente ai diversi quesiti, vi lasciamo al video YouTube di Tele Italia sull'argomento.
Bonus Giorgetti 2025: requisiti per l’accesso e destinatari
Il Bonus Giorgetti non è per tutti. È destinato a lavoratori che hanno già raggiunto determinati requisiti previdenziali e decidono di rinviare l’uscita della pensione. Due i percorsi di accesso:
- Quota 103: almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi versati;
- Pensione anticipata ordinaria: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne.
Chi rientra in una di queste due categorie può fare domanda all’INPS, che verificherà i requisiti. Una volta approvata, l’erogazione del bonus è automatica e integrata nel normale pagamento dello stipendio.
L’obiettivo è incentivare la permanenza in servizio, con un beneficio economico immediato e senza impatto sulla parte di contribuzione versata dal datore di lavoro.
Calendario ufficiale: quando parte il pagamento del Bonus Giorgetti
Il debutto del Bonus Giorgetti sarà scaglionato. Per i lavoratori del settore privato, il pagamento inizierà a settembre 2025. In alcuni casi, il beneficio sarà visibile già nel cedolino del mese; in altri, sarà inserito con il pagamentosuccessivo.
Per i dipendenti pubblici, invece, la partenza è fissata a novembre 2025. Il ritardo è legato a tempi tecnici di adeguamento delle procedure amministrative. Chi ha già presentato la domanda non dovrà rifarla: il bonus sarà erogato in automatico quando scatterà la data prevista.
In entrambi i casi, la durata del beneficio coincide con il periodo in cui il lavoratore resta in servizio dopo aver maturato il diritto alla pensione.
Come funziona il Bonus Giorgetti: stipendio più alto e pagamento esentasse
Il meccanismo è semplice. In condizioni normali, il lavoratore versa all’INPS una quota contributiva pari al 9,19% della retribuzione lorda mensile. Con il Bonus Giorgetti, questa quota non viene più trattenuta e resta interamente nella busta paga. Tale aumento è esentasse: non subisce Irpef né addizionali. Il vantaggio è reale e immediato.
Facciamo un esempio per capire bene la portata dell'aumento: su uno stipendio lordo di 2.200 euro, il 9,19% equivale a circa 202 euro netti in più ogni mese. Per retribuzioni più alte, il guadagno annuo può arrivare a diverse migliaia di euro. Il pagamento avviene mensilmente, contestualmente alla retribuzione, senza necessità di attendere rimborsi o conguagli.
La parte di contributi a carico del datore di lavoro continua invece a essere versata regolarmente, preservando una porzione significativa della futura pensione.
Perché il Bonus Giorgetti può essere conveniente
Il Bonus Giorgetti 2025 è pensato per dare un guadagno immediato a chi sceglie di continuare a lavorare. Il pagamento mensile aggiuntivo offre vantaggi concreti:
- Aumento della liquidità senza oneri fiscali;
- Incremento del reddito disponibile senza dover attendere la pensione;
- Continuità del versamento contributivo da parte del datore di lavoro.
Per molti, soprattutto con stipendi medi o alti, il beneficio mensile può superare l’eventuale riduzione della pensione futura dovuta alla mancata contribuzione del lavoratore.
Gli effetti sul futuro assegno pensionistico
C’è un aspetto da valutare: i contributi non versati dal dipendente non incrementano il montante previdenziale. Questo significa che l’assegno pensionistico, in futuro, potrebbe essere leggermente più basso.
L’entità della riduzione dipende da numerose variabili:
- Numero di mesi o anni in cui si usufruisce del bonus;
- Livello di retribuzione;
- Regime pensionistico applicato (retributivo, misto, contributivo).
Se il Bonus Giorgetti viene utilizzato per pochi mesi, l’impatto sull’assegno sarà minimo. Se sfruttato per un periodo più lungo, la differenza sarà più evidente. Ecco perché molti esperti consigliano di valutare attentamente la scelta, magari simulando l’effetto sul futuro importo pensionistico.