Bonus ristrutturazioni 2026, per questi contribuenti la detrazione sarà solo al 36%

Niccolò Mencucci Niccolò Mencucci - 18/11/2025 10:15

Bonus ristrutturazioni 2026, per questi contribuenti la detrazione sarà solo al 36%

Salvo ripensamenti dell?ultima ora in sede di Manovra, dal 1 gennaio i contribuenti si ritroveranno con un bonus ristrutturazioni a doppia aliquota: al 50% e al 36%.

Una notizia positiva, soprattutto considerando che fino all?inizio dell?anno sembrava inevitabile il ritorno alla percentuale più bassa.

C'è però il rovescio della medaglia: a prescindere, alcuni contribuenti saranno costretti ad accedere ad un'aliquota più contenuta.

Vediamo allora chi potrà continuare a usufruire dell?aliquota più elevata e chi, invece, dovrà accontentarsi di quella originaria.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Missione Casa.

Bonus ristrutturazioni 2026, per questi contribuenti la detrazione sarà solo al 36%

Invece di far scattare dal 1 gennaio 2026 la riduzione dell?aliquota, all'articolo 9 la bozza della Manovra introduce una proroga delle percentuali attualmente in vigore.

In base al testo approdato sul tavolo del Governo, anche per il 2026 sarà dunque possibile beneficiare della detrazione al 50% per gli interventi di ristrutturazione edilizia, nel limite di 96.000 euro di spesa per unità immobiliare.

Questa aliquota sarà però riservata ai contribuenti titolari del diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento su un immobile utilizzato come abitazione principale, quindi la cosiddetta "prima casa?.

Diverso il discorso per chi effettua lavori su un immobile diverso dalla propria abitazione principale ("seconda casa"). Per loro, l?aliquota applicabile sarà del 36%, in pratica quella prevista dall?articolo 16-bis del TUIR.

Ma attenzione: la proroga inserita nella Manovra riguarda esclusivamente il 2026. Salvo ulteriori novità, dal 2027 l?aliquota del 50% per la prima casa scenderà al 36%, mentre quella oggi al 36% per le altre unità immobiliari calerà al 30%.

Come richiedere il bonus ristrutturazioni 2026, e per quali lavori è previsto

Come avviene già quest?anno, anche nel 2026 il bonus ristrutturazioni potrà essere richiesto tramite Dichiarazione dei Redditi, indicando negli appositi riquadri le spese sostenute per gli interventi effettuati.

Salvo modifiche dell?ultima ora, sarà possibile accedere alla detrazione anche nel 2026 per interventi che vanno dalla manutenzione ordinaria e straordinaria alla ristrutturazione edilizia, fino al restauro e risanamento conservativo.

Rientrano nel perimetro del bonus anche le spese di progettazione, le prestazioni professionali collegate agli interventi, le perizie, le relazioni tecniche e tanto altro.

Attenzione per quanto riguarda i lavori di demolizione e ricostruzione. Come riporta il portale Biblus, l?agevolazione è applicabile se l?intervento è "qualificato come ristrutturazione edilizia (art.3, co.1, lett.c, D.P.R. 380/2001) e non come nuova costruzione".

Nel caso di demolizione e ricostruzione con aumento di volumetria, l?accesso alla detrazione è possibile solo se l?intervento "si qualifica come ristrutturazione edilizia".

Quali sono le altre agevolazioni fiscali per la ristrutturazione nel 2026

Oltre al bonus ristrutturazione, anche nel 2026 trovano al momento conferma molti altri bonus oggi in vigore, come l'Ecobonus e il Sismabonus, che continueranno a garantire detrazioni con aliquote del 36% e del 50% a seconda della tipologia di intervento.

Viene prorogata per un altro anno anche la detrazione IRPEF del 50% per l?acquisto di arredi e grandi elettrodomestici, fino a un limite di 5.000 euro di spesa, sempre in presenza di lavori di ristrutturazione sull?immobile.

Nel pacchetto delle agevolazioni utilizzabili nel 2026 per il momento non risulta confermato il bonus barriere architettoniche, che esce di scena dopo le modifiche introdotte negli ultimi anni.

E così anche il Superbonus, l?agevolazione nata durante l?emergenza Covid-19, che, a meno di ripensamenti da parte del Governo, non sarà disponibile nel 2026 (tranne che per alcuni casi).

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