Salvo inversioni a U da parte del Governo Meloni, dal 1 gennaio 2026 entrerà in vigore il nuovo taglio dell?IRPEF, che permetterà a lavoratori dipendenti, pensionati e autonomi di ritrovarsi a fine anno con qualche soldo in più in tasca.
Una misura che però non garantirà a tutti i contribuenti lo stesso guadagno. Anzi, solo alcuni lavoratori con determinati redditi potranno ottenere il massimo, mentre altri rimarranno quasi a bocca asciutta.
Vediamo nel dettaglio chi beneficerà davvero del taglio IRPEF 2026 e quanto potranno risparmiare effettivamente i contribuenti.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale del Commercialista Allievi.
IRPEF 2026, quanto si guadagnerà con il nuovo taglio
Con un impatto stimato di circa 3 miliardi di euro sulle casse pubbliche, il Governo Meloni punta a introdurre dal 1 gennaio 2026 un nuovo taglio dell'IRPEF, che ridurrà l?aliquota dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro.
L?obiettivo è quello di alleggerire il carico fiscale sul ceto medio, la fascia più penalizzata dall?aumento del costo della vita, e al contempo proseguire nel percorso di semplificazione del sistema tributario avviato nel 2023 con la prima riduzione delle aliquote.
Come anticipato tempo fa, secondo le stime del Ministero dell?Economia, il risparmio fiscale dovrebbe andare dai 40 ai 440 euro l?anno, a seconda del reddito.
A beneficiare della misura saranno circa 13 milioni di contribuenti, anche se gran parte del risparmio andrà solo a una piccola parte della platea: quella dei lavoratori con redditi medio-alti.
Proprio questi contribuenti, grazie alle entrate più elevate, potranno beneficiare di un risparmio decisamente più consistente, mentre chi appartiene alle fasce di reddito più basse o più alte guadagnerà molto meno.
IRPEF 2026, chi otterrà il massimo dal nuovo taglio: le stime dell'Upb
Secondo le stime dell?Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), gran parte del risparmio derivante dal taglio dell?Irpef interesserà chi ha un reddito superiore ai 48.000 euro.
Per la precisione, il 50 per cento del risparmio andrà a questi contribuenti, che rappresentano appena l?8 per cento del totale.
Tra l'altro, il beneficio fiscale medio varierà notevolmente a seconda della categoria: 408 euro per i dirigenti, 123 per gli impiegati, 23 euro per gli operai, mentre per i lavoratori autonomi sarà di 124 euro e per i pensionati di 55 euro.
Per i redditi molto alti, superiori ai 200.000 euro, la misura interesserà circa un terzo della platea, pari a circa 58.000 contribuenti già coinvolti da precedenti norme. Per costoro, il taglio della detrazione è di 188 euro, "al di sotto del 440 che è il massimo beneficio della misura", precisa l'Ufficio.

IRPEF 2026, gli effetti sul fiscal drag nei redditi da lavoro e pensione
Tempo fa la CGIL aveva lanciato l?allarme sul peso del fiscal drag, ossia il "drenaggio fiscale?, l?aumento della pressione fiscale sui redditi causato dall?inflazione.
Tra il 2022 e il 2024, l?inflazione cumulata ha raggiunto il +16,4%, facendo salire i redditi nominali e trascinando molti contribuenti in scaglioni IRPEF più elevati. Così facendo, pur avendo un potere d?acquisto reale ridotto, molti hanno finito per pagare più tasse.
Secondo l?Upb, il nuovo sistema fiscale in vigore dal 2026 permetterebbe anzi di compensare "gli effetti del drenaggio fiscale per i redditi da lavoro dipendente compresi tra 10.000 e 32.000 euro?.
Per i redditi tra 32.000 e 45.000 euro, invece, la compensazione sarebbe solo parziale, mentre oltre i 45.000 euro la differenza tra i due sistemi diventa gradualmente trascurabile.
Diversa la situazione per pensionati e lavoratori autonomi: le riforme hanno portato vantaggi limitati, con un recupero del drenaggio fiscale solo parziale fino ai 40.000 euro di reddito.