In linea con le previsioni degli ultimi mesi, il dato di riferimento per la rivalutazione degli assegni sarà dell'1,4% nel 2026. La conferma arriva dal decreto interministeriale del 19 novembre 2025, emanato dal Ministero dell?Economia e delle Finanze.
Si preannuncia dunque un'altra perequazione di pochi euro per il prossimo anno, sulla scia di quanto avvenuto quest?anno. Anche se tutto dipenderà dal proprio reddito da pensione.
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Pensioni 2026, aumento beffa di pochi euro per il prossimo anno
Come stabilito dal decreto 19 novembre 2025 del Ministero dell?Economia e delle Finanze, concertato con quello del Lavoro, apparso in Gazzetta Ufficiale il 28 novembre 2025, "la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l'anno 2025 è determinata in misura pari a +1,4% dal 1 gennaio 2026, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l'anno successivo".
Una percentuale piuttosto modesta, che fatica a centrare l?obiettivo principale della rivalutazione annuale: adeguare le pensioni al costo della vita, per preservare almeno in parte il potere d?acquisto di chi ha redditi fissi.
A conti fatti, un aumento così risicato porterà le minime a 611,8 euro e gli assegni sociali a 545 euro mensili. Per la cronaca, oggi le pensioni sono a 603,40 euro, e gli assegni sociali a 538,69 euro.
All'incirca un aumento di 8-9 euro al mese, praticamente quattro caffè regalati. Tra l'altro, la cifra non è troppo dissimile rispetto a quella disposta per l'anno corrente: a fine 2024 sempre un decreto interministeriale ha stabilito una rivalutazione dello 0,8%.
Se non altro, la cifra è vicina alle ultime previsioni, che davano appunto l'inflazione alla base del calcolo intorno all'1,4 e 1,5%.

Pensioni 2026, a quanto ammonta l'aumento per fascia di reddito
bene ricordare che la rivalutazione non si applica in modo uniforme su tutte le pensioni: l?incremento cambia infatti in base alla fascia reddituale in cui ricade l?assegno, secondo quanto disposto dalla legge n. 388/2000.
Proprio questa norma, la cui applicazione è prevista anche nel 2026, ascrive una piena rivalutazione (100%) solo per gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo. In caso di pensioni con importi compresi tra quattro e cinque volte il minimo si passa dal 100% al 90% del tasso ISTAT, e a sua volta al 75% per quelle con importi che superano tale soglia.
Tradotto in numeri, una pensione lorda di 1.000 euro salirà dal 1 gennaio 2026 a 1.014 euro. Mentre una da 2.000 euro lordi aumenterà di 28 euro.
A sua volta, una pensione da 2.500 euro sarà rivalutata di 34,88 euro al mese, mentre con un assegno da 3.000 euro l?aumento arriva a 41,18 euro mensili.
Per una pensione di 4.000 euro, l?adeguamento raggiunge 51,71 euro, mentre chi percepisce 5.000 euro vedrà un incremento di 62,21 euro al mese.
Pensioni 2026, confermata la rivalutazione straordinaria (ma non il conguaglio)
Oltre alla conferma del tasso di rivalutazione, segnaliamo anche la perequazione straordinaria dell?1,3% in arrivo nel 2026, in sostituzione del 2,2% applicato quest?anno.
In virtù della precedente Legge di Bilancio, gli assegni minimi beneficeranno di una rivalutazione che porterà le pensioni non superiori al trattamento minimo a ricevere, oltre alla rivalutazione ordinaria al 100% dell?indice ISTAT, anche l?incremento straordinario dell?1,3%.
Di contro, non è previsto alcun conguaglio sulla perequazione riconosciuta in via provvisoria dal 1 gennaio 2025. L?indice definitivo, che misura l?inflazione registrata tra il 2024 e il 2025, si è infatti attestato allo 0,8%, esattamente come stabilito in via provvisoria dal decreto interministeriale.
Di conseguenza, dal 1 gennaio 2026 l?unico adeguamento effettivo sarà quello dell?1,4%, senza ulteriori arretrati da riconoscere.