Non è ancora scritta l'ultima parola su Opzione Donna e Quota 103, le due misure previdenziali escluse dalla bozza di Manovra.
Negli ultimi giorni, sia la maggioranza di governo sia le opposizioni hanno presentato diversi emendamenti al testo, tra cui alcuni mirati a far tornare in vigore nel 2026 proprio queste pensioni.
Un obiettivo tutt?altro che facile, considerando le risorse limitate a disposizione del Governo per finanziare tutte le misure in Bilancio.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di RadioUCI Redazione.
Pensioni 2026, Governo al lavoro per la proroga di Quota 103 e Opzione donna
Ancora aperto il dossier pensioni, con Quota 103 e Opzione Donna al centro del dibattito odierno.
Entrambe non presenti nel testo di Manovra licenziato a ottobre, queste due misure rischiano dal 1 gennaio 2026 di non essere più disponibili per tutti i lavoratori e le lavoratrici.
Il che significa che dal prossimo anno non sarà possibile per i lavoratori andare in pensione con Quota 103 a 62 anni con 41 anni di contributi. E per le lavoratrici appartenenti a specifiche categorie sociali (caregiver, disoccupata, invalida o impiegata in azienda in crisi...) ritirarsi con Opzione Donna a 59-61 anni con 35 anni di contributi.
Ma forse c'è ancora una speranza: in commissione Bilancio sono stati depositati, nei giorni scorsi, quasi seimila emendamenti, tra cui quelli per prorogare al 2026 (insieme alla già confermata Ape Sociale) appunto Quota 103 e Opzione Donna.
Addirittura, stando al Corriere della Sera, i partiti vorrebbero reintrodurre queste misure evitando, nel caso di Opzione Donna, un ulteriore irrigidimento dei requisiti, "in una fase in cui il tasso di partecipazione al lavoro femminile resta fra i più bassi in Europa".
In effetti, entrambe le misure, pur avendo registrato negli ultimi anni adesioni abbastanza contenute, hanno comunque contribuito al ricambio generazionale. Anche se non a costo zero.
Pensioni 2026, è fattibilela proroga di Quota 103 e Opzione donna?
Il nodo principale resta infatti la sostenibilità finanziaria di questa possibile proroga.
C'è da dire però che le due misure, considerando le modeste adesioni degli ultimi anni, non stanno pesando particolarmente sulle casse dello Stato. Secondo i dati del Servizio Bilancio dello Stato della Camera dei Deputati, nel 2025 Opzione Donna e Quota 103 sono state finanziate rispettivamente per 20 milioni e 90 milioni di euro.
Tuttavia, il plafond della Manovra è ormai definito e indirizzato a misure chiave come il taglio dell?IRPEF (ma non solo).
Pertanto, ogni modifica sulle pensioni si ripercuoterebbe direttamente sui conti pubblici, e come ribadisce da giorni il ministro dell?Economia Giancarlo Giorgetti, l?Italia deve uscire nel 2025 dalla procedura europea per disavanzo eccessivo.
Toccherà dunque attendere le prossime mosse del Governo, che a breve dovrà decidere se accogliere alcune delle richieste e a quale costo.

Pensioni 2026, le alternative a Quota 103 e Opzione donna
Se la proposta di proroga non dovesse finire in Manovra, per lavoratori e lavoratrici non mancherebbero comunque le possibilità di uscita anticipata nel 2026.
Come ad esempio l?Ape Sociale: rivolta a chi appartiene a determinate categorie sociali (disoccupati, caregiver, persone con invalidità ecc.), l'Ape consente il pensionamento a 63 anni e 5 mesi, a fronte di un requisito contributivo che varia dai 30 ai 36 anni.
In alternativa, è possibile presentare domanda per le Quota 97,6 e successive, anch?esse destinate a specifiche categorie di lavoratori, oppure per la Quota 41, a condizione di aver maturato 41 anni di contributi, di cui almeno 12 mesi entro il diciannovesimo anno.
Altrimenti, si può sempre fare richiesta per la Pensione Anticipata, che fino al 31 dicembre 2026 permette il ritiro con 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le lavoratrici). Ma attenzione: nel 2027, secondo la bozza di Manovra, il requisito salirà di un mese, e nel 2028 di due mesi.