Chi avrà un assegno più alto dal 2026 con la rivalutazione dei contributi INPS?
La domanda è più che legittima, soprattutto ora che l?ISTAT ha comunicato il nuovo tasso di rivalutazione: 4,04% per il 2026, uno dei valori più alti registrati negli ultimi vent?anni.
Tuttavia, non tutti i lavoratori potranno beneficiare di questo incremento.
Scopriamo quindi chi potrà approfittare di questa rivalutazione e a quanto ammonterà nel proprio montante contributivo.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Zona Pensioni.
Pensioni 2026, come funziona la rivalutazione dei contributi
Per chi non lo sapesse, la rivalutazione dei contributi è un meccanismo disposto dallo Stato che serve ad aggiornare nel tempo il valore del proprio montante contributivo, cioè l?insieme dei contributi accumulati dai lavoratori, siano essi dipendenti o autonomi.
Ogni anno l?ISTAT determina di quanto deve essere rivalutato il montante contributivo, così da garantire che i contributi mantengano il loro valore nel tempo.
A differenza delle pensioni, la rivalutazione dei contributi non segue l?inflazione, ma si basa sulla crescita economica del Paese, in particolare sull?andamento del PIL degli ultimi cinque anni.
Come annunciato dall'Istituto di statistica, per il 2026 la rivalutazione sarà del 4,04%, uno dei valori più alti degli ultimi vent?anni, superato solo dal 4,05% del 2006.
Negli anni seguenti, complice l?impatto delle varie crisi economiche, la crescita si è mantenuta più bassa, fino al periodo della pandemia: nel 2020 la rivalutazione fu pari a zero, e nel 2021 si fermò appena allo 0,9%. Con il rimbalzo del Pil avviato nel 2021, i contributi hanno ripreso a crescere in modo significativo.
Pensioni più alte dal 2026 grazie alla rivalutazione dei contributi, ecco chi otterrà il nuovo aumento
Purtroppo, non tutti i lavoratori vedranno aumentare i propri contributi del 4,04% nel 2026.
La rivalutazione si applicherà soltanto ai contributi accumulati dal 1 gennaio 1996 (cioè quando entrò in vigore il sistema contributivo) fino al 31 dicembre 2024 (esclusi quindi i contributi versati nel 2025).
I contributi precedenti al 1996 erano soggetti al sistema retributivo, in cui la pensione non si calcolava sui contributi versati, ma sulle ultime retribuzioni percepite.
L?incremento del 4,04% sarà quindi più significativo per chi ha iniziato a lavorare dal 1996 in poi, dal momento che beneficerà di una pensione completamente contributiva.
Per chi ha cominciato a lavorare prima del 1996, il calcolo della pensione sarà invece misto, con una parte retributiva e una parte contributiva. In questo caso, la rivalutazione avrà un impatto più limitato, ma comunque positivo sul montante complessivo.

Pensioni più alte dal 2026, a quanto ammonta il montante con la rivalutazione dei contributi
Per maggiore precisione, il dato comunicato quest?anno dall?ISTAT è 0,040445. Ciò significa che per conoscere il nuovo importo dei propri contributi basterà moltiplicare il totale accumulato per 1,040445.
Ad esempio, chi al 31 dicembre 2024 aveva accumulato 100.000 euro di contributi, vedrà ora quella somma salire a circa 104.044,50 euro.
Lo stesso procedimento vale per montanti maggiori, come 200.000 o 400.000 euro: applicando il coefficiente si otterrà subito l?importo aggiornato.
Vale la pena ricordare che, pur essendo fondamentale avere un montante contributivo consistente, è altrettanto rilevante scegliere quando e come andare in pensione. Soprattutto dal 2026, visto che le opzioni per il ritiro dal lavoro si ridurranno sensibilmente.