La pensione di settembre 2025 sarà più corposa per molti pensionati grazie ai rimborsi Irpef derivanti dal modello 730/2025. Un incremento che, per quanto legato a conguagli fiscali e non a un aumento strutturale della pensione, rappresenta una boccata d’ossigeno in un periodo in cui il costo della vita continua a gravare sui bilanci familiari.
Il meccanismo è ormai noto a chi da anni presenta la dichiarazione dei redditi con l’INPS come sostituto d’imposta: se dalla dichiarazione emerge un credito, l’istituto provvede ad accreditarlo direttamente sul cedolino del mese stabilito, evitando lungaggini e bonifici separati. Questa volta, la finestra di pagamento coincide con le pensioni di settembre, ma il beneficio è legato a operazioni fiscali completate nei mesi precedenti.
Non tutti, però, vedranno un assegno più alto. Le tempistiche di presentazione del 730, le tipologie di spese detraibili e l’eventuale presenza di controlli dell’Agenzia delle Entrate fanno la differenza tra ricevere subito il rimborso o dover attendere.
Ma a chi spetta l'aumento e come si calcolano gli importi? In quali date precise partiranno gli accrediti delle pensioni di settembre? E cosa bisogna verificare sul cedolino INPS per accertarsi che tutto sia stato conteggiato correttamente?
Prima di dare una risposta esauriente ai diversi quesiti, vi lasciamo alla visione del video YouTube di Pensioni e Aggiornamenti sull'argomento.
Pensioni settembre 2025: chi riceverà l'aumento e quanto spetta
Gli aumenti legati alle pensioni di settembre 2025 saranno percepiti solo da una parte dei pensionati. Il requisito principale è aver scelto l’INPS come sostituto d’imposta e aver presentato il Modello 730/2025 entro il 30 giugno.
Il rimborso medio oscilla tra i 150 e i 500 euro, ma in alcuni casi può superare i 1.000 euro. Accade, ad esempio, quando nel corso dell’anno precedente sono state sostenute spese sanitarie significative, pagamenti per ristrutturazioni o quando si hanno più familiari a carico. L’INPS, una volta ricevuti i dati dall’Agenzia delle Entrate, applica il conguaglio direttamente sul primo cedolino utile.
Chi ha inviato il Modello 730 oltre la scadenza di giugno, o non ha indicato l’INPS come sostituto, non riceverà il rimborso in questa finestra e dovrà attendere tempi più lunghi. In più, per rimborsi superiori a 4.000 euro, sono previsti controlli preventivi che possono ritardare l’accredito di alcune settimane.
Quando arriva il pagamento delle pensioni settembre 2025: date INPS e calendario
Il primo giorno di pagamento della pensione di settembre 2025 sarà lunedì 1° settembre per chi riceve l’accredito su conto corrente, bancario o postale. Per chi ritira la pensione in contanti presso Poste Italiane, invece, resta in vigore il calendario scaglionato per lettera iniziale del cognome, adottato nei piccoli comuni e in uffici con particolare affluenza. Di seguito, le date da fissare bene in mente.
- Cognomi A – B: lunedì 1 settembre;
- Cognomi C – D: martedì 2 settembre;
- Cognomi E – K: mercoledì 3 settembre;
- Cognomi L – O: giovedì 4 settembre;
- Cognomi P – R: venerdì 5 settembre;
- Cognomi S – Z: sabato 6 settembre (solo mattina).
Il rispetto della turnazione permette di ridurre code e attese agli sportelli, assicurando un flusso regolare di utenti.
Cedolino pensione INPS di settembre 2025: cosa verificare
Il cedolino della pensione è disponibile sul portale INPS dal primo giorno del mese e rappresenta il documento chiave per capire se il rimborso Irpef è stato correttamente accreditato. Le voci da controllare con attenzione sono:
- Rimborso da 730: deve essere riportato chiaramente con l’importo netto;
- Detrazioni fiscali: verificare che siano applicate per intero (spese mediche, familiari a carico, mutui);
- Trattenute a debito: eventuali importi negativi legati a conguagli sfavorevoli;
- Altri arretrati o bonus: potrebbero essere inclusi nel totale.
Un controllo puntuale evita sorprese e permette di segnalare subito eventuali anomalie al CAF o all’INPS.
Rimborsi e prospettive future
L’incremento della pensione di settembre è, di fatto, un’anticipazione di somme già dovute, frutto della dichiarazione dei redditi. Non modifica il valore della pensione per i mesi successivi, ma offre liquidità immediata in un periodo in cui molte famiglie devono affrontare spese di fine estate e ripartenza scolastica.
Intanto, sul fronte normativo, l’autunno potrebbe portare ulteriori novità. Si discute di maggiore flessibilità in uscita per alcune categorie di lavoratori, revisione delle pensioni minime e possibili ritocchi alle aliquote contributive per specifici settori. Decisioni che, se confermate nella Legge di Bilancio 2026, potrebbero ridisegnare le dinamiche previdenziali dei prossimi anni.