Con l’arrivo di dicembre cresce l’attesa per la tredicesima, la mensilità aggiuntiva che da decenni accompagna il periodo natalizio e offre un aiuto concreto a milioni di lavoratori e pensionati.
Nonostante venga percepita come una sorta di “bonus di fine anno”, in realtà la tredicesima è parte integrante della retribuzione annuale e risponde a regole ben precise di calcolo e tassazione. Molti si accorgono però che l’importo è più basso rispetto a una normale busta paga, e questo genera non poca confusione.
Quando arriverà la tredicesima nel 2025? Perché non corrisponde esattamente allo stipendio mensile? E come si calcola correttamente in base ai mesi lavorati e alle detrazioni fiscali? Scopriamolo insieme.
Prima però vi lasciamo al video YouTube di Mr LUL lepaghediale che ci aggiorna su tutte le novità relative alla tredicesima su stipendi e pensioni.
Quando viene pagata la tredicesima nel 2025: date e tempistiche per dipendenti e pensionati
La tredicesima 2025 sarà accreditata, come da tradizione, nel mese di dicembre. Per i dipendenti pubblici e i pensionati, l’accredito avviene solitamente entro la metà del mese, con data che può variare tra il 13 e il 16 dicembre. Gli insegnanti e i lavoratori delle pubbliche amministrazioni vedranno l’importo direttamente nel cedolino NoiPA, mentre per i pensionati INPS la somma sarà inclusa nel pagamento della pensione di dicembre.
Diversa la situazione nel settore privato, dove la data di pagamento dipende dal contratto collettivo e dalle scelte aziendali. In genere, l’accredito avviene tra il 15 e il 24 dicembre, ma alcune imprese preferiscono anticipare il pagamento per agevolare le spese natalizie dei dipendenti. È bene ricordare che la tredicesima non è soggetta a detassazione o imposte ridotte: la tassazione ordinaria resta pienamente applicata, come per le altre mensilità, incidendo in modo significativo sull’importo netto.
Perché la tredicesima è più bassa dello stipendio: tasse e voci escluse dal calcolo
Uno dei dubbi più diffusi riguarda la differenza tra stipendio mensile e tredicesima. Molti lavoratori restano sorpresi nel vedere una somma inferiore rispetto alla loro normale retribuzione. La spiegazione è più tecnica che misteriosa: la tredicesima viene calcolata solo sulla base dello stipendio fisso lordo, escludendo componenti variabili come straordinari, premi di produzione, indennità di turno o bonus aziendali.
Inoltre, non beneficiano delle detrazioni fiscali per lavoro dipendente, che vengono applicate mensilmente sulla busta paga ma non sulla tredicesima. Il risultato è una tassazione più alta e un netto più basso.
Un altro aspetto importante riguarda la maturazione. Ogni mese di lavoro genera 1/12 della tredicesima, a partire da gennaio fino a dicembre. Se un lavoratore è stato assunto durante l’anno, riceverà una somma proporzionale ai mesi effettivamente lavorati. Ad esempio, chi è entrato in azienda ad aprile riceverà solo 8/12 della mensilità.
La tredicesima continua però a maturare anche durante alcune assenze retribuite, come ferie, malattia o congedo parentale, mentre si interrompe nei periodi non retribuiti. È quindi un importo legato al tempo di servizio effettivo e alle condizioni contrattuali di ciascun lavoratore.
Simulazioni di calcolo della tredicesima: quanto spetta in base allo stipendio
Per capire meglio come si calcola la tredicesima, è utile osservare alcuni esempi pratici. Supponiamo che un lavoratore percepisca uno stipendio netto mensile di 2.000 euro. Se ha lavorato per l’intero anno, la tredicesima sarà inferiore a questa cifra perché, come detto, vengono esclusi straordinari, premi e detrazioni. In media, il netto percepito sarà compreso tra 1.600 e 1.750 euro.
Chi guadagna 1.500 euro al mese, invece, può aspettarsi una tredicesima netta di circa 1.200 euro. Se l’assunzione è avvenuta a metà anno, la cifra si ridurrà proporzionalmente, ad esempio a 600 euro per sei mesi di anzianità. I lavoratori part-time, a loro volta, maturano la tredicesima in proporzione alle ore lavorate: un contratto al 50% genera metà mensilità aggiuntiva.
Le stesse logiche si applicano ai pensionati, la cui tredicesima coincide generalmente con la pensione di dicembre, salvo piccole differenze dovute al reddito e all’imponibile fiscale.