L'Italia si colloca al primo posto in Europa per capacità alberghiera ricettiva. È il dato di apertura del X Rapporto sul sistema alberghiero e turistico ricettivo italiano, realizzato da Federalberghi, che ne ha diffuso un'anteprima.
Il documento offre una fotografia, supportata dai numeri, del comparto turistico ricettivo nazionale, che secondo il World Travel and Tourism Council (WTTC) nel 2024 ha rappresentato l'11% del Pil.
L'Italia conta 32.943 alberghi, 1,1 milioni di camere e 2,3 milioni di posti letto, risultando il primo paese europeo per capacità ricettiva alberghiera. La categoria più numerosa è quella media, composta dai 3 stelle e dalle RTA (residenze turistico alberghiere), con 18.182 alberghi pari al 55,2% dell'offerta. Le categorie più alte rappresentano il 22,5% delle strutture: 6.639 sono i 4 stelle e 771 i 5 stelle. Gli alberghi a 1 e 2 stelle sono il 22,3% (rispettivamente 2.339 e 5.002).
Dal 2000 a oggi lo scenario è cambiato: all'inizio del terzo millennio la categoria più numerosa era quella degli alberghi a 1 e 2 stelle, che rappresentavano il 49,3% dell'offerta. I 3 stelle e le RTA erano il 42,2%, mentre i 4 e 5 stelle costituivano l'8,5% delle strutture.
Parallelamente si è ampliata la dimensione media degli alberghi: tra il 1980 e il 2024 i posti letto per albergo sono passati da 37,6 a 69,3.
La distribuzione territoriale evidenzia che il 58,2% degli esercizi e il 51% dei posti letto si concentra nelle regioni del Nord. La regione con il maggior numero di esercizi è il Trentino-Alto Adige (5.380 alberghi), seguita da Emilia-Romagna (4.074), Veneto (3.133), Lazio (2.864), Lombardia (2.832) e Toscana (2.712).
Considerando le camere, la capacità ricettiva vede in testa l'Emilia-Romagna (141.578), seguita da Trentino-Alto Adige (123.439), Veneto (108.992) e Lazio (108.217). Nel Mezzogiorno gli alberghi presentano una dimensione media più elevata. Le regioni con la dimensione media più alta sono Calabria (119,6 posti letto), Sardegna (108,6), Puglia (100,2) e Sicilia (92,9).
Sul fronte della domanda, il 61% delle presenze turistiche registrate nel 2024 in Italia (283,9 milioni) ha soggiornato in albergo, con un aumento del 3,1% rispetto al 2023. Gli arrivi in albergo sono stati 96,4 milioni, in crescita del 2,9%.
Per provenienza, 47,5 milioni di arrivi e 134,7 milioni di presenze alberghiere riguardano turisti italiani. Gli stranieri hanno totalizzato 48,9 milioni di arrivi e 149,2 milioni di presenze. Si registra un calo di arrivi e presenze tra i turisti italiani rispetto all'anno precedente e un aumento tra i viaggiatori esteri.
«Il quadro che viene fuori da questo rapporto - ha dichiarato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca - ci mostra un sistema che tiene. La capacità ricettiva ci contraddistingue in tutta Europa, sempre più visitatori orientano la propria scelta su un soggiorno in hotel e, ultimo ma non da ultimo, la crescita del turismo straniero a sua volta rivela la qualità di un'offerta che non delude, anzi fidelizza il viaggiatore. Lo scenario internazionale nell'ultimo anno ha presentato diversi ostacoli che certo non hanno facilitato il movimento turistico straniero - ha aggiunto Bocca -. I conflitti internazionali e la drammatica situazione in Medio Oriente hanno provocato un colpo di freno rispetto agli anni passati. Nel contempo, il nostro turismo interno ha subito una battuta d'arresto dovuta al sempre più alto costo della vita. Io credo davvero che oggi - ha concluso Bocca - ogni seppur lieve crescita vada considerata al doppio del suo valore, poiché essa mostra l'andamento delle scelte di un turismo globale, capace di abbattere l'incertezza del progetto viaggio, anche a fronte di situazioni di potenziale pericolo. I dati, ribadisco, ci parlano di un sistema solido, ben distribuito, di strutture che hanno colto la sfida della riqualificazione per una maggiore competitività. Certo vi è sempre la possibilità di migliorare, dovremo concentrarci su questo. Ma intanto continuiamo a fare ciò che ci caratterizza, vigiliamo sul futuro».