Il Rimborso 730/2025 è il passaggio finale più atteso della dichiarazione dei redditi: il momento in cui il contribuente riceve dall’erario quanto versato in più nel 2024, grazie a detrazioni e deduzioni. La procedura, tuttavia, non è uguale per tutti: varia in base alla categoria di contribuente, alle date di trasmissione del modello e alle verifiche fiscali che possono essere attivate. Conoscere le regole consente di prevedere i tempi di accredito e di ridurre al minimo i ritardi.
Quali sono le tempistiche reali per l’accredito? In che modo cambia la procedura tra lavoratori, pensionati e chi non ha un sostituto d’imposta? E quali controlli possono influire sulla data di pagamento?
Prima di dare una risposta esauriente ai diversi quesiti, vi lasciamo al video YouTube di Bonus e Pagamenti sull'argomento.
Chi ha diritto al Rimborso 730/2025 e come viene erogato
Il rimborso IRPEF nasce quando le detrazioni (per spese sanitarie, mutui, istruzione, familiari a carico, ecc.) e le deduzioni superano l’imposta dovuta. In questo caso si genera un credito che viene restituito.
Le modalità di erogazione sono diverse:
- Lavoratori dipendenti → il rimborso arriva direttamente nella busta paga, a cura del datore di lavoro;
- Pensionati → viene accreditato dall’INPS sul cedolino pensione, di norma nella seconda mensilità successiva all’invio del modello;
- Contribuenti senza sostituto d’imposta → ricevono il pagamento dall’Agenzia delle Entrate tramite bonifico bancario (su IBAN comunicato) o, in mancanza, con assegno o vaglia postale.
Per tutti è necessario aver presentato il Modello 730/2025 (precompilato o ordinario) entro la scadenza del 30 settembre 2025 e, se senza sostituto, aver comunicato correttamente l’IBAN.
Tempistiche del Rimborso 730/2025: calendario per categorie
Le date di pagamento del rimborso 730/2025 variano in base alla data di trasmissione della dichiarazione e alla categoria di contribuente.
Lavoratori dipendenti con sostituto d’imposta:
- Invio entro 31 maggio 2025 → accredito a luglio 2025;
- Invio 1–20 giugno 2025 → accredito ad agosto 2025;
- Invio 21 giugno–15 luglio 2025 → accredito a settembre 2025;
- Invio 16 luglio–31 agosto 2025 → accredito a ottobre 2025;
- Invio 1–30 settembre 2025 → accredito da novembre 2025.
Pensionati:
- Invio entro maggio 2025→ accredito ad agosto 2025;
- Invio giugno–luglio 2025 → accredito tra settembre e ottobre 2025;
- Invio ad agosto o settembre 2025 → accredito da novembre o dicembre 2025.
Contribuenti senza sostituto d’imposta:
- Credito fino a 1.000 € → pagamento da dicembre dello stesso anno;
- Credito tra 1.000 e 4.000 € → pagamento entro marzo dell’anno successivo;
- Credito superiore a 4.000 € o dichiarazione con anomalie → possibili tempi più lunghi, legati a controlli preventivi
Controlli e motivi di ritardo
L’Agenzia delle Entrate può avviare controlli preventivi quando:
- Il credito IRPEF è superiore a 4.000 €;
- Sono state inserite modifiche rilevanti nel modello precompilato;
- Emergerebbero incoerenze rispetto alla Certificazione Unica o ad altre banche dati fiscali.
In caso di controllo, il pagamento del rimborso 730/2025 può slittare fino a sei mesi dalla scadenza di presentazione o dalla data effettiva di invio. Ma le verifiche da parte dell'Ente non sono l'unica ragione della posticipazione dell'accredito. Altri motivi di ritardo includono:
- IBAN errato o non comunicato (per chi riceve dall’Agenzia);
- Errori nella trasmissione del modello da parte del CAF o del professionista;
- Modello 730-4 non recapitato al sostituto d’imposta.
Per monitorare lo stato della pratica, è possibile:
- Accedere al Cassetto Fiscale sul sito dell’Agenzia delle Entrate;
- Consultare il portale INPS (per i pensionati);
- Contattare il proprio datore di lavoro o CAF per verificare la ricezione del modello 730-4.
Come ridurre i tempi di accredito del Rimborso 730/2025
Accorciare l’attesa del rimborso 730/2025 è possibile adottando una strategia semplice ma efficace. Il primo passo è presentare la dichiarazione dei redditi con largo anticipo, così da rientrare nei primi cicli di pagamento che partono tra luglio e agosto.
È altrettanto importante verificare con attenzione tutti i dati inseriti, in particolare le detrazioni, le deduzioni e l’IBAN comunicato, poiché anche un piccolo errore può comportare ritardi significativi.
Ridurre al minimo le modifiche non necessarie rispetto al modello precompilato dell’Agenzia delle Entrate aiuta a evitare controlli preventivi, che possono allungare i tempi di accredito fino a diversi mesi. Infine, un monitoraggio costante dello stato della pratica tramite SPID o CNS consente di individuare subito eventuali problemi e intervenire tempestivamente per risolverli, garantendo così un accredito più rapido e senza intoppi.