Nuova proposta ad alto rendimento: con la scadenza ravvicinata, autocall aggressivo e cedola del 2,75% mensile il certificato dimostra resilienza
In un contesto di mercato che invita alla prudenza e all’utilizzo di strutture maggiormente improntate alla difesa, come i Low Barrier o i (Fixed) Cash Collect Airbag, stanno trovando spazio nei portafogli degli investitori anche dei certificati che fanno della breve durata e dell’elevato rendimento mensile il loro punto di forza. Negli ultimi mesi si è infatti affermata una tendenza alternativa tra gli strutturatori, capaci di trasformare un certificato “high yield” in una strategia sorprendentemente resiliente grazie alla combinazione di cedole a memoria elevate (maggiori del 2% mensile), durata relativamente breve (spesso sotto i 12-18 mesi) e step down molto accentuato (con il trigger che può ridursi fino al 5% al mese), in linea con la tendenza dei certificati “fast”. Pur restando caratterizzati da un profilo rischio-rendimento elevato (il rendimento potenziale supera anche il 20-25% annuo), questi certificati sono dotati di una buona tenuta del prezzo durante la loro vita utile: la combinazione di questi tre fattori – autocall con trigger particolarmente dinamico, scadenza ravvicinata e premi periodici elevati – fa sì che tali strutture quotino fisiologicamente a premio rispetto alla componente lineare nel corso della loro vita, rendendo possibile un’uscita dal prodotto a condizioni relativamente favorevoli anche in presenza di moderati ribassi dei sottostanti. Tutto ciò garantisce una certa resilienza del certificato almeno nel breve periodo, a condizione che nessuno dei titoli in basket si avvicini eccessivamente alla barriera: per questo tali strumenti devono essere gestiti piuttosto dinamicamente e non “dimenticati” in portafoglio. Il rischio (torniamo a ripeterlo, nel complesso non moderato) di questi certificati risiede nel fatto che, nel caso di ribassi particolarmente violenti da parte di uno dei titoli e vista la breve scadenza del prodotto, non vi sia il tempo per il recupero delle barriere da parte dei sottostanti.
Ma vediamo un esempio di certificato dotato di tali caratteristice: il Phoenix Memory Step Down (ISIN: IT0006771353) targato Marex e scritto su un basket worst of composto da STMicroelectronics, Intel, Broadcom e AMD. Il prodotto prevede premi a memoria pari al 2,75% mensile (33% p.a.), condizionati al trigger premio posto al 60% dei valori iniziali, durata massima pari a 12 mesi (scadenza novembre 2026) e la possibilità, a partire dalla data di osservazione del 23 gennaio 2026 e per le successive date a cadenza mensile, di rimborso anticipato del valore nominale, pari a 1.000 euro, qualora tutti i titoli rilevino al di sopra del 95% dei rispettivi valori di riferimento iniziali, con il trigger autocall che decresce poi del 4% ogni mese: ad aprile 2026 sarà già sceso all’83%, arrivando fino al 63% dell’ultima data di osservazione prima della scadenza.
Qualora si giunga alla data di osservazione finale del 3 novembre 2026 senza che sia stato richiamato anticipatamente, il prodotto rimborserà il proprio valore nominale qualora tutti i titoli non perdano più del 40% dai rispettivi valori di riferimento iniziali, in virtù della barriera capitale posta al 60% degli stessi, generando un rendimento annualizzato pari al 33,4% circa, nel caso in cui vengano pagati anche tutti i premi previsti. Al di sotto del livello barriera, il valore di rimborso del certificato verrà invece diminuito della performance negativa del titolo worst of, che verrà calcolata a partire dallo strike price.
Ai valori correnti del “worst of” STMicroelectronics, in calo del 12% dall’emissione, il certificato è quotato qualche decimale al di sotto del nominale, confermando la resilienza insita nella struttura. La prima cedola di 27,5 euro sarà pagata il 3 dicembre se alla chiusura del 24 novembre i 4 titoli del basket saranno al di sopra delle rispettive barriere.


Report a cura di Pierpaolo Scandurra
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