Ribassisti nello sconforto

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 30/09/2025 09:28

Bassa volatiità, crescita continua delle quotazioni, si combinano con un contesto esogeno radioso: fra boom dei profitti e taglio dei tassi di interesse. Molti strategist denunciano un vistoso ritardo, ma iniziano ad arrivare ora i primi target realistici.

Il mercato azionario americano sta onorando al meglio che la sua struttura tecnica gli consente, il classico trade stagionale “Sell Rosh Hashanah, Buy Yom Kippur”: una finestra temporale che si estende fino alla seconda seduta di ottobre, e che storicamente vede le quotazioni azionarie ripiegare, seppure in misura di certo non trascendentale.
In effetti la seconda seduta negativa consecutiva ieri a Wall Street, non ha nemmeno avvicinato il primo livello di supporto, di cui pur si prefigura la sollecitazione nei prossimi giorni. Nulla in effetti che possa disturbare il sonno degli investitori.

Resta un bull market confortante come volatilità: con il VIX da tempo ai minimi termini, e uno SKEW Index che denuncia la sostanziale assenza degli investitori istituzionali. Sullo S&P500 una seduta da -2% manca ora da più di cinque mesi (21 aprile scorso: -2.36%): una “siccità ribassista” che fa notizia.
Al di là della scarsità di gratificazioni per gli operatori che prediligono il lato corto del mercato, l’assenza reiterata di seduta così palesemente negative è non priva di effetti prospettici: una volta raggiunta una latitanza sufficiente, una prova così plateale di robustezza tecnica favorisce l’ulteriore allungo delle quotazioni azionarie: l’ultimo episodio risale a due anni fa, e come si ricorderà la circostanza fu seguita da un rally estesosi fino a febbraio scorso.
Elaboreremo un modello previsionale, basato possiamo anticipare su un’ampia casistica storica, quando il contatore delle sedute “non maligne” raggiungerà la soglia prefissata. Sarà interessante verificare se la proiezione fornita collimerà con le indicazioni contenute nell’Outlook di metà anno.

Verosimilmente la circostanza getterà nello sconforto anche gli strategist, da tempo in affanno nelle previsioni di mercato. I guru delle banche di Wall Street esprimono al momento una previsione mediana di 6.486 punti per fine anno, stando al panel curato da Bloomberg. Una cautela imposta dal tonfo di inizio aprile, che ha raffreddato gli entusiasmi, finora in guisa irrimediabile. 
Al contrario una crescita sorprendente dei profitti aziendali, il ritrovato entusiasmo per l’intelligenza artificiale e la riapertura del ciclo di tagli dei tassi ufficiali, hanno generato un boom delle quotazioni azionarie senza soluzione di continuità. Ed Yardeni, decano degli analisti americani, ieri si spingeva nel pronosticare una probabilità del 25% di raggiungere a fine anno i 7.000 punti di S&P500. La previsione non ci suona nuova...

Gaetano Evangelista - www.ageitalia.net

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