Tra le varie modifiche all’IMU in discussione in Parlamento, la Camera dei Deputati ha dato il via libera all’unanimità a un provvedimento che potrebbe ridefinire in modo significativo il rapporto fiscale tra gli italiani residenti all’estero e i loro immobili nei piccoli centri del Paese.
Il testo, presentato nel 2023, punta a introdurre un sistema di agevolazioni calibrato sulla dimensione demografica dei Comuni, con l'obiettivo di alleggerire - e in alcuni casi azzerare - il peso dell’imposta per circa 100mila connazionali iscritti all’AIRE che continuano a mantenere una casa in Italia.
La portata della misura non è soltanto tecnica. La riforma risponde a una domanda di equità sollevata da anni dagli emigrati, spesso costretti a sostenere un prelievo che non riflette il reale utilizzo dell’immobile, né il legame affettivo e patrimoniale con i borghi di origine, molti dei quali oggi sotto la soglia dei 5mila abitanti.
Scopriamo insieme cosa cambia e le nuove regole di esenzione e riduzione dell’IMU.
Le novità Imu per gli italiani all’estero: cosa prevede la proposta
La riforma introduce un principio di favore verso i cittadini iscritti all’AIRE, molti dei quali hanno mantenuto un legame diretto con i piccoli centri da cui spesso è partita l’emigrazione. Una scelta non casuale, come ha spiegato il relatore Toni Ricciardi, che pur definendo la misura non risolutiva, ha sottolineato l’esigenza di adottare un criterio di progressività territoriale.
Il limite demografico dei 5mila abitanti diventa quindi il perno dell’intervento legislativo, con l’obiettivo di intervenire sul 70% dei Comuni italiani, realtà in cui il patrimonio immobiliare degli emigrati rappresenta ancora un legame economico e culturale significativo.
A differenza di precedenti iniziative, la proposta supera il concetto di esenzione generalizzata e costruisce una cornice selettiva. Le agevolazioni sono infatti collegate non solo al luogo in cui è situato l’immobile, ma anche alle caratteristiche del proprietario e al valore catastale dell’unità.
Requisiti per accedere all’esenzione o alla riduzione IMU
Per beneficiare delle nuove regole il legislatore ha previsto una serie di condizioni puntuali, costruite per evitare abusi e indirizzare l’agevolazione IMU verso i contribuenti che conservano un reale legame con il territorio. La platea dei beneficiari è quindi definita da criteri anagrafici, catastali e territoriali che devono coesistere.
I principali requisiti sono:
• residenza in Italia per almeno cinque anni prima del trasferimento all’estero, così da circoscrivere il beneficio a chi ha effettivamente maturato un radicamento nel Paese;
• immobile a uso abitativo, requisito che esclude unità destinate ad attività economiche o strumentali;
• ubicazione dell’immobile nel Comune in cui il proprietario risulta iscritto all’AIRE, elemento che garantisce coerenza tra residenza anagrafica estera e radici territoriali italiane;
• divieto di locazione e di comodato d’uso, condizione necessaria per evitare che l'agevolazione venga applicata a immobili che generano un’utilità economica diretta;
• applicazione del beneficio a una sola unità immobiliare, così da limitare l’impatto finanziario sui bilanci comunali e preservare la finalità originaria del provvedimento.
Esenzione totale IMU o riduzione parziale: come funzionano le tre fasce di rendita
Il cuore della misura risiede nel meccanismo di fasce basate sulla rendita catastale. È un approccio progressivo che permette di modulare il beneficio in funzione del valore dell’immobile:
- Per le unità immobiliari con rendita fino a 200 euro è prevista l’esenzione totale dall’IMU;
- Per le rendite tra 201 e 300 euro, il contribuente sarà tenuto a versare solo il 40% dell’imposta;
- Nel terzo scaglione, da 301 a 500 euro, l’obbligo sale al 67% dell’importo dovuto.
Oltre i 500 euro di rendita, l’agevolazione non si applica. La scelta di adottare un criterio così mirato risponde all’esigenza di supportare soprattutto gli immobili di minor pregio, spesso situati nei centri più piccoli e più esposti al rischio di abbandono.
Riduzione Tari del 50%: un correttivo necessario per evitare squilibri
La riforma, però, non si limita a intervenire solo sull’Imu. Per gli immobili che rientrano nelle agevolazioni è prevista anche una riduzione del 50% della Tari. Una misura necessaria, perché negli ultimi anni la tassa rifiuti ha spesso annullato i benefici derivanti da eventuali riduzioni dell’IMU, risultando particolarmente onerosa anche per abitazioni utilizzate pochi giorni l’anno.
L’allineamento dei due tributi permette quindi ai proprietari di ricevere un beneficio effettivo e non solo formale. Un tassello che contribuisce a rendere il provvedimento più equilibrato e coerente.
Approvazione parlamentare e tempi: quando entrano in vigore le nuove regole IMU
Il provvedimento è stato approvato alla Camera con 229 voti favorevoli, un segnale forte della convergenza politica sul tema. L’entrata in vigore è prevista per il 2026. Fino alla scadenza del 16 dicembre 2025, data in cui c’è da pagare il saldo IMU, continueranno quindi ad applicarsi le regole attuali.
Il periodo transitorio offrirà ai Comuni il tempo necessario per adattare i propri regolamenti e ai contribuenti la possibilità di programmare correttamente i propri versamenti.