Opzione Donna anche nel 2026 ma "rafforzata": come funziona e cosa cambia per le lavoratrici

Niccolò Mencucci Niccolò Mencucci - 04/09/2025 10:15

Opzione Donna anche nel 2026 ma rafforzata: come funziona e cosa cambia per le lavoratrici

Importanti novità per le lavoratrici che desiderano andare in pensione (molto) prima rispetto all?uscita ordinaria.

Sembra infatti che Opzione Donna non sarà ritirata. Anzi, si parla di un rinnovo per il 2026, ma in una versione più "rafforzata?.

Vediamo nel dettaglio cosa prevede questa Opzione Donna "rafforzata", e cosa cambia per le lavoratrici.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Mondo Pensioni.

Opzione Donna 2026 "rafforzata": come funziona

Invece di venire ritirata a causa delle basse richieste registrate nell?ultimo anno, Opzione Donna potrebbe tornare nel 2026, addirittura in una versione "rafforzata" per consentire l?accesso a un numero maggiore di lavoratrici.

Secondo le ultime indiscrezioni, si lavorerebbe su tre ambiti principali: l?età di pensionamento, le categorie beneficiarie e il calcolo dell?assegno previdenziale.

Per quanto riguarda l?età di uscita, si ipotizza un ritorno ai requisiti originari, permettendo di nuovo il pensionamento a 58 anni per le dipendenti e a 59 per le autonome.

Ricordiamo che oggi Opzione Donna consente il ritiro solo a chi ha compiuto 61 anni, o fino a 2 anni prima per chi ha figli a carico.

Altra ipotesi è quella di includere nuove categorie di lavoratrici, tra cui quella delle lavoratrici con mansioni particolarmente gravose.

Infine, un?ulteriore opzione allo studio è la sostituzione dell'attuale modello di calcolo a sistema contributivo con quello misto contributivo.

Opzione Donna 2026 "rafforzata": cosa cambia per le lavoratrici

Se queste modifiche dovessero venire introdotte, Opzione Donna potrebbe garantire a molte più lavoratrici la possibilità di ritirarsi prima e a condizioni più vantaggiose.

Se oggi solo le donne appartenenti ad alcune categorie specifiche possono richiederlo (caregiver, invalide, disoccupate...), dal 2026 Opzione Donna potrebbe essere accessibile a migliaia di lavoratrici in più.

Il che farebbe crescere il numero di richiedenti, attestato lo scorso anno a 3.590, nettamente inferiore rispetto al 2023, quando erano circa 12.000.

A sua volta, l?abbassamento dell?età di uscita e il possibile cambio del calcolo dell?assegno renderebbero il trattamento più interessante.

Anche se non è detto che l?assegno sarà necessariamente più alto, e che la misura risulterà sostenibile per le casse dello Stato.

Opzione Donna 2026 "rafforzata": pro e contro della misura

Va detto che, in caso di uscita ulteriormente anticipata, il beneficio del calcolo con sistema misto-contributivo potrebbe venire a meno a causa del coefficiente di trasformazione che verrebbe applicato.

Uscendo a 59 anni invece che a 61, l'assegno potrebbe infatti risultare più basso, a meno di non accumulare qualche anno di contributi in più per compensare la perdita.

Facciamo un esempio. Una lavoratrice con 2.000 euro di stipendio lordi e 35 anni di contributi decide di uscire con Opzione Donna.

Ritirandosi a 59 anni, potrebbe avere un assegno da 1.200 euro lordi al mese. Uscendo a 61 anni, potrebbe averne uno da 1.260 euro lordi.

E questo con un calcolo basato sul modello contributivo.

Se venisse introdotto quello misto-contributivo, rispettivamente l'assegno sarebbe di 1.270 euro lordi a 59 anni e di 1.340 euro lordi a 61 anni.

Come si può vedere, ritirandosi qualche anno prima comporterebbe comunque un taglio dell'assegno di diverse decine di euro.

Senza contare i costi per mantenere un altro anno di Opzione Donna. Basti solo pensare che per sospendere l'aumento dei requisiti previdenziali (in arrivo nel 2027) occorreranno diversi miliardi di euro.

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