Il presidente Trump ha annunciato la nomina di Michelle Bowman, attuale governatrice della Federal Reserve, come nuova vicepresidente per la supervisione della banca centrale. Bowman, ex commissaria bancaria del Kansas, avrà il compito di supervisionare le banche statunitensi, con l'obiettivo di ridurre le restrizioni sui prestiti e rivedere il quadro normativo post-crisi finanziaria del 2008. Trump ha espresso fiducia nelle capacità della Bowman, dichiarando che l'economia americana raggiungerà nuovi livelli di prosperità. La nomina della Bowman, che richiede la conferma del Senato, è stata accolta favorevolmente dall'industria bancaria, che si aspetta un approccio più flessibile alla regolamentazione.
Oh, guarda un po’ chi è stato nominato per tenere a bada i lupi di Wall Street. Michelle Bowman, ex commissario bancario del Kansas, adesso vicepresidente per la supervisione della Fed. “Sì, proprio lei, quella che farà dondolare i giganti bancari come un bimbo su un’altalena”. Trump, il nostro uomo dalle mille promesse, ha deciso che la Bowman è l’arma segreta per riportare l'America a “quote di Ricchezza mai viste prima nella storia della nazione”. Ah sì, perché la storia ci ha insegnato che chi mette volpi a guardia del pollaio ottiene sempre grandi risultati.
La Bowman, con un curriculum che sembra più una lista della spesa di un minimarket del Kansas, è pronta a cambiare le regole del gioco. Ovviamente, con metà delle banche che già fanno la ola al suo nome, c’è da chiedersi se il suo approccio sia davvero quello di metterle in riga o piuttosto quello di giocare a fare il cane da guardia addomesticato. Opporsi a regolamenti che richiedono alle banche di mettere da parte un cuscinetto più grande per le perdite future? Che idea folle, vero? Perché mai un sistema bancario solido e preparato dovrebbe mai essere una priorità?
E poi abbiamo Scott Bessent, il Segretario del Tesoro, che fa il suo ingresso trionfale dicendo che le vecchie politiche sono “retrograde”. Be', ci mancherebbe altro che ammettere che ci sono stati errori in passato, eh? Ci serve una “cultura di supervisione non più rotta”, afferma. Ma non temete, ci penseranno loro a suonare all’unisono e a farci la serenata.
Ma la Bowman ha già fatto capire le sue intenzioni. È scettica sui cambiamenti proposti dal predecessore Michael Barr. Capital requirements? “No grazie, preferisco una tazza di tè”. E mentre le banche sbavavano nella speranza che qualcuno finalmente capisse il loro ruolo cruciale, ecco che arriva la Bowman a dichiarare che non ha proprio visto prove convincenti che cambiare approccio migliorerebbe il sistema bancario. Ah, già, perché l’evidenza non conta quando hai la fiducia cieca nel potere magico del libero mercato, giusto?
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Se vi fosse avanzato un briciolo di fiducia nel sistema bancario, vi consiglio di usarlo con parsimonia. Magari evitate di mettere tutte le vostre uova nello stesso paniere, perché quando la prossima crisi arriverà - e arriverà, fidatevi - non vorremmo che vi trovasse a bocca aperta. Magari invece di preoccuparvi di chi siede sulla sedia più alta della Fed, cominciate a chiedervi cosa davvero significhi la parola “supervisione”.
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