Tra le pieghe della fiscalità italiana si nasconde una delle scadenze più sottovalutate dagli investitori privati: il termine di compensazione delle minusvalenze del 2021, che cadrà il 31 dicembre 2025.
Chi non agirà in tempo, rischia di perdere un’opportunità concreta di risparmio fiscale. Non si tratta di una possibilità astratta, ma di un effetto automatico: per ogni 10.000 euro non compensati, si rinuncerà a 2.600 euro di vantaggio fiscale.
Il meccanismo è chiaro ma poco conosciuto. Le minusvalenze finanziarie possono essere compensate solo con plusvalenze classificate come “redditi diversi”, escludendo di fatto dividendi, cedole obbligazionarie e rendimenti da fondi o ETF.
Una regola che penalizza molti portafogli ben diversificati: anche gli investitori più prudenti rischiano di trovarsi con uno “zainetto fiscale” pieno, ma inutilizzabile.
Barclays: il Maxi Certificate per chi vuole agire ora
Barclays ha strutturato un nuovo Certificato Maxi Premio (ISIN XS3135998253) pensato specificamente per investitori che intendono azzerare le minusvalenze del 2021 entro la scadenza del 2025.
L’architettura è chiara e orientata al risultato:
- Maxi Cedola iniziale del 22% a dicembre 2025,
- Cedole trimestrali dell’1% (4% annuo) fino al 2029,
- Barriera del 60% su cedole e capitale,
- Paniere decorrelato composto da STMicroelectronics, Rheinmetall, Prysmian e Saipem.
La struttura: rendimento concentrato e fiscalità efficiente
22% di premio in pochi mesi
La principale leva del certificato è la cedola iniziale del 22%, pagata già a dicembre 2025, a meno di due mesi dall’emissione.
Se i quattro sottostanti si mantengono sopra la barriera del 60%, l’investitore incassa immediatamente un flusso lordo del 22%, ideale per compensare minusvalenze in scadenza.
Un esempio pratico lo chiarisce:
chi detiene 20.000 euro di minusvalenze e investe 100.000 euro nel certificato, incassando il premio del 22%, ottiene un recupero fiscale pieno (20.000 euro) in meno di dodici mesi.
Flussi trimestrali e effetto memoria
Dal secondo trimestre 2026, il certificato continua a distribuire cedole trimestrali dell’1%, con effetto memoria. Eventuali premi non pagati vengono recuperati automaticamente alla prima occasione utile, garantendo stabilità dei flussi e continuità di rendimento.
Barriera al 60%: protezione condizionata del capitale
La soglia del 60% sui sottostanti agisce come margine di sicurezza: anche con discese fino al 40%, le cedole e il capitale restano protetti. Una struttura coerente con le logiche di investimento difensivo, ma con rendimento potenziale elevato.
Autocall trimestrale: flessibilità dinamica
Dal 2026 in avanti, il meccanismo autocall offre la possibilità di rimborso anticipato qualora i sottostanti superino il valore iniziale. In questo caso, l’investitore riceve il capitale più tutti i premi maturati, compresi quelli in memoria. Il tutto con frequenza trimestrale, fino alla scadenza naturale nel 2029.
Un paniere che riflette i pilastri dell’economia europea
Prysmian S.p.A. – Energia e infrastrutture globali
Leader mondiale nella produzione di cavi per energia e telecomunicazioni, Prysmian beneficia direttamente dei programmi di transizione energetica e digitalizzazione delle reti. Con una capitalizzazione superiore ai 15 miliardi di euro e un portafoglio ordini record da 30 miliardi, l’azienda continua a mostrare margini in crescita (EBITDA oltre il 12%) e dividendi in costante aumento.
Rheinmetall AG – La potenza industriale della difesa europea
La tedesca Rheinmetall ha vissuto un’espansione senza precedenti, trainata dal riarmo del continente. Le performance parlano da sole: +380% in cinque anni e un backlog che supera i 40 miliardi di euro. L’impegno dei Paesi NATO a destinare oltre il 2% del PIL alla difesa garantisce prospettive di continuità e crescita.
Saipem S.p.A. – L’ingegneria che guida la transizione
Dopo la ristrutturazione completata nel 2022, Saipem si è trasformata in un player chiave per i progetti energetici offshore e rinnovabili. Con competenze distintive nell’ingegneria sottomarina e una presenza consolidata nei mercati emergenti, la società è oggi un punto di riferimento nella transizione energetica globale.
STMicroelectronics N.V. – Il cervello tecnologico d’Europa
Nel cuore del settore dei semiconduttori, STMicroelectronics fornisce componenti essenziali per automotive, IoT e industria avanzata. L’espansione produttiva sostenuta dal Chips Act europeo e l’investimento nei chip al carburo di silicio la posizionano come protagonista dell’elettrificazione e dell’innovazione industriale europea.
Perché scegliere il Maxi Certificate Barclays
Punti di forza principali:
- Maxi Cedola del 22%: ideale per il recupero immediato delle minusvalenze.
- Barriera profonda al 60%: protezione condizionata del capitale.
- Effetto memoria e autocall: rendimento potenziale costante e flessibilità d’uscita.
- Emittente solido e affidabile: Barclays Bank PLC, rating A+ (S&P).
Profilo ideale:
- Investitori con minusvalenze fiscali in scadenza entro il 2025.
- Chi desidera combinare rendimento elevato e ottimizzazione fiscale.
- Chi vuole mantenere un’esposizione selettiva a settori strategici europei.
Rischi e considerazioni finali
Come per ogni strumento finanziario, anche questo certificato comporta dei rischi:
- Capitale a rischio: se un sottostante scende sotto la barriera del 60% alla scadenza, la perdita sarà proporzionale.
- Rischio emittente: il capitale non è garantito in caso di insolvenza di Barclays.
- Effetto “worst-of”: la performance finale dipende dal titolo peggiore del paniere.
- Volatilità: Saipem e STMicroelectronics presentano storicamente oscillazioni più ampie rispetto agli altri componenti.
Accesso e modalità di sottoscrizione
Il Maxi Certificate Barclays (ISIN XS3135998253) è quotato su Borsa Italiana – EuroTLX e può essere acquistato tramite qualsiasi intermediario autorizzato.
È sempre consigliabile consultare la documentazione ufficiale disponibile sul sito Barclays e rivolgersi a un consulente abilitato prima di procedere all’investimento.
In sintesi
Il certificato Barclays unisce fiscalità intelligente, rendimento concentrato e protezione condizionata.
Per chi intende trasformare minusvalenze in valore, il tempo per agire è ora: dicembre 2025 segnerà non solo una scadenza fiscale, ma anche una linea di demarcazione tra chi avrà ottimizzato e chi avrà perso l’occasione.