Analisi Settimanale Mercati Finanziari - 01 Novembre 2025

Michele Clementi Michele Clementi - 01/11/2025 07:27

Riunione della FED

La riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) si è svolta il 28-29 ottobre 2025. Di seguito i principali elementi emersi:

  • La Fed ha deciso di ridurre il tasso obiettivo sui federal funds di 25 punti base, portandolo nell’intervallo 3,75 %-4,00 %
  • Il presidente Jerome Powell ha enfatizzato che una nuova riduzione del tasso nella riunione di dicembre non è affatto scontata
  • Nel voto della FOMC ci sono state due dissidenze: uno favorevole a una riduzione più ampia (-50 punti base) e un altro contrario alla riduzione. Questo mostra che la Fed è divisa all’interno sul percorso futuro. 

Quali sono le motivazioni e il contesto

Per capire meglio la decisione, vale la pena chiarire alcune condizioni economiche e fattori che la Fed ha tenuto in considerazione:

  • Il mercato del lavoro mostra segnali di indebolimento: la crescita dell’occupazione si è ridotta, e il tasso di disoccupazione è aumentato in misura contenuta. 
  • L’inflazione al 3% resta superiore all’obiettivo della Fed (che mira al ~2 %), ma non è esplosa: ad esempio, l’indice dei prezzi al consumo ha registrato un aumento relativamente contenuto in settembre. 
  • Un tema complicato è la chiusura del governo federale (“government shutdown”) che ha ritardato la diffusione di diversi dati economici fondamentali, rendendo più difficile per la Fed avere un quadro completo. 
  • La Fed sembra aver cambiato leggermente priorità: mettere maggiore attenzione al sostegno dell’occupazione e alla stabilità economica, rispetto a un periodo recente in cui la priorità principale era la lotta all’inflazione. 

Prospettive per le prossime riunioni

Guardando avanti, ecco quali elementi influenzeranno le decisioni future e quali scenari sono possibili:

Fattori da monitorare

  • L’evoluzione dell’inflazione: se tornasse a salire o restasse “elevata”, la Fed potrebbe sospendere ulteriori tagli o addirittura considerare rialzi.
  • Il mercato del lavoro: se la disoccupazione continuasse a salire o la crescita dell’occupazione si fermasse, la Fed potrebbe rendersi più accomodante.
  • I dati economici ritardati a causa dello shutdown: la Fed ha meno visibilità, il che aumenta l’incertezza e potrebbe portarla ad un atteggiamento più prudente.
  • Gli sviluppi globali: eventi internazionali, tensioni commerciali, e l’andamento dei principali partner economici possono influenzare l’orientamento della Fed.

Scenari possibili

  • Scenario base: Un ulteriore taglio di 25 punti base nella riunione di dicembre 2025 è ancora considerato probabile da alcuni analisti, ma non garantito. 
  • Scenario più prudente: La Fed potrebbe decidere di non tagliare a dicembre se i dati mostrano inflazione persistentemente elevata o se l’economia sorprende in positivo. Questo è esplicitamente indicato da Powell: “Policy is not on a preset course”. 
  • Scenario più aggressivo: In caso di peggioramento significativo del mercato del lavoro o di rischi di recessione, la Fed potrebbe considerare tagli maggiori o più frequenti. Tuttavia, al momento, non sembra essere la linea prevalente all’interno del FOMC (ci sono divergenze interne). 

Conclusione

  • In sintesi: la Fed ha tagliato i tassi nella riunione di ottobre 2025 e ha confermato che l’intervento monetario rimane condizionato dai dati e dai rischi. Tuttavia, la decisione mostra che la banca centrale è più cauta nel promettere allentamenti futuri, a causa della persistenza dell’inflazione e dell’incertezza derivante da dati incompleti.
  • Per gli operatori e gli osservatori è importante non dare per scontato un taglio nel dicembre prossimo: sarà tutto dipendente dai dati economici nei prossimi mesi.

Risultati del terzo trimestre Microsoft, Alphabet, Meta, Apple e Amazon

Microsoft ha riportato ricavi per circa $70,1 miliardi, in aumento del 13% anno-su-anno (15% in valuta costante).

·  L’utile per azione (EPS) diluito è stato di $3,46, in crescita del 18% anno su anno.

·  Il segmento “Microsoft Cloud” ha registrato ricavi per circa $42,4 miliardi, in crescita del ~20% (22% in valuta costante).

·   Nel segmento “More Personal Computing” (comprendente Windows, dispositivi, gaming, ricerca) i ricavi sono cresciuti del 6% anno su anno, con la pubblicità su ricerca e news in aumento del 21% in valuta costante.

Punti di forza e considerazioni

·  La forte crescita del cloud e dei servizi legati all’IA emergono come driver principali: Microsoft cita “cloud and AI are the essential inputs for every business”.

·  Ottima performance complessiva: l’azienda ha battuto le stime degli analisti sia per ricavi che per EPS.

Alphabet ha riportato ricavi totali di $102,3 miliardi, in crescita del 16% anno su anno (15% in valuta costante).

·  Il segmento Google Cloud è cresciuto del 34% su base annua, con ricavi pari a circa $15,2 miliardi.

·  Nel segmento Google Services (Search &-other, YouTube, piattaforme) i ricavi sono aumentati del 14% circa (a ~ $87,1 miliardi) con contributi a doppia cifra in vari sottosettori.

·   YouTube ha superato i $10 miliardi in ricavi da pubblicità in un trimestre per la prima volta.

Punti di forza e considerazioni

·  Il superamento della soglia dei $100 miliardi di ricavi trimestrali è un traguardo significativo per Alphabet.

·  Cloud & IA: il segmento cloud è in forte crescita e sembra guidato da domanda enterprise di infrastrutture IA.

·  Margini: l’azienda segnala che, escludendo alcune spese (es. sanzioni, ammortamenti), la crescita dei margini sarebbe più elevata.

Meta ha riportato ricavi pari a $51,242 miliardi, in crescita del 26% rispetto allo stesso periodo del 2024 (25% in valuta costante circa).

·  I costi e le spese sono aumentati del 32% anno su anno, arrivando a circa $30,707 miliardi.

· L’utile netto è stato circa $2,709 miliardi, che rappresenta una riduzione dell’83% rispetto ai $15,688 miliardi dell’anno precedente. Questo drastico calo è dovuto principalmente a un “one-time, non-cash income tax charge” di circa $15,93 miliardi.

·  Escludendo quel costo straordinario, l’azienda indica che l’EPS sarebbe stato circa $7,25 anziché $1,05.

Punti di forza e considerazioni

· Il tasso di crescita dei ricavi (26%) è molto robusto, indicativo della forza della pubblicità digitale di Meta e della sua trasformazione verso nuovi prodotti (es. AI glasses, Metaverse).

· L’azienda mostra ambizione in nuove aree (es. IA, hardware) e ciò viene presentato come un potenziale catalizzatore per i prossimi anni.

Apple ha riportato ricavi per circa 94,0 miliardi di dollari, in crescita del ~10 % rispetto all’anno precedente.

· L’utile per azione (EPS) diluito è stato di 1,57 $ per azione, anch’esso in crescita rispetto all’anno precedente.

· I ricavi dal segmento “Services” hanno raggiunto circa 27,42 miliardi di dollari, anch’essi in aumento, stabilendo un nuovo record per Apple.

·  Alcuni segmenti dei prodotti hanno registrato variazioni contrastanti: ad esempio iPad e Wearables hanno mostrato una flessione, mentre iPhone e Mac sono cresciuti.

Punti di forza e considerazioni

·  La crescita dei ricavi del ~10% è significativa per Apple, considerando che il trimestre in questione è tradizionalmente più debole rispetto al Q4 (legato alle vendite natalizie).

·  Il segmento “Services”, che include App Store, iCloud, Apple Music etc., continua a essere un motore importante di ricavi più stabili e ricorrenti, favorendo la diversificazione rispetto ai soli dispositivi hardware.

Amazon ha riportato ricavi che hanno superato le aspettative, con circa 180 miliardi di dollari nel trimestre, in crescita di circa il 13 % anno su anno.

·  Il segmento Amazon Web Services (AWS) ha registrato una crescita del ~20% anno su anno, con ricavi intorno ai 33 miliardi di dollari nel trimestre.

· L’utile per azione (o risultato netto) è salito notevolmente rispetto all’anno precedente, grazie anche al contributo del cloud e della pubblicità digitale.

Punti di forza e considerazioni

· Il forte andamento di AWS è positivo: il cloud continua a rappresentare una fonte di profitto più robusta rispetto al retail, che ha margini più bassi.

· Il segmento pubblicità digitale di Amazon e l’e-commerce continuano a crescere e a fornire supporto al business complessivo.

Curiosità:

Dentro la Fed: il cuore della finanza americana

Ogni volta che la Federal Reserve – meglio nota come Fed – alza o abbassa i tassi d’interesse, i mercati mondiali trattengono il fiato. Dai mutui americani all’euro in tasca agli europei, le sue decisioni si propagano come onde d’urto in tutto il sistema finanziario globale. Ma cos’è davvero la Fed, chi la guida e come decide il destino dell’economia più potente del mondo?

Un’istituzione nata dalle crisi

La Federal Reserve nasce nel 1913, dopo una serie di crisi bancarie che avevano mostrato la fragilità del sistema finanziario americano. Prima della sua creazione, non esisteva una vera banca centrale: ogni banca agiva per conto proprio, e nei momenti di panico gli Stati Uniti non avevano un “prestatore di ultima istanza”.

Il Congresso decise così di creare un sistema ibrido, capace di unire controllo pubblico e partecipazione privata. Nacque così la Fed, una struttura unica al mondo, indipendente ma al tempo stesso legata alla supervisione delle istituzioni democratiche.

Come funziona la Fed

Il cuore della Federal Reserve è a Washington D.C., dove opera il Board of Governors, un consiglio composto da sette membri.
Questi governatori vengono nominati dal Presidente degli Stati Uniti e approvati dal Senato, con mandati lunghi – 14 anni – per garantire indipendenza dalle pressioni politiche.

A capo del Board c’è il Chair, ossia il presidente della Fed. Oggi (2025) è Jerome Powell, nominato nel 2018 da Donald Trump e riconfermato da Joe Biden. Il suo compito è guidare la politica monetaria americana e, di fatto, influenzare l’economia globale.

Una banca centrale… con dodici sedi

Ma la Fed non è solo Washington. Sul territorio statunitense esistono 12 banche regionali della Federal Reserve, ognuna con una propria area di competenza: da New York a San Francisco, da Chicago a Dallas.
Queste banche raccolgono informazioni economiche locali, supervisionano gli istituti di credito e partecipano alle decisioni di politica monetaria.

Tra tutte, la più influente è la Federal Reserve Bank di New York, che gestisce le operazioni sui mercati finanziari: è qui che la Fed compra o vende titoli di Stato per regolare la quantità di denaro in circolazione.

Il cuore delle decisioni: il FOMC

Le decisioni sui tassi d’interesse e sulla politica monetaria vengono prese dal Federal Open Market Committee (FOMC).
Questo comitato è composto da 12 membri votanti: i sette governatori di Washington, il presidente della Fed di New York e quattro presidenti delle altre banche regionali, che si alternano ogni anno.

È il FOMC che decide se “alzare i tassi” per frenare l’inflazione o “tagliarli” per stimolare l’economia. Le riunioni del comitato – otto all’anno – sono seguite come un evento mondiale: una sola frase del comunicato finale può far muovere miliardi di dollari.

Gli strumenti del potere

Per raggiungere i suoi obiettivi – stabilità dei prezzi, piena occupazione e tassi d’interesse moderati – la Fed utilizza alcuni strumenti fondamentali:

  • Tasso sui federal funds: il tasso di riferimento tra le banche. È il principale segnale al mercato sul costo del denaro.
  • Operazioni di mercato aperto: l’acquisto o la vendita di titoli di Stato per regolare la liquidità.
  • Requisiti di riserva: la percentuale di depositi che le banche devono tenere come riserva.
  • Comunicazione: dichiarazioni, previsioni e conferenze stampa. Oggi le parole del presidente della Fed contano quasi quanto le sue azioni.

Indipendenza e responsabilità

·         Uno dei tratti più delicati della Fed è la sua indipendenza politica.
Il governo degli Stati Uniti non può imporre decisioni alla banca centrale, proprio per evitare che la politica monetaria venga usata a fini elettorali. Tuttavia, la Fed deve rendere conto al Congresso, presentando regolarmente rapporti e audizioni pubbliche.

In conclusione: il mandato dell’attuale presidente della Federal Reserve Board of Governors, Jerome Powell — nominato nel 2017 dall’allora presidente Donald Trump.—scadrà nel maggio 2026. Il legame iniziale tra Trump e Powell si è via via trasformato in una tensione crescente: nonostante l’alleanza della nomina, Trump ha criticato pubblicamente Powell per la direzione della politica monetaria e ha messo in discussione la sua permanenza.

LA SETTIMANA IN BORSA

In settimana Nvidia ha raggiunto i 5 mld di capitalizzazione con una performance in cinque anni del 1.400%, ad aprile c'è stata un'occasione di acquisto quando il P/E era sceso a venti, solo 24 mesi prima era a 70, oggi è a 31. Per avere un paragone, se sommiamo la capitalizzazione della borsa italiana- 630 mld - e la moltiplichiamo per due e ci aggiungiamo il debito dell'Italia - 3.000 mld - ancora non raggiungiamo i 5 mld di dollari. Il 19 novembre valuteremo il comunicato della trimestrale.

Specifica Europa

La riunione della BCE non ha sorpreso: i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale rimarranno invariati al 2,00%, al 2,15% e al 2,40%, rispettivamente.

Performance settimanali degli indici europei

I principali listini europei hanno chiuso contrastati:

  • DAX (Germania): -1,18%
  • CAC 40 (Francia): -1,27%
  • FTSE MIB (Italia): +1,62%
  • FTSE 100 (Regno Unito): +0,74%
  • EURO STOXX 50: -0,24%
  • MSCI Europe: -0,64% %
  • EURO STOXX 600: -0,68%

Specifica Usa

lAl 31 Ottobre l'’87% delle società che hanno comunicato i dati ha battuto le stime sugli utili per azione (EPS), rispetto a una media storica intorno al 75-78%, le entrate (“revenues”) risultano circa il 2,4% sopra le stime, la crescita degli utili è intorno al 9,2% anno su anno se il dato finale resta simile.È comunque importante tenere a mente che gran parte del campione non ha ancora riportato — perciò questi numeri possono ancora cambiare.

Performance settimanale degli indici Usa e mondo

I listini americani chiudono positivo con l'eccezione del Russel:

  • S&P 500: +0,71%
  • Nasdaq: +2,24%
  • Russell 2000: -1,36%
  • MSCI World: +0,44%
  • MSCI Emerging Market: +0,87%
  • MSCI China: +0,55%

Dati macro: 

La Federal Reserve ha inoltre annunciato la conclusione del suo programma di quantitative tightening (QT), ovvero la progressiva riduzione del proprio bilancio.
Per chi non fosse familiare con il termine, il QT è una strategia adottata dalle banche centrali che consiste nel lasciare scadere i titoli obbligazionari in portafoglio senza sostituirli, con l’obiettivo di drenare parte della liquidità in eccesso dal sistema finanziario.

In sostanza, si tratta di una sorta di “pulizia monetaria”, pensata per riportare ordine dopo gli anni di espansione eccezionale seguiti alla pandemia — che a loro volta erano stati preceduti da politiche ultra-accomodanti dopo la crisi dei subprime.
La decisione di porre fine al QT segna dunque una fase di normalizzazione e ha contribuito a rassicurare i mercati, preoccupati dal rischio di una carenza di liquidità proprio mentre il mercato del lavoro mostra segnali di indebolimento.

Analisi tecnica e valutazioni: 

Tecnicamente gli indici sono impostati al rialzo anche se la partecipazione è piuttosto scarsa, con pochi titoli a grande capitalizzazione che tirano la crescita, come Amazon nella giornata di venerdì con un +10%. Questo può rendere la crescita non veritiera e poco sostenibile. Ci deve essere maggiore partecipazione. Considerato anche che nel grafico settimanale si è formata una candela di esaurimento. 

Conclusioni

A Busan, Corea del Sud, al margine del forum APEC 2025 si sono incontrati Xi e Trump, il primo calmo, pacato e di poche parole, il secondo un attore di smorfie e proclami, rimane comunque fondamentale un accordo che per ora rimane sospeso tra promesse e pochi impegni.

  • Trump ha annunciato che gli Stati Uniti ridurranno alcuni dazi sulle merci cinesi, portando il tasso medio da circa il 57 % al 47 %
  • La Cina si è impegnata a riprendere acquisti di soia statunitense e a sospendere per un anno alcune restrizioni all’export di terre rare fondamentali per l’industria high-tech e vuole come contropartita i chip di Nvidia.
  • Non sono stati firmati accordi completi: l’intesa è vista più come una tregua temporanea nel contesto della guerra commerciale.

Prospettive per la prossima settimana

Siamo in una finestra di fine mese di ottobre e primi giorni di novembre che generalmente è positiva, ma in assenza di dati macro ancora sospesi a causa dello Shut Down le attenzioni saranno per le trimestrali con oltre 100 comunicati che probabilmente porteranno volatilità ai mercati in una battaglia tra orsi e tori, tra chi ritiene i prezzi troppo alti e chi invece ritiene che le valutazioni seppure care rispecchiano l'evoluzione dei margini di crescita degli utili che mediamente restano solidi e superiori alle aspettative. Volatilità su base giornaliera nella speranza che le giornate positive saranno contraddistinte da maggiore partecipazione.

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