L’idea di una tredicesima più ricca a dicembre 2025 accende il dibattito politico ed economico. Dopo mesi di discussioni sulla riduzione della pressione fiscale, la proposta di detassare la gratifica natalizia torna al centro dell’agenda di Governo con l’obiettivo di restituire potere d’acquisto ai lavoratori e rilanciare i consumi in vista delle Festività. In un periodo in cui il carovita continua a pesare sui bilanci familiari, l’idea di vedere una busta paga più alta a Natale piace tanto ai dipendenti quanto ai pensionati.
Quali sono, dunque, le ipotesi sul tavolo del Governo? In che modo il taglio dell’Irpef potrebbe tradursi in un aumento reale della tredicesima? E soprattutto, di quanto crescerebbero gli stipendi in base al reddito? Scopriamolo insieme.
Prima però vi lasciamo al video YouTube di Rookie Finance con tutte le novità della tredicesima detassata.
Tredicesima 2025: il Governo valuta la detassazione per aumentare gli stipendi di Natale
La proposta di detassare la tredicesima non è nuova, ma nel 2025 sembra trovare terreno fertile in un contesto di inflazione moderata e crescita economica lenta. Il partito di Antonio Tajani ha rilanciato il progetto in vista della Legge di Bilancio, ipotizzando tre possibili soluzioni.
La prima, la più ambiziosa, prevede l’esenzione totale dell’Irpef sulla tredicesima, lasciando solo i contributi previdenziali a carico del lavoratore. In tal modo, la mensilità aggiuntiva diventerebbe quasi netta, offrendo un beneficio tangibile soprattutto ai redditi medio-bassi. Tuttavia, una misura così ampia comporterebbe un costo per lo Stato stimato in diversi miliardi di euro, il che rende più probabile un approccio graduale.
Da qui la seconda ipotesi: una tassazione agevolata al 10%, sul modello già applicato ai premi di produttività. Questa soluzione sarebbe più sostenibile per le casse pubbliche e garantirebbe comunque un sensibile aumento del netto percepito. Infine, si valuta una terza via: ridurre la seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, ampliando al contempo la fascia di reddito fino a 60mila euro.
Quanto potrebbe aumentare la tredicesima: le simulazioni
Per comprendere in modo concreto gli effetti della misura, occorre guardare ai numeri. Attualmente, la tredicesima è tassata più dello stipendio ordinario, poiché non beneficia delle detrazioni per lavoro dipendente e subisce interamente l’Irpef, sommata ai contributi previdenziali medi del 9,19%.
Un dipendente con una retribuzione annua lorda di 30.000 euro percepisce oggi una tredicesima netta di circa 1.360 euro. Con l’esenzione totale dell’Irpef, il netto salirebbe a oltre 2.000 euro, con un aumento di circa 730 euro. Se invece si applicasse l’aliquota agevolata del 10%, la tredicesima netta sarebbe di circa 1.865 euro, con un incremento di oltre 500 euro.
Gli aumenti sarebbero progressivi con l’aumentare del reddito:
- Per chi guadagna 25.000 euro lordi, il vantaggio netto sarebbe tra i 300 e i 400 euro.
- A 50.000 euro, la gratifica natalizia crescerebbe fino a 1.500 euro in più in caso di esenzione totale.
- Con redditi intorno ai 20.000 euro, il guadagno resterebbe comunque interessante, attorno ai 180-320 euro.
Si tratta di cifre che, pur variabili in base alla fascia Irpef, darebbero ossigeno ai portafogli dei lavoratori proprio nel mese in cui le spese familiari raggiungono il picco tra regali, viaggi e bollette.
Perché la detassazione è così discussa
L’idea di una tredicesima detassata non è solo una questione contabile, ma anche simbolica. In un Paese dove il potere d’acquisto fatica a recuperare dopo anni di rincari, la prospettiva di un aumento netto, anche temporaneo, ha un forte valore psicologico. Molti economisti, però, invitano alla prudenza: una misura del genere, seppur popolare, deve trovare coperture solide per evitare di trasformarsi in un beneficio effimero.
Il dibattito politico resta acceso. Da un lato, c’è chi vede nella detassazione un modo per stimolare i consumi natalizi e sostenere la crescita interna. Dall’altro, c’è chi teme che le risorse necessarie possano ridurre lo spazio per altri interventi strutturali. Tuttavia, la proposta di agire sulla tredicesima risponde a un bisogno reale: aumentare il reddito disponibile senza complicare ulteriormente il sistema fiscale.