Se vi state ancora domandando come mai ogni concessionario sembra uno showroom della desolazione, invece che una fiera campionaria di sorrisi finti e volantini pieni di ‘occasioni’, ascoltate bene: il mercato delle auto sta prendendo una piega da funerale di seconda categoria. Altro che miracolo economico, qui si rischia il crollo stile palazzo abusivo dopo un’alluvione.
Ma che vi aspettavate? Che la festa delle vendite a rate e delle offerte-truffa durasse in eterno? “Eh, ma a marzo e aprile le macchine le vendevano come il pane prima della dieta”. Sì, certo: peccato che erano tutti lì a comprare adesso per evitare l’ennesima mazzata sui dazi che, guarda un po’, erano nell’aria come l’odore di fritto nei sottopassi. Adesso, finito il carnevale, restano solo le trombette rotte e la nausea post-sbronza da incentivi.
Ogni genio del settore si riempie la bocca con parole come ‘tariffa’, ‘incentivo’, ‘sentiment’. Ma davvero pensate che a qualcuno fuori da queste cricche di marpioni importi qualcosa di queste minchiate? La verità è che la gente ha più paura a entrare in concessionaria che a guardare il conto in banca dopo una settimana di saldi. “Ma le scorte sono in calo!” Cazzo, ci credo: le macchine buone sono finite, e ora ci rifilano quello che avanza nei piazzali, a prezzi che manco il concessionario del Monopoli.
E le previsioni? Sono sempre le stesse: “quest’anno andremo peggio dell’anno scorso, ma il prossimo saremo tutti ricchi”. Già sentito, già visto. Poi arriva il prossimo trimestre, e scoprite che la ‘ripresa’ era solo nella testa di chi si fa le pippe davanti ai grafici. Intanto, fuori dalle vostre bolle dorate, chi si compra un’auto nuova oggi o è disperato o ha una voglia matta di buttare i soldi nel cesso.
Non parliamo poi della genialata dei cinesi: loro hanno capito prima di tutti che produrre auto come se non ci fosse un domani serve solo ad allagare il mondo di ferraglia invenduta. E mentre Geely chiude i rubinetti, da noi c’è ancora chi sogna la fabbrica nuova ogni mese, come se bastasse l’ennesimo stabilimento per far comprare le auto a chi non ha più nemmeno i soldi per la benzina.
Intanto, chi tira avanti, lo fa a colpi di illusioni: “Aspettiamo tempi migliori, magari se i dazi scendono torneremo a comprare”. Certo, e magari Babbo Natale quest’anno porta pure il pieno gratis. La realtà è che, tra prezzi fuori controllo, stipendi da fame e un futuro così incerto che nemmeno la zingara lo vuole leggere nelle carte, le auto ve le potete pure tenere.
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