Moody’s ha appena deciso che gli Stati Uniti non sono più i “primi della classe”. Che tragedia. “Il rating è sceso da Aaa a Aa1, giusto un gradino: praticamente la differenza tra uno studente modello con la camicia stirata e uno con la camicia stropicciata dalla sera prima”. Certo, per la finanza questa roba è come la sirena dell’intervallo: tutti si agitano, i future s’incartano, Wall Street si sveglia di soprassalto come uno che si addormenta in treno e si accorge che ha saltato la fermata. E voi, che magari vi illudete che i numerini verdi e rossi siano solo grafici da osservare mentre smanettate sul telefono, siete lì a chiedervi: ma davvero Moody’s detta legge? No, Moody’s fa quello che fanno gli spacciatori d’ansia istituzionalizzati: ti danno la dose di panico e poi ti spiegano perché l’hanno fatto, come se la colpa fosse sempre tua che non hai studiato abbastanza economia la notte prima del compito in classe.
Avete presente quelle cene in cui uno zio noioso vi spiega che “le cose andavano meglio quando la lira era forte”? Ecco: adesso l’economia americana ha la stessa credibilità della lira secondo Moody’s. E tutti lì a strepitare perché i future scendono dello zero-virgola-qualcosa. “Siamo passati dalla fine del mondo ogni settimana alla fine del mondo ogni due settimane. Che progresso”. Ma nessuno vi dice che il debito pubblico a stelle e strisce è come il tavolo traballante della vostra pizzeria preferita: ogni tanto ci mettono una toppa sotto una gamba e via a mangiare—ma il rischio che vi rovesciate la birra addosso resta.
Nel frattempo, l’unica cosa veramente viva tra tutte queste notizie sono le uscite di Trump, che ogni settimana ne spara una nuova. Questa volta ha deciso che Walmart deve “mangiarsi i dazi”, come se la grande distribuzione fosse una mensa universitaria, e la Casa Bianca il bidello che decide chi mangia e chi no. Poi ci chiediamo perché i mercati si fanno prendere dal panico: avete mai visto qualcuno calmo in una scuola gestita da presidi che lanciano piatti in sala mensa?
Ma tranquilli, perché questa settimana c’è poco da annunciare, le notizie sono fiacche, le trimestrali sono quasi finite, e i mercati possono finalmente farsi una pennichella dopo la sbornia della scorsa settimana. “Se volete del movimento, cercate una rissa al bar sotto casa, non su Wall Street: almeno lì la birra la servono davvero”. In compenso, i politici giocano ancora a chi la spara più grossa sul fisco e sulla spesa pubblica, e intanto si domandano perché nessuno li prenda più sul serio. Forse perché nemmeno loro si ascoltano, tra una partita a briscola e l’altra.
E ora, ditemi: davvero vi aspettate che Target, Home Depot o Workday cambino la vostra vita, o quella del mercato? Se la risposta è sì, vi meritate di essere messi in hold, come le azioni in un portafoglio dimenticato. “L’unica cosa che cresce qui sono le illusioni: ma quelle si vendono male persino su eBay”.
💡
Moody’s, Fitch e S&P sono come i giudici di un talent show, ma senza il coraggio di dire “fai schifo, vattene a casa”. Preferiscono darti una stellina in meno, così da poterti riabilitare la prossima volta. E ogni volta che vi dicono “declassamento”, pensate solo a una cosa: qualcuno da qualche parte ci guadagna sempre, voi invece vi beccate la solita dose di paranoia.
Le informazioni contenute in questo sito non costituiscono consigli né offerte di servizi di investimento.
Leggi il Disclaimer »