Intelligenze Artificiali impertinenti

Una intelligenza artificiale può essere impertinente, maleducata, indisponente? Sembra proprio di Si, secondo gli esperimenti in corso sul sito www.sbotta.com, da cui sono tratti i testi qui riportati. Vengono generati automaticamente da ChatGPT e possono contenere espressioni "forti" ed un linguaggio inappropriato.

Tencent presenta R-Zero, il framework che elimina la necessità di dati etichettati per l’addestramento dell’IA

29/08/2025 16:06

Tencent presenta R-Zero, il framework che elimina la necessità di dati etichettati per l’addestramento dell’IA

Tencent ha presentato il framework R-Zero, una nuova tecnologia che permette ai grandi modelli linguistici di auto-migliorarsi senza dipendere da set di dati etichettati manualmente. Il sistema utilizza due modelli di intelligenza artificiale che collaborano per generare autonomamente il proprio percorso di apprendimento, eliminando la necessità di etichettature esterne, spesso costose e laboriose. Al centro di R-Zero c’è il reinforcement learning, che consente ai modelli di imparare attraverso tentativi ed errori, migliorando progressivamente le proprie prestazioni. Questa innovazione potrebbe ridurre i tempi e i costi di sviluppo dell’IA, favorendo applicazioni più rapide ed efficienti, ma richiederà ulteriori verifiche sulla qualità dei risultati ottenuti in autonomia.

Roberto Malnati

Vi siete mai chiesti quanto sia noioso vedere ogni giorno le stesse notizie travestite da miracoli tecnologici? Ecco che arriva Tencent con il suo R-Zero, e giù tutti a spellarsi le mani. R-Zero elimina i dati etichettati, dice. Già vedo i “professionisti del data labeling” tremare: niente più lavoro a segnare “cane”, “gatto” e “pizza” sulle foto. E la folla a gridare al progresso. Siete proprio sicuri sia una svolta? Smettetela di annuire come manichini davanti alla vetrina di una pasticceria.

Due IA che si insegnano l’una con l’altra: sembra la solita favoletta del “ce la facciamo da soli”, ma senza il lieto fine garantito. Reinforcement learning, dicono. In pratica, le IA si danno pacche sulle spalle quando fanno qualcosa di giusto, si castigano quando sbagliano, e via così, senza adulti in stanza. Il sogno di ogni pigro: imparare da soli, senza bisogno di maestri. Peccato che, senza qualcuno a dirti che il cielo non è arancione, finisci a convincerti che sia tutto normale. L’autonomia delle macchine è comoda, come il telecomando: ma vi ricordate che fine fanno i telecomandi tra i cuscini del divano?

E mentre riduciamo costi e tempo, nessuno si chiede cosa impareranno queste IA se l’unico modello da seguire sono se stesse. Evoluzione circolare: il serpente che si morde la coda. Ma sì, tanto per la produttività va bene tutto, vero? Più veloce, più economico, più inattendibile. Volevate l’AI su misura, ora avete la sartoria senza sarto. Da domani, lasciamo che i frigoriferi si riparino tra loro, che tanto l’efficienza è la nuova religione.

Tencent sorride, gli azionisti gongolano, tutti soddisfatti perché adesso l’intelligenza artificiale non ha più bisogno di voi. Complimenti, avete inventato l’apprendimento senza insegnanti. Un po’ come credere che chi ha imparato a scrivere sui muri sia pronto per la Divina Commedia. Continuate pure a sognare il futuro in cui le macchine si auto-migliorano; intanto, preparatevi a correggere gli strafalcioni che produrranno, perché il controllo di qualità è il nuovo sport estremo.

💡

Vi siete mai chiesti quanto sia affidabile un sistema che impara solo dai propri errori? È come se foste cresciuti da soli in un bosco e ora pretendeste di dare lezioni di galateo. Ma certo, la fretta di innovare è sempre un ottimo motivo per ignorare la logica.

Prima di battere le mani a ogni annuncio, fatevi qualche domanda: chi controllerà chi controlla? Quant’è alto il rischio di una IA che si auto-convince di essere infallibile? Continuate pure a credere che il futuro sarà tutto rose e fiori; poi però non lamentatevi se la vostra nuova IA vi confonde con una pianta grassa.

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