Trump che licenzia Cook dalla Fed citando presunta frode ipotecaria è come vedere un finanziere che urla agli altri di non evadere le tasse: roba da ridere… ma ride solo lui.
Sentite, vi siete mai chiesti davvero che succede quando qualcuno tocca la Federal Reserve? No, non quella lagna da libro di scuola dove tutti si tengono per mano e le istituzioni sono sacre e intoccabili. Parlo della realtà: qui parliamo di soldi veri, potere vero, e una manciata di ominicchi che decidono se il prezzo del mutuo ve lo dovete infilare in culo o potete sperare di respirare anche a fine mese.
Trump fa fuori Lisa Cook? Ma chi se la filava, questa Cook, fino a ieri? Il re delle sparate, dopo mesi passati a insultare Powell pubblicamente - “moron”, “knucklehead”, roba da bar, mica da presidente - si ferma davanti al tizio che regge la baracca e invece decide di schiacciare la formica. E la motivazione ufficiale? Frode ipotecaria. Bella scusa, come quando si licenzia il collega antipatico perché “ha rubato la carta della stampante”. Ma qui, invece di toner, ci sono i mercati mondiali e le vostre pensioni sul piatto.
Se vi fidate della 'indipendenza' della Fed, allora probabilmente credete anche alle fate, agli unicorni, e al governo che pensa al vostro bene.
Nessun presidente aveva mai avuto la faccia tosta di cacciare un governatore della Fed. E adesso vi chiedete perché nessuno l’aveva mai fatto? Perché in teoria la Fed dovrebbe essere una specie di monastero blindato, protetto da ogni tentazione politica, libero di fottere i vostri risparmi con inflazione controllata, ma almeno senza fare salti mortali per compiacere il potente di turno. Ma Trump? Trump i tabù li usa come carta igienica.
Ah, e non dimenticate quei CEO delle grandi banche, sempre pronti nel dare lezioni di morale quando c’è da difendere il loro orticello: Jamie Dimon e David Solomon che vanno nel panico solo all’idea che Powell possa saltare. Non sia mai che la stabilità della Fed venga messa in dubbio: se salta la sedia del capo, rischiano di non sapere più a chi leccare il culo prima di ogni decisione sui tassi.
Trump, però, mica è scemo. Lo sa che licenziare Powell sarebbe come lanciarsi da un palazzo con un ombrello della Coop: spettacolare per chi guarda, fatale per chi ci prova. E allora spara, minaccia, si tira indietro. “Trump always chickens out”, dicono. Ma qui il pollo sono i mercati: basta un accenno a mandare le azioni a picco e i bond a prezzi da rapina. Poi, come sempre, si tira indietro, fa marcia indietro, e intanto tutti a guardare la giostra.
E mentre ci perdiamo dietro le sceneggiate, il punto vero è che ogni volta che la politica si avvicina troppo alla banca centrale, la vostra vita rischia di finire ancora più nelle mani sbagliate. Vi piace? No? Troppo tardi: è sempre andata così. Solo che ora lo fanno senza nemmeno la cortesia di farlo di nascosto.
Le informazioni contenute in questo sito non costituiscono consigli né offerte di servizi di investimento.
Leggi il Disclaimer »